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Serie A: commento all’11a giornata

Nino Mancini
E' un campionato "facile". Facile per una squadra dai risultati globalmente positivi, ma non scevri di cadute, con un andamento che in altri campionati non sarebbe stato certo sufficiente a tenere la prima piazza, ma che grazie ai movimenti "a...

E' un campionato "facile". Facile per una squadra dai risultati globalmente positivi, ma non scevri di cadute, con un andamento che in altri campionati non sarebbe stato certo sufficiente a tenere la prima piazza, ma che grazie ai movimenti "a molla" delle concorrenti permette alla Juventus di rimanere lassù. Contribuisce anche la versione-trasferta del Palermo, praticamente sempre battuto lontano dal "Barbera".

Anche grazie agli errori arbitrali che penalizzano il Milan in uno degli anticipi del sabato, con i rossoneri che giocano ispirati da un Ibrahimovic in versione assist-man, ma...manca qualcuno che raccolga i suoi assist, nell'area della Fiorentina, la quale dal canto suo non sembra aver cambiato rotta dopo l'addio di Mihajlovic (ma per Delio Rossi ci vorrà un po' di tempo, non bastano pochi giorni a fare il miracolo).

Al contrario, l'Inter beneficia di qualche svista, portandosi in vantaggio con un gol in fuorigioco di Thiago Motta; la vittoria casalinga per 2 a 1 porta i nerazzurri fuori...dalla zona retrocessione, per quanto suoni strano parlare di argomenti simili affiancati al nome del club di Moratti, impegnato in settimana a Trebisonda in un importante match di Champions League.

Terzo ed ultimo caso di gol e fuorigioco, la colpa del guardalinee all'Olimpico di Roma é rendere vana quella che sarebbe stata la perla della giornata: meravigiosa rovesciata volante di Osvaldo e palla che gonfia la rete, bandierina alzata del collaboratore dell'arbitro ma erroneamente, perché non c'era nessun off-side dell'oriundo; peccato, per il calcio. La Roma spreca tanto, ma comunque batte il Lecce e si propone al quinto posto, all'inseguimento -anche- della Lazio fermata a reti bianche dal Napoli nell'altro anticipo del sabato.

Nel lunch-tima della domenica, invece, il Cesena trova i suoi primi tre punti: nel finale basta un tiro di Parolo per espugnare Bologna, ed inguaiare ancor più quel Novara al cui interno tutti sono arrabbiati con Meggiorini: a Genova contro il Grifone, in superiorità numerica e con un discreto controllo della partita, l'attaccante riequilibria il match dal punto di vista numerico mandando palesemente a quel paese l'arbitro, così il Genoa rimette fuori la testa e trova nel finale il gol che condanna, ancora una volta, i piemontesi al ko.

In questo campionato dove le grandi fanno il passo del gambero, l'Udinese saluta la vetta cadendo a Parma, sotto i colpi di Biabiany e Giovinco; Di Natale spuntato. Colpaccio del Chievo al "Cibali" (anzi, al "Massimino"): i veronesi di Pellissier espugnano un campo difficilissimo, complice la grandissima giornata di Sorrentino che para prima un rigore e poi una quantità di tiri in porta dei padroni di casa, affermando poi a fine gara "Ora voglio la Nazionale!".

Pareggio, infine, per 2 a 2 fra Siena ed Atalanta; il sogno estivo di Ventura, Gazzi, fissa nel finale il punteggio dopo la doppietta del solito nerazzurro Denis, a questo punto uno dei centravanti più sottovalutati delle ultime stagioni in Serie A.Chiudiamo con due note dal Sudamerica: lacrime di gioia e di dolore, di due campioni discussi e "difficili". Le prime sono quelle di Adriano, che con il Corinthians fa una cosa che una volta per lui era la norma: un gol. Solo che non gli succedeva da un anno e mezzo.Le seconde, quelle di dolore, sono quelle di Diego, e non serve il cognome: é morta la sua adorata mamma. Adios, Doña Tota