Nelle scorse ore il ministro Abodi ha preso posizione duramente sulla situazione relative allo scandalo scommesse che ha coinvolto diversi giocatori militanti o che hanno militato in Serie A, tra cui il granata Samuele Ricci. Secondo il numero uno dello sport, i tesserati che si rendono protagonisti nelle scommesse non dovrebbero più vestire la maglia dell'Italia: “La maglia azzurra la vestono i migliori, non soltanto nel comportamento sportivo ma nel comportamento in generale. Io credo che, così come ci ha dimostrato con pragmatismo e senso dei valori Spalletti, la maglia azzurra sia un onore. Non deve essere un elemento di mortificazione, ma è un tema di responsabilità, non si può dare un esempio sbagliato e pericoloso. Le federazioni si muovono in autonomia, il mio però è un pensiero coerente”.


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Abodi, dura replica dell’AIC: “Scommesse? Ha torto, chi paga può restare”
Non si è fatta attendere la replica dell'AIC (Assocalciatori), capeggiata dal presidente Umberto Calcagno: “Ricordo che l'articolo 27 della Costituzione prevede la funzione rieducativa della pena. Chi ha fatto i conti con la giustizia sportiva deve fare parte del nostro mondo in maniera completa. Al Mondiale dell'82 c'era Paolo Rossi, che in precedenza aveva sbagliato e pagato. Recuperarlo all'azzurro fu un valore aggiunto, sportivo e umano”.
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