"Si ripartirà, ma sarà il virus a decidere quando". Questo il sommario del Corriere della Sera, che oggi in edicola riporta due interviste ai principali vertici del calcio italiano: Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A, e Gabriele Gravina, numero uno della FIGC. Il tema comune, come si può intendere, è il futuro della massima serie italiana e del sistema calcistico.
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Dal Pino e Gravina: “Prima sconfiggiamo il virus e poi torniamo in campo”
Rassegna / Lega Serie A e FIGC hanno l'obiettivo di terminare la stagione, senza invadere quella futura
GRAVINA - Il presidente della FIGC spiega subito che al momento le priorità sono: "La salute di tutti e la solidarietà. Per questo abbiamo messo a disposizione Coverciano". Dopodiché tocca l'argomento passa alla stagione interrotta dal coronavirus e su quando le squadre potranno tornare in campo: "Dipende dal virus. Il nostro piano è chiaro: rispettare il valore della competizione sportiva. L'obiettivo è finire i campionati, arrivando alla definizione delle classifiche. Abbiamo capito che ripartire a maggio sarà difficile, ma possiamo spingerci sino a luglio". Poi Gravina continua spiegando che comunque è necessario tenere conto della prossima annata: "Non vogliamo invadere la stagione che verrà perché c'è L'Europeo. Abbiamo una deadline: chiudere la fine di maggio 2021 - motivo per cui continua Gravina - La serie A a 22 squadre nell'anno in cui bisogna chiudere prima non mi sembra una strada percorribile".
DAL PINO - "La Serie A tornerà a giocare" così Dal Pino sempre sulle colonne del Corriere. Il numero uno della Lega Serie A, però, ci tiene a precisare che in questo momento la priorità va all'emergenza: "Il calcio ha una responsabilità sociale che in questo momento difficile la Lega sente ancora più forte. La dimensione sportiva temporaneamente farsi da parte, restano le dimensioni economiche e sociali. Tutti i club compatti stanno cercando di uscire da questa crisi - poi continua parlando di quando si potrà tornare in campo - Senza correre rischi, solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno".
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