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campionato
La seconda giornata di campionato ci regala tre sole squadre a punteggio pieno: sono Juventus, Cagliari e Udinese. La squadra di Conte, tornato nella sua Siena a nemmeno tre mesi dalla conquista della serie A, nm brilla come all’esordio, ma ha capacità e cinismo per tornare dal Franchi con la posta piena. Decisiva una grande giocata di Vucinic, un fantasma per quasi tutta la partita, ma abbastanza lucido nel momento topico per servire il più facile dei palloni a Matri. In attesa di sfide più probanti (anche se il Siena ha opposto una strenua resistenza), Del Piero e compagni dimostrano di avere un altro tipo di approccio rispetto allo scorso campionato.
A far compagnia alla Juve in vetta, troviamo, dicevamo, Cagliari e Udinese. In casa rossoblù il tecnico Ficcadenti sembra dar ragione al suo patron Cellino, mangiallenatori per definizione e in grado di cacciare Donadoni a stagione neanche iniziata. Prima la Roma e oggi il Novara, soccombono ai colpi di Conti, alla seconda rete consecutiva e Thiago Ribeiro, alla prima segnatura in serie A. Riuscirà Ficcadenti dove hanno “fallito” i suoi precedessori Donadoni e Allegri? Cellino sogna l’Europa (League), più facile che i sardi si concedano l’ennesimo campionato di metà classifica.
L’Udinese ormai non fa più notizia. Cresce i campioni, li vende come una gioielleria, fa risultati e l’anno dopo ricomincia da capo. Nonostante le partenze di Sanchez, Inler e Zapata, l’Udinese si conferma squadra organizzata e piena di talento. Contro la troppo arrendole Fiorentina, ci pensa il solito Di Natale a far esultare il Friuli. Grossi problemi in casa viola, invece: squadra involuta, la grana irrisolta di Montolivo e l’infortunio a Gilardino da valutare.
Stecca clamorosamente la Lazio davanti al suo pubblico. Qualche scricchiolio si era avvertito già in Europa League, ma contro il Genoa sono venute alla luce crepe che nemmeno Reja poteva immaginare. In vantaggio con l’ex Sculli, infatti, i biancocelesti si fanno rimontare dai gol di Palacio e Kucka, guarda caso i due giocatori che Gasperini aveva richiesto per la sua Inter.
Prima vittoria anche per Catania e Parma, vittoriose grazie ai loro giocatori simbolo Maxi Lopez e Giovinco. Vince sotto il diluvio l’Atalanta di Colantuono, ora a meno due in campionato, con un gol del rinato Denis, bravo a sfruttare un pregevole assist di Bonaventura. Maluccio il Palermo del simpaticissimo Mangia. Non sempre, però, si ha la fortuna di giocare contro l’Inter.Male, anzi malissimo il Bologna, che crolla in casa contro il Lecce di Di Francesco. Bisoli, dopo due giornate già a rischio, corre il pericolo di subire un altro esonero lampo dopo quello di Cagliari dell’anno scorso.
Nell’anticipo del sabato sera, invece, Gasperini e Luis Enrique non si fanno male impattando sullo 0-0 al San Siro. Tutto sommato un pareggio che va bene ad entrambe, anche se potrebbe essere solamente un prolungamento dell’agonia. Soprattutto per il tecnico nerazzurro, già all’ultima spiaggia, contro il Novara.
In Inghilterra la sfida a distanza tra i due Manchester segna un punto a favore di della squadra di Ferguson. Impegnate nel big match di giornata contro il Chelsea del golden boy della panchina Villas Boas, le furie rosse hanno dato l’ennesima prova di forza asfaltando i Blues per 3-1. Gol di Smalling, Nani e Rooney (che poi sbaglia anche un rigore) e gol della bandiera del redivivo Torres. Passo falso, invece, del Manchester City, rimontato sul campo del Fulham dopo essere andato in vantaggio per 2-0 con un doppio Aguero.
In Spagna il Barcellona, criticato per i due 2-2 consecutivi (sì, anche il Barça riceve critiche), risponde ai suoi detrattori con un 8-0 ai danni del derelitto Osasuna (tre volte Messi). Tra le due superpotenze prova a inserirsi il Valencia, a punteggio pieno, vittorioso 1-0 sul campo dello Sporting Gijon.
La giornata, però, si chiude in Italia, e con i botti: Napoli-Milan é un passo indietro di vent'anni e qualcosa in più, un boccone di calcio saporito dal retrogusto anni '80. Quando le due compagini si sfidavano per il predominio sul campionato, in una lotta che aveva connotati molto più ampi di quelli calcistici.I primi dieci minuti di stasera, con il bel gol di Aquilani e la supremazia territoriale rossonera, sembrano dire che però i sogni di un ritorno al passato sono destinati a rimanere tali, per Napoli e i napoletani; subito dopo, però, si accende El Matador. Cavani ne fa tre, replicando la serata magica vissuta contro la Juventus pochi mesi fa; e non sono solo gol, perché la squadra di Mazzarri fa girare palla meglio degli avversari, é più ficcante, e soprattutto fa correre a vuoto gli uomini di Allegri.E allora, sì: per lo scudetto, il Napoli c'é.
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