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Serie A: commento alla 1a giornata

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La Serie A 2010-2011 si apre allo stadio “Friuli”. Là dove sei giorni prima ha giocato il piccolo Portogruaro, si accendono i riflettori della Serie A sull'Udinese e sulla squadra che -Juventus esclusa- ha investito più...
Nino Mancini

La Serie A 2010-2011 si apre allo stadio “Friuli”. Là dove sei giorni prima ha giocato il piccolo Portogruaro, si accendono i riflettori della Serie A sull'Udinese e sulla squadra che -Juventus esclusa- ha investito più milioni di tutte (quasi cinquanta!) nel calciomercato estivo: il Genoa di Preziosi, che addirittura si permette di concedere prestiti di giocatori nientepopodimeno che al Milan. Eppure, l'uomo su cui punta Gasperini per vedere i gol esce presto: già al 39' Luca Toni abbandona. E davanti ai friulani di colui che fece “il gran rifiuto”, quel Totò Di Natale che ha detto “no” proprio alla Juve, i rossoblù dimostrano di ricordarsi come si fa ad essere ancora quelli di due anni fa; la rete vincente di Mesto è un premio meritato. Niente gol nel debutto serale della massima categoria. All'”Olimpico” di Roma, la difesa del Cesena che era stata di gran lunga la migliore della B si conferma tale anche in A, pur avendo perso nel frattempo il più forte, Volta, passato alla Sampdoria. Anzi, i romagnoli attaccano e si rendono perfino pericolosi; quando i giallorossi si destano, a fermarli c'é -incredibile- quel Francesco Antonioli protagonista mai completamente amato dello scudetto romanista del 2001. Aveva 32 anni allora... Nel tardo pomeriggio della domenica, scende in campo la nuova Juventus di Del Neri, a Bari contro una squadra che cercherà una conferma di quanto fatto nella passata stagione che si annuncia difficile. Invece... Invece accade che la difesa tenga, pur se non ci sono più né Bonucci (che anzi é avversario oggi) né Ranocchia, che le ripartenze in velocità siano sempre ficcanti, e che il caso ci metta lo zampino; anzi, si tratta dello “zampone” del sempre pessimo Felipe Melo, il quale mette ko Gazzi causando così l'ingresso in campo del match-winner Donati. Ventura ha sempre il Bari dell'anno scorso, e va più vicino alla possibilità del raddoppio che non al rischio del pareggio. In serata, Ibrahimovic va a guardare il Milan a San Siro e pensa: “Sicuri che c'é bisogno di me?”. Accanto ad un Galliani cui brillano gli occhi per la commozione, ed osannato da un pubblico per il quale il recente passato interista e juventino evidentemente non costituisce il minimo problema, lo svedese assiste alla goleada dei suoi futuri compagni di squadra, che prima della mezz'ora sono già avanti di tre gol su un Lecce che pare poca cosa, anche perché ha un difesa praticamente di ragazzini. Finirà 4-0, Ibra anche in campo a salutare il pubblico. Il big-match di giornata era forse Sampdoria-Lazio. Bella partita, con i biancocelesti che non meritano di uscire sconfitti, anche grazie ad un Hernanes subito in palla. Ma è troppo forte la voglia dei blucerchiati di scaricare via con rabbia le scorie della dolorosa eliminazione europea; Cassano e Guberti danno spettacolo e firmano la vittoria. L'altra partita-clou era quella di Firenza, tra i viola ed il Napoli, con quest'ultimo subito in vantaggio grazie al primo gol fantasma del campionato: in assenza della tecnologia abiurata dalla Fifa, ma anche solo dei giudici di linea sperimentali di quest'Estate, il signor Gervasoni convalida una rete di Cavani che in realtà tale non era. Nella ripresa, D'Agostino riporta la parità per una Fiorentina in cui esordisce anche Alessio Cerci, sogno del Torino fino a qualche giorno fa. Il Chievo inizia bene: il trentenne Moscardelli, esordiente in Serie A (e che l'anno scorso colpì anche il Toro in un momento decisivo della stagione granata) apre le danze contro il Catania, che perviene al pari con una perla di Ricchiuti, vero leader dei siciliani; in un secondo tempo brutto c'é solo l'accelerata del solito Pellissier, che si procura e realizza il rigore da tre punti. Vittoria anche per il Parma sul Brescia. La chiave nei due trequartisti: Diamanti non c'é ancora, Giovinco invece sì. Eccome: la “Pulce” confeziona entrambi gli assist dei gol-partita, e inventa giocate in serie, colpisce una trasversa, insomma è decisivo. Una lettura simile si può dare anche a Palermo-Cagliari: mancano entrambi i registi (Liverani e Conti), e il gioco ne risente; lo zero a zero è ovvio. Lunedì sera, nel posticipo, un Bologna senza allenatore (ma che attende Malesani) aspetta i detentori dello scudetto.

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