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Cara vecchia Serie A

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Il campionato ha già una padrona, ed ha sempre lo stesso nome, e la stessa casacca bianconera. Inutile concentrarsi sui rigori (terza partita consecutiva in cui la Juventus ottiene un tiro dal dischetto, nonostante la scorsa settimana non...
Diego Fornero

Il campionato ha già una padrona, ed ha sempre lo stesso nome, e la stessa casacca bianconera. Inutile concentrarsi sui rigori (terza partita consecutiva in cui la Juventus ottiene un tiro dal dischetto, nonostante la scorsa settimana non l'avesse realizzato), molto più proficuo riflettere su una squadra che, ad oggi, in Italia non ha rivali, né come qualità, né tantomeno come "quantità".ZEMANLANDIA - Ma se un'irriconoscibile Udinese esce con le ossa rotte proprio dal match contro l'ex Asamoah, autore dello splendido assist per il goal del 2-0 del montenegrino Vucinic, è la Roma a tornare prepotentemente alla ribalta, in pieno ossequio dei consueti stilemi dell'inconfondibile Zemanlandia. San Siro, infatti, ha ospitato ieri il match senza dubbio più interessante e spettacolare della giornata, con i giallorossi che aprono le danze grazie al giovanissimo Florenzi, centrocampista classe '91 col vizio del goal (la scorsa stagione ben 11 durante il prestito a Crotone, annata che gli è valsa il premio di "Migliore Giovane della Serie B") e che, nonostante l'illusorio e fortunoso pareggio del "gordito" Cassano (inspiegabilmente da ogni allenatore che incontri sostituito sempre sul più bello), trafigge un'Inter con ancora tanti meccanismi da affinare grazie al cucchiaio di Osvaldo e ad un goal esageratamente bello di Marquinho. Ai tifosi del Pescara saranno venuti in mente dolci ricordi.BRUTTI RISVEGLI - Già, perché è ai ricordi che gli adriatici paiono doversi affidare, non potendo far altro che assistere impotenti allo "spettacolo" di una squadra palesemente inadatta alla massima serie, strapazzata sotto il diluvio di Torino, ancora a secco di reti e con sei segnature al passivo, ruolino che preannuncia, salvo clamorosi cambi di rotta, un'annata di sofferenza inevitabile. E se, dunque, il Torino può godersi una micro-media inglese, pur sporcata dal pellicoriano punticino di penalizzazione, è l'altra neopromossa, la Sampdoria, a godere più di ogni altra, alla seconda vittoria consecutiva, stavolta ai danni di quel Siena che non pare interessarsi ad altro se non al "non prenderle", rinunciando a giocare e restando inchiodata ad un poco confortante -5. A segno il biondo Maxi Lopez, tanto desiderato da quei "sognatori" che faticano a digerire che 8 milioni per un attaccante non possono che definirsi una somma ormai da alta (se non altissima) classifica, definizione che, un po' per sfortuna, un po' per volontà di chi apre il portafoglio, pare sempre più difficile affibbiare al Torino.TERRENI DA TERZO MONDO DEL CALCIO - Sul terribile terreno di gioco del San Paolo di Napoli, in quanto a condizione degno forse della terza categoria, cade, anche grazie ad una rete del fuggitivo Dzemaili, quella che avevamo descritto (ed un po'anche auspicato) come la possibile sorpresa di questa cara vecchia Serie A, ossia la Fiorentina, anche un po' sfortunata, soprattutto nel primo tempo. Jovetic è un fenomeno, ma ai Viola manca un ariete ed in questa settimana appena trascorsa le cose sono andate un po' diversamente da come avevamo ipotizzato: nei suoi tormentati viaggi aerei, infatti, Berbatov ha trovato "un po' di traffico" ed è rimasto in Inghilterra. Il DS Pradè non ha avuto idee migliori che buttarsi invano su Rolando Bianchi, al no granata virare altrettanto vanamente su Nicola Pozzi, per poi ricorrere al "minestrone riscaldato" Luca Toni, colpo di mercato strategicamente azzeccato quanto quello di Recoba sotto la Mole.LA "PROVINCIA" - Se il Parma si riabilita (ve l'avevamo detto: a Torino la differenza non l'aveva fatta la pochezza gialloblu ma la superpotenza bianconera), battendo un Chievo che appare, forse per la prima volta dall'approdo in A, privo di idee e di carattere, Cagliari e Atalanta si dividono la posta in un match che, se non fosse per i due rigori consecutivi parati da Consigli, numero uno della Dea, rivestirebbe all'incirca lo stesso interesse di un match di fine maggio tra due squadre già salve e senza nulla da chiedere.Un vero disastro, quasi al pari del Pescara, è il Palermo di Sannino, che con Zamparini non solo rischia di non mangiare il panettone, ma siamo sicuri che avrà qualche piccola difficoltà anche con la zucca di halloween: altre tre pallottole dalla Lazio di Petkovic, in un Olimpico mezzo vuoto, e biancazzurri a punteggio pieno insieme a Napoli e Juventus. Ridono, invece, i "cugini" del Catania, che superano il solito, assurdo, Genoa che sciupa il vantaggio e si fa raggiungere da Torino e Milan a quota 3 punti.E' COMUNQUE GRANDE CALCIO - Già, il Milan. Lo abbiamo tenuto per ultimo dopo averlo stigmatizzato la scorsa settimana: la vittoriosa trasferta di Bologna non inganni, i demeriti dell'avversario hanno avuto un ruolo decisamente rilevante nella cinematografica tripletta del neo-arrivato Pazzini. Lo promuoviamo questa settimana con una discreta riserva, ma ci riserviamo ancora del tempo per giudicare.Ora è il turno della nazionale, e per quindici giorni tutti palleggeranno come se fosse ancora estate, ma fra due domeniche all'Olimpico di Torino ci sarà l'Inter e lì i granata si accorgeranno davvero di cosa significa essere tornati casa. Per il momento, godiamoci i goal più belli della giornata: la cannonata da fuori area di Candreva, il diagonale da posizione impossibile di Marquinho, ma anche l'avvitata di nuca di Rolando Bianchi. Roba che in luoghi come "Getafe" non hanno mai visto, senza nulla togliere alla periferia calcistica di Madrid.Buon campionato a tutti!Diego Fornero

 

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