"Insomma, la strategia di voler mantenere tutta la rosa non si è rivelata la mossa più azzeccata. Per quanto lo sforzo sia stato da apprezzare, alla fine si è ritorto contro Urbano Cairo. In estate, anche per non deludere le aspettative della piazza, il patron granata ha respinto molte avances per giocatori che oggi stanno deludendo. La svalutazione totale della rosa era difficile da preventivare, soprattutto considerando che l'annata era partita con aspettative decisamente superiori alla lotta salvezza. Il mercato estivo si era concluso con dieci milioni in passivo nel computo totale tra soldi spesi e incassati (questi ultimi arrivati tramite le cessioni di Ljajic e Niang). Un negativo che poteva essere colmato con qualche cessione di chi voleva partire. Negli ultimi anni il Torino ha sempre venduto bene e proprio dalle partenze di giocatori importanti ha costruito la squadra del futuro. Cairo, e l'allora braccio destro Petrachi, hanno sempre perseguito dunque la via migliore per migliorare la rosa, ma quest'anno la decisione di trattenere tutti (magari anche controvoglia in alcuni casi) non ha sortito effetti positivi. Insomma: nel momento giusto e in alcuni casi, agire sul mercato in uscita non è solo legittimo ma anche conveniente, sempre che si riutilizzino le risorse ricavate per il rafforzamento della squadra.
gazzanet