Soualiho Meité lascia il Torino per trasferirsi al Milan. Come ampiamente raccontato nelle scorse ore sulle colonne di Toro News, il centrocampista francese classe ‘94 è sempre più vicino a trasferirsi alla corte di Stefano Pioli con la formula del prestito con diritto di riscatto. Non un addio del tutto definitivo (almeno per il momento) dunque per l’ex Monaco, che lascia il Torino dopo due anni e mezzo fatti di qualche buona giornata ma anche di poca costanza di rendimento.
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Torino, la parabola granata di Meité: storia di un talento mai sbocciato del tutto
Focus on / Dal gol di San Siro contro l’Inter ai tanti cali di rendimento: il francese ha vissuto due anni e mezzo sotto la Mole all'insegna della discontinuità
NUMERI - 3 gol e 7 assist in 94 presenze complessive con la maglia granata. Sono questi i numeri raccolti da Meite in due anni e mezzo di Toro. Numeri che parlano di un giocatore molto utilizzato da tutti e tre gli allenatori che si sono alternati sulla panchina granata dall’estate 2018 a questa parte (Mazzarri, Longo e Giampaolo), ma che non tutto ci dicono del rendimento del classe ‘94. Arrivato dal Monaco nell’estate 2018 nell’ambito dell’operazione che portò Antonio Barreca a trasferirsi nel Principato, l’avventura in granata di Meité cominciò in modo molto promettente. Prima l’ottima prestazione nel match d’esordio contro la Roma (perso 0-1, era il 19/08/18), poi il primo gol con la maglia del Torino, segnato a San Siro contro l’Inter in un match che terminò poi in parità (2-2 ndr). Di lì a poco arrivò subito il secondo gol, un siluro sotto la traversa segnato in casa dell'Udinese.
PARABOLA - Un impatto che fece crescere le aspettative della piazza nei confronti del centrocampista francese: potente e tecnico, sembrava un giocatore in grado di poter cambiare il volto della mediana granata. Con il passare delle settimane però Meité ha cominciato a mostrare anche qualche limite, gli stessi limiti che avevano convinto il Monaco a rinunciare a lui dopo una metà di stagione altalenante giocata in prestito al Bordeaux. Il classe ‘94 è andato via via in calando in termini di prestazioni fino a spegnersi definitivamente nella stagione scorsa, quando tra gennaio e febbraio fu uno dei giocatori più protagonisti in negativo del calo a picco della squadra di Mazzarri. Dopo il lockdown, Moreno Longo riuscì a rivitalizzare un giocatore frenato da evidenti problemi di autostima e il francese fu tra i più positivi della parte di campionato giocata in piena estate.
DISCONTINUITA' - Anche Giampaolo, sin dal suo arrivo, ha subito dato piena fiducia a Meité. Ma gli ultimi mesi di quest'anno hanno parlato di un Meité che ha saputo produrre qualche giocata estemporanea (il gol alla Sampdoria, l'assist di tacco per Zaza con l'Inter) in mezzo a tante partite approcciate senza la giusta cattiveria. "E' un giocatore forte, ma deve compiere uno step importante dal punto di vista psicologico", ha detto di recente il tecnico abruzzese riguardo al francese. Un giocatore che - parafrasando quanto detto in più di occasioni da Mazzarri, che addirittura lo paragonava a Paul Pogba - avrebbe le doti atletiche per essere tra i centrocampisti più forti nel suo ruolo, ma che per diventarlo dovrà cambiare ancora qualcosa dal punto di vista mentale. Anche per questo motivo la chiamata del Milan - ad oggi prima forza della Serie A - potrebbe rappresentare un’occasione irripetibile per Meité: l’occasione di affermarsi ad un livello che a Torino il giocatore ha soltanto espresso a tratti.
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