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Fase 2 dello sport, i dubbi della Lega di Serie A: “Calciatori discriminati”

Marco De Rito

Campionato / Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, la Lega di Serie A ha accolto il nuovo decreto con qualche riserva. Le prescrizioni relative agli sportivi finirebbero per causare un’incongruenza

"Niente ripresa del calcio dal 4 maggio. Questa la decisione annunciata ieri dal premier Conte. Gli allenamenti dello sport potranno ripartire lunedì, ma con una specifica: il via libera vale per gli interpreti di sport individuali. Non per quelli di squadra, che dovranno attendere il 18 maggio. I calciatori non saranno autorizzati a tornare al centro sportivo per sottoporsi ai test o valutare il proprio livello di preparazione atletica insieme allo staff. I cancelli dei centri d'allenamento, compresi quelli del Filadelfia, resteranno chiusi per altre due settimane. Per i calciatori di Serie A, compresi quelli del Torino, ciò che viene aggiunto rispetto alla prima fase del lockdown è la possibilità di andare a correre al parco.

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"Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, la Lega di Serie A ha accolto il nuovo decreto con qualche riserva. Le prescrizioni relative agli sportivi finirebbero per causare un’incongruenza che può finire per penalizzare i calciatori che in questo modo avrebbero un diritto «minore» rispetto a quello di altri colleghi professionisti. L’idea sarebbe che dovrebbero essere uguali per tutti le condizioni e le tempistiche. C'è anche l'esigenza da parte dei club che devono infatti muoversi per tempo per riconvocare i propri tesserati, specie coloro che oggi non si trovano in Italia. Non è da escludere che nei prossimi giorni questo punto di vista sia nuovamente sottoposto all’attenzione del governo.