calcio mercato

Toro trasformato

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa

Questione di soldi, e di investimenti. Per la prima (o la seconda, pensando all’inverno 2005) volta nell’era Cairo, il Torino sembra aver condotto nel mercato invernale una...

di Valentino Della Casa Questione di soldi, e di investimenti. Per la prima (o la seconda, pensando all’inverno 2005) volta nell’era Cairo, il Torino sembra aver condotto nel mercato invernale una vera e propria campagna di rafforzamento. Una di quelle che lasciano il segno, nel prosieguo della stagione. Una di quelle su cui, ma restiamo con i piedi ben saldi per terra, si può pensare di costruire qualcosa per il futuro. Sono tanti i soldi spesi dalla società (oltre 2 milioni di euro) questo Gennaio, soprattutto è stato fatto un ottimo lavoro risparmiando -addirittura il saldo potrebbe essere in attivo, ma non deve essere questa necessariamente una colpa per non averci rimesso di tasca propria- sul pesante monte ingaggi, che ancora in estate gravava pesantemente sulle casse del Toro. Con stipendi più bassi, e acquisti miratissimi, il Toro può dire di aver completato il lavoro estivo, mettendo a disposizione di Franco Lerda una squadra competitiva, duttile, in grado di giocarsela ai Play Off. Ma vediamo un rapido storico di quanto è stato fatto nelle scorse sessioni invernali, valutando insieme differenze qualitative (sui giocatori) e quantitative (sugli investimenti). Nell’inverno 2005-2006 Urbano Cairo decise di mettere pesantemente mano al portafogli, per completare quella miracolosa squadra allestita in meno di una settimana a Settembre. Arrivarono Melara, Ferrarese, Gallo, Vryzas (definitivi), Lazetic (comproprietà) e Abbruscato (prestito con diritto di riscatto obbligatorio). Si spesero più di cinque milioni di euro: una cifra altissima, per una società di serie B. Ma gli interventi furono tanto necessari, quanto efficaci, e il Toro, anche grazie a quei nuovi acquisti, potè compiere il salto di qualità e raggiungere quella fantastica promozione che tutti ricordano. Qualcosa, ma molto di meno, venne fatto l’anno successivo. Prima di tutto ci si concentrò sulle cessioni: tantissimi elementi erano in esubero (oltre a Fiore, che venne girato al Livorno). Dopodiché, gli arrivi. Soltanto due, soltanto in prestito, di cui soltanto uno veramente all’altezza. Bovo e Coco furono infatti gli acquisti: il primo a inizio mercato, il secondo allo scadere. E non arrivò la punta. La spesa? Vicinissima allo zero. Nel 2006-2007, rispetto all’anno precedente, la gestione del mercato sembrò cambiare. Non arrivò ancora la famosa punta (che sia Novellino, sia De Biasi avrebbero volentieri voluto allenare – ma Bianchi rifiutò il granata per la Lazio), e, al fotofinish, come da consuetudine, approdarono in granata Diana e Pisano. Il primo a titolo definitivo per quasi 2 milioni di euro, il secondo in prestito oneroso con diritto, un’operazione da 1,2 milioni in totale. A dire il vero, i futuri “emarginati” in casa Toro, non disputarono una brutta stagione. Tuttavia, i soldi investiti (non solo sul mercato, anche a livello di ingaggio) furono tanti, troppi. E il Toro ancora fino a questo Gennaio ha dovuto pagarne le conseguenze. Dalle cessioni, Cairo ricavò poco o nulla. Ma la spesa, poteva essere migliore. Pochissimo si spese nell’ultimo mercato in Serie A del Toro, quando sarebbero serviti interventi massicci numericamente ed economicamente. Rivalta si trasferì a costo zero dall’Atalanta a metà Gennaio, Dellafiore arrivò in prestito oneroso dal Palermo e Gasbarroni giunse a metà dal Genoa il 31. In totale, si spesero circa ottocentomila euro: una cifra troppo bassa perché il Torino potesse pensare di salvarsi. E infatti fu retrocessione. Dopo la roboante (e sfortunatamente fallimentare) campagna acquisti estiva della scorsa stagione, con l’arrivo di Petrachi al posto di Rino Foschi venne attuata una vera e propria rivoluzione, che portò a costi bassissimi giocatori semisconosciuti. Dodici furono le operazioni in entrata, altrettante quelle in uscita. Gli acquisti furono mirati, le spese molto contenute, ma il Toro riuscì a compiere un ritorno strepitoso, salvo steccare la finale di ritorno dei Play Off con il Brescia. E arriviamo a oggi, dove il Toro ha speso tanto, per ruoli necessari, tenendo sempre d’occhio il bilancio e sapendo ben gestire il mercato in uscita. Come modus operandi (incredibilmente non è arrivato ieri il rinforzo che si inseguiva da tempo) il cambiamento è già piuttosto evidente. Resta solo al campo (e soprattutto alla squadra) il verdetto finale, ma se le previsioni, dopo un mercato promosso senza riserve, verranno rispettate, l’obiettivo Serie A potrà essere alla portata.

(Foto: M. Dreosti)