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Un derby per Ricardinho

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Dopo Abbiati si profila un nuovo derby di mercato fra Torino e Juventus. Non potendo (per ora) giocare quello sul campo, i dirigenti delle due squadre hanno messo gli occhi su un altro campione, a conferma delle aumentate quotazioni del club...
Redazione Toro News

Dopo Abbiati si profila un nuovo derby di mercato fra Torino e Juventus. Non potendo (per ora) giocare quello sul campo, i dirigenti delle due squadre hanno messo gli occhi su un altro campione, a conferma delle aumentate quotazioni del club granata che, sotto la presidenza di Urbano Cairo, sta conoscendo un nuovo risveglio e dei “ridotti” orizzonti juventini. Infatti pur rimanendo vivo l'interesse per Pizarro e Barone, alla voce playmaker, sull'agenda del silenzioso quanto pragmatico direttore generale granata Doriano Tosi c'è anche il nome di Ricardinho, trentenne centrocampista offensivo del Corinthias e della nazionale brasiliana con cui ha partecipato agli ultimi mondiali giocando due partite nonostante la concorrenza di fenomeni quali Emerson, Juninho e Zè Roberto. Un elemento che, dopo aver visto fuggire i fari del centrocampo delle nazionali francesi e brasiliana, interessa anche agli eredi di Moggiraudo.

A favorire l’approdo a Torino del campione ci sono più di un dettaglio: la serietà di una piazza che, da qualsiasi punto la si osservi, può garantire regolarità negli stipendi, serietà nel progetto e ambizioni suffragate da fatti. A far la differenza, a questo punto, può essere solo il vecchio e noto rumore del soldo, abbinato al fascino di una casacca in (ri)spolvero. In questo singolare derby delle carte bollate, il Toro ha già segnato un punto non da poco, con Abbiati che ha scelto la serie A probabilmente positivamente influenzato anche dalla condivisione di stanza con un certo biondino dai trascorsi granata e avvezzo ai cambi di casacca. Inoltre il suo procuratore per l’Italia è quel Riccardo Calleri, nato e cresciuto in città, già frequentatore dell’ambiente granata quando suo padre rilevò la società da Goveani. Nonostante i trascorsi non proprio felici del genitore sotto la mole, il figlio oggi è uno dei più quotati e influenti agenti di calciatori che non ha mai nascosto simpatie per la squadra di De Biasi e che di recente è stato sulle prime pagine dei giornali per le vicende di calciopoli, senza però venire mai inquisito.

Ma alla vigilia della seconda parte del ritiro non c’è solo Ricardinho nelle mire della dirigenza. Simic, Barone, Makinwa, Pizarro, Cruz e Bogdani sono qualcosa più che nomi sul taccuino di Tosi. Questo è il momento del “campionato dei dirigenti” per questo in via Arcivescovado stanno alzando il ritmo di incontri e telefonate con colleghi e procuratori. Dopo un giro di orizzonte fra gli addetti ai lavori, è possibile avere due certezze e una sensazione. La prima riguarda l’operare silenzioso della dirigenza granata che si mantiene fedele al precetto presidenziale del “prima facciamo e poi diciamo”. Cairo sempre così ha fatto e gli dà ragione il precedente del presidente bolognese Cazzola che ha perso, per eccesso di fiducia, il bravo Ferreira Pinto annunciato prima della firma e poi finito all’Atalanta. Con buona pace di Zaccarelli, con cui i rapporti si sono irrigiditi di colpo.

La seconda certezza è che un grande nome arriverà: pur facendo molta attenzione al bilancio, Cairo vuole dare un segnale forte a squadra, tifosi e concorrenza e ha tutto per riuscirci. L’incasso dei 15 milioni da Mediaset per una parte dei diritti televisivi, il rinnovo delle sponsorizzazioni con Reale Mutua, Asics e Beretta ha portato nuova linfa alle casse granata, che starebbero sicuramente meglio senza la grana stadi a frenare la corsa all’abbonamento. Se ieri sera l’incontro con il dg palermitano Foschi e i procuratori Fabbri e Martina non ha permesso di sbloccare positivamente la situazione del duo Barone-Makinwa, non è detto che non ci possano essere sorprese nelle prossime ore. Con il Palermo è “solo” una questione di liquidità: il Toro vuole comprare, i siciliani non possono che cedere a fronte della volontà positiva di Barone di tornare al nord. Il punto, in questo caso, è Makinwa e il giocatore alla “fredda”, climaticamente parlando, Torino preferisce la calda Roma dove troverebbe Delio Rossi suo mentore all’Atalanta. Il punto è che Cairo oltre ad acquistare Barone a una cifra più bassa di quella (eccessiva) voluta dai rosanero vuole il prestito con diritto di riscatto di un validissimo giocatore ma non molto motivato a questo cambio di casacca.

La sensazione è che qualcosa di interessante si potrebbe sbloccare già prima della fine del ritiro in Valle Sesia. Infatti non c’è solo Barone nel mirino di Cairo. Lo stesso discorso fatto per il centrocampista campione del mondo vale per Cruz e Pizarro. Ma in questo caso l’arrivo di Vieira, i rapporti tesi fra il cileno e Mancini e quelli cordiali fra lo stesso Cairo e Moratti potrebbero favorire una conclusione diversa e più rapida della trattativa. Non dimentichiamo che, agli albori della cavalcata verso la serie A, fu proprio il patron dell’Inter a “prestare” per alcuni giorni al manager alessandrino divenuto presidente una parte dello staff di segreteria. Chissà che a questo primo scambio di favori non ne possa seguire un altro che sancisca il connubio definitivo fra carte bollate e pallone.