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Serie A: commento alla 10.a giornata

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A volte il cambio di allenatore ottiene l'effetto desiderato, altre no. A Livorno, con Cosmi, pare che Spinelli abbia visto giusto: i toscani ottengono la seconda vittoria in due partite, battendo l'Atalanta grazie al primo gol italiano del...
Nino Mancini

A volte il cambio di allenatore ottiene l'effetto desiderato, altre no. A Livorno, con Cosmi, pare che Spinelli abbia visto giusto: i toscani ottengono la seconda vittoria in due partite, battendo l'Atalanta grazie al primo gol italiano del difensore uruguagio Miglionico (con la partecipazione del portiere nerazzurro Consigli) e portando la prima sconfitta ad Antonio Conte, altro tecnico che aveva cambiato faccia e andazzo alla propria nuova squadra. La prima vittoria, Cosmi l'aveva ottenuta all'Olimpico di Roma contro i giallorossi: un esempio di come l'avvicendamento in panchina possa non mutare le cose. La formazione di Ranieri infatti perde anche in questo turno infrasettimanale, a Udine, contro i friulani che provenivano da tre ko consecutivi e che trovano in Floro Flores (doppietta) il mattatore di serata.Argomento della giornata, la Juventus che ritrova se stesso, seppellendo la sorpresa-Sampdoria sotto una valanga di gol: Amauri conferma di essere ritornato, con due reti, ed oltre ai tre punti Ferrara si gode anche una bella prestazione dei suoi, grigi (anche nelle divise, quelle da trasferta) fino a pochi giorni fa, e apparentemente trasformati ieri sera. Si mangia le mani, invece, il Milan di Leonardo, che non riesce ancora a fare il salto: contro un'altra delle società che hanno cambiato guida tecnica, il Napoli, le emozioni sono in testa e in coda. Dopo sei minuti, i rossoneri sono avanti di due gol, e controllano la gara e la reazione partenopea con discreta disinvoltura; poi, la prima emozione all'86', quando viene espulso Abate. Al 90' il risultato è ancora di 0-2, poi all'ultimo minuto regolamentare e al terzo di recupero succede l'imponderabile, e il Napoli conferma di aver trovato, con Mazzarri, soprattutto molto cuore, più che un gioco diverso, così che Cigarini e Denis firmano il 2-2.Torna alla vittoria il Genoa, che però non torna a giocare come sapeva fare. Successo per due a uno sulla Fiorentina, ma viola che hanno parecchio da recriminare: colpiscono due pali, costringono nel finale Amelia a diversi grandi interventi, e recriminano per due probabili falli da rigore su cui il direttore di gara, Saccani, sorvola. Gasperini, in tribuna, è contento per i tre punti (non per il gioco), e probabilmente quest'oggi non si lamenterà degli arbitri.La sfida tra le due sorprese del campionato, Parma e Bari, sorride ai ducali: non una bellissima partita, che trova due lampi di Bojinov e Paloschi utili a perforare la miglior difesa del campionato, quella pugliese, ed emiliani ora quarti in classifica. E lo scontro tra le delusioni di stagione, Bologna e Siena, termina con esito analogo: un altro neo-allenatore esordisce con un successo, ed è il rossoblu Colomba che si affida al sempreverde Adailton. I bianconeri toscani languono in fondo alla classifica, e Giampaolo, tecnico in predicato di passare in granata solo tre mesi fa, rischia forte.E nelle posizioni di forte rischio si trova invischiato anche il Catania, che cede in casa ad un Chievo trascinato da Pellissier che vince 2-1 grazie alle reti di altri due ex-granata, Mantovani e Marcolini (splendido il secondo); anche Atzori non passa giorni tranquilli, in questo avvio di stagione caratterizzato da tanti ribaltoni sulle panchine di Serie A. Ma la più delusa dell'intera categoria è forse la Lazio: la contestazione dei tifosi a Formello pare non essere servita, anzi, e così i biancocelesti capitolano ancora. A espugnare l'Olimpico, stavolta, è il Cagliari, e ad aggiungere demoralizzazione arriva la papera del portiere Muslera su Matri che regala tre punti ai sardi. Lotito riflette sul da farsi.

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