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Torino, la scelta granata di Buongiorno: ecco la ricostruzione del “no” all’Atalanta
Nel calcio il senso di appartenenza per qualcuno conta ancora. Questo è il motivo per cui Alessandro Buongiorno rimane al Torino, dopo tre giorni di riflessioni e di notti insonni. Il difensore cresciuto nel settore giovanile granata ha opposto un cortese diniego alla sfrenata corte del club nerazzurro facendo valere le ragioni del cuore.
I primi contatti concreti tra l’Atalanta e Buongiorno sono iniziati dopo Milan-Torino. Come noto, il difensore era la prima scelta di Gian Piero Gasperini per la difesa atalantina. Il tecnico di Grugliasco ha chiamato più volte al telefono il difensore, così come il suo ds Tony D’Amico, per fargli capire quanto fosse voluto nel progetto della Dea. A Buongiorno, nelle tante telefonate – le ultime nel tardo pomeriggio di ieri -, è stato detto che l’operazione poteva anche essere del tutto svincolata dal destino di Zapata, e che Gasperini lo avrebbe voluto a prescindere dall’approdo del colombiano in granata. L’Atalanta aveva inoltre raggiunto un accordo economico col Torino valutando 25 milioni di euro il cartellino del difensore. Il club granata aveva acconsentito alla cessione del difensore, mettendo però nelle sue mani la decisione finale visto quello che è sempre stato il rapporto con Alessandro e visto quanto sia importante per Juric dal punto di vista tecnico e non solo.
Buongiorno, tuttavia, dopo diversi confronti con i familiari si è guardato dentro e ha capito che non sarebbe stato contento al 100% all’Atalanta. Pur consapevole dell’importanza dell’offerta (l’ingaggio era superiore a quello che percepisce al Toro, anche dopo il rinnovo di quest’estate), della serietà del club lombardo e del fatto che c’era la possibilità di giocare le coppe europee, Buongiorno nella serata del 30 agosto ha detto cortesemente di no: troppo forte il legame col Torino per scioglierlo così all’improvviso, nel giro di due giorni. Troppo forte la convinzione di poter costruire qualcosa di importante con il club dove è cresciuto umanamente e calcisticamente. Buongiorno, allora, rimane al Torino. Che ora sa di avere in casa un ragazzo speciale, che può davvero diventare una bandiera.
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