Analizzando le statistiche dei giovani del Torino mandati “a farsi le ossa” nelle categorie inferiori salta all'occhio un dato, purtroppo negativo: quello dell'impiego di Antonio Barreca, terzino mancino classe '95 che – nonostante un impiego scarsissimo da parte del Cagliari – si è meritato, non a caso, la chiamata in Nazionale Under 21, disputando due ottime prove contro Serbia e Lituania nelle qualificazioni europee.
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Un prestito infelice a Cagliari: Barreca (e il Torino) si meritano di più
Cresciuto letteralmente con la maglia granata addosso, vestendola fin dai Pulcini, Antonio Barreca, che soprannominavamo non a caso “Frecciarossa” ai tempi della Primavera del Torino, nella quale ha militato nelle stagione 2012/2013 e 2013/2014, è senza ombra di dubbio uno dei prodotti del vivaio di Via Arcivescovado più pronti al calcio professionistico.
A dimostrarlo, non soltanto i numeri della passata stagione (titolare inamovibile in prestito al Cittadella, 38 presenze e un goal, nonostante la campagna dei veneti sia poi culminata in una retrocessione), ma soprattutto l'occhio attento degli osservatori: corsa, tecnica e un piede delicato, che l'anno passato ha servito 8 assist in una squadra che certo non brillava per qualità offensive, sono qualità non comuni, abbinate – nel caso di Antonio – ad una maturità e ad una serietà importante, che lo avevano portato a distinguersi già ai tempi del settore giovanile.
Che cosa non ha funzionato, dunque? Semplicemente la scelta della destinazione del prestito: Cagliari è una piazza ambiziosa ed affascinante, e l'esperienza, sulla carta, sicuramente poteva apparire quella interessante. Ma in rossoblu, alla corte di mister Rastelli, Barreca ha trovato un certo Nicola Murru davanti a sé, a occupare proprio quel posto in fascia, dovendo accomodarsi in panchina, e collezionando due soli gettoni in campionato, per un totale di appena 93 minuti, più due in Coppa Italia.
Forse proprio il confronto con Murru, del resto, dovrebbe far riflettere: enfant prodige del calcio isolano, il giovane, classe '94 cresciuto nel Cagliari, lanciato sedicenne titolare in Primavera nel 2010/2011, a nemmeno 17 anni era già aggregato alla Prima squadra, mandato tra i coetanei soltanto a mettere minuti nelle gambe. L'esordio in Serie A, Nicola Murru, l'ha vissuto il 17 dicembre 2011, il giorno dopo il suo diciassettesimo compleanno, gettato nella mischia nei minuti finali contro il Chievo, e poi scelto ancora per l'ultima giornata di campionato contro la Fiorentina, a salvezza già acquisita. Un premio, un riconoscimento al valore di un ragazzo del proprio vivaio, che l'anno dopo è diventato qualcosa di più. Nel 2012/2013, il diciottenne Murru aveva già accumulato 13 presenze in Serie A, diventate 21 nel 2013/2014, poi tornate ad essere soltanto 8 nella travagliata stagione cagliaritana del 2014/2015, culminata in una retrocessione.
Ciò fa sorgere due considerazioni: la prima, piuttosto banale, è che forse potesse essere prevedibile per Barreca, nonostante una qualità unanimemente riconosciuta, una certa difficoltà nel trovare spazio trovandosi davanti un giocatori appena un anno in più ma – di fatto – protagonista in quel ruolo e in quella squadra nelle precedenti quattro stagioni. La seconda è che, forse, il modus operandi del Cagliari nei confronti del proprio gioiello sia stato proprio quello corretto, e che il Torino, piuttosto, dovrebbe prendere spunto, non soltanto nei confronti di Barreca, ma nei confronti di tutti i giovani più promettenti del proprio vivaio (quando Murru esordiva in Serie A, i classe '94 del Torino giocavano negli Allievi Nazionali...). Ad essere sinceri, bisogna ammettere che il club rossoblu faccia benissimo a tutelare e valorizzare innanzitutto un giovane del proprio vivaio, e semmai potrebbe darci un po' di amarezza constatare che lo stesso non avvenga con i giovani cresciuti del Torino.
Ovviamente, consci della situazione, i dirigenti granata sono al lavoro per provare a risolvere la situazione: è evidente che Cagliari non sia la piazza giusta, a queste condizioni, per il goiellino del vivaio granata. Ma è altrettanto evidente che, in prima squadra, Antonio Barreca, che aveva rimediato appena una manciata di convocazioni nella stagione 2013/2014, non avrebbe spazio (nonostante l'infortunio di Avelar stia andando per le lunghe e il quasi trentatreenne Molinaro ogni tanto avrebbe bisogno di rifiatare), perché la tradizione del Torino nei confronti dei propri ragazzi, da questo punto di vista, è tutt'altro che incoraggiante.
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