Tra una settimana la Roma, prossima avversaria del Torino di Ivan Juric, affronterà il Feyenoord per la finale di Conference League: partita in programma il 25 maggio a Tirana. In occasione del UEFA Media Day, José Mourinho ha parlato in conferenza stampa.
LE VOCI
Roma, Mourinho: “Abbiamo due finali: una col Torino e una col Feyenoord”
Le dichiarazioni di José Mourinho in vista della finale di Conference League: ecco le sue parole in conferenza stampa
“Questa finale, per me, sarà la più importante. Perché devo ancora giocarla e magari vincerla. Prima, però, c’è il Torino. E io sento troppa euforia - inizia il tecnico giallorosso - . Per me giocare una finale è sempre importante - continua Mourinho - . Arriveremo giocando 15 partite, un impegno che in campionato abbiamo pagato, per questo vogliamo vincere. Abbiamo iniziato ad agosto, abbiamo viaggiato tanto, giocando partite difficili, specialmente in trasferta. Giocare in Europa e poi in campionato, quasi sempre contro squadre che si preparavano in una settimana, significa pagare in punti. Guardando la classifica rivedo subito le partite di giovedì e gli errori arbitrali. Dovevamo essere già quinti e con tanti punti di vantaggio, invece tra errori degli arbitri, del Var, nostri e miei ora non è così. Ma, ripeto, non pensiamo alla Conference. A me pesa anche star qui con voi a questo Uefa media day”.
Josè Mourinho prosegue e spiega quanto sia difficile in questo ambiente pensare a una partita alla volta: “All’Inter, nel 2010, prima della finale di Champions sapevamo che c’era la partita decisiva per lo scudetto e abbiamo pensato solo a quella. Qui no e per me non è facile far capire la mentalità: si parla solo della finale con il Feyenoord. Ma prima c’è il Torino”. Il tecnico portoghese passa poi ad analizzare la situazione dei singoli: "Smalling non sta bene, Mkhitaryan neanche, idem Zaniolo e Karsdorp, ma questi ultimi due possono recuperare per Torino e Tirana. Smalling può recuperare per la coppa, mentre Micki ha poche possibilità". La Roma ha due partite importanti da giocare e Mourinho lo sa bene: "Abbiamo due finali da giocare e ipoteticamente si possono perdere tutte e due e finire fuori dalle coppe. Lo so che esiste il rischio, lo sanno i giocatori, non è una situazione facile da gestire. Io sono capace di pensare solo a venerdì, infatti non sono contento di stare qui oggi a parlare, non sono contento di fare un allenamento che tale non è stato, perché era aperto, sono stato seduto in panchina a vedere quando finiva, perché l’allenamento è stato fake per voi, non sono contento di questo ma è una realtà. Dobbiamo mettere tutto su venerdì perché se vinciamo andiamo in Europa League".
Il tecnico giallorosso non se la sente di fare un bilancio sulla stagione che sta per terminare, ma ci tiene a spendere due parole su Ancelotti: "Carlo aveva un problema: se alleni l’Everton non puoi vincere la Champions. Il problema nei miei confronti era che la gente pensava che alcune mie avventure fossero per vincere, ma non lo erano. Quando hai una storia vincente, ciclica in questo senso, si possono dire queste cose - sostiene Mourinho - . Ma non mi sono mai preoccupato di queste cose, non penso alle diverse generazioni di allenatori, ma alle qualità che non hanno niente a che vedere con l’età. Ci sono giocatori bravissimi a 20 anni e a 40, il gol che bellissimo che ha fatto Quagliarella a 40 anni, mi piacerebbe che lo facessero i miei giovani di 20 anni, con un Quagliarella probabilmente avremmo segnato contro il Venezia. Non c’è età, c’è qualità, c’è passione, quando questa passione non c’è sei finito. Per quanto mi riguarda - conclude l'allenatore - , se qualcuno pensa che debba smettere ora, dovrà invece aspettare tanto".
© RIPRODUZIONE RISERVATA