di Nino Mancini
campionato
Serie A, commento alla 37.a giornata
L'Inter butta alle ortiche la festa scudetto nel modo peggiore, pareggiando con il Siena una partita sofferta, fallendo un calcio di rigore generoso con Materazzi che prevarica le indicazioni di Mancini sul rigorista designato; lo spogliatoio nerazzurro è sempre stato uno dei più difficili da governare, sin dai tempi del padre di Massimo Moratti, che comunque ci mette del suo nell'alimentare frizioni tra i giocatori e con i tecnici che vengono delegittimati con voci di avvicendamenti in panchina, e a Parma li aspetta un certo Hector Cuper.
La Roma ha salutato il suo pubblico con una vittoria che la riporta ad un punto dal titolo, l'Atalanta è stata un avversario che ha concesso pochi spazi almeno fino al vantaggio di Panucci che ha preso il vizio del gol, comunque vada è stata un'annata da ricordare per il gioco messo in mostra e il gap chiuso con i nerazzurri (l'hanno scorso erano venti i punti di differenza); la Juve pareggia nel finale una partita non indimenticabile contro un Catania ancora in lotta per una salvezza matematica fino al gol di Del Piero, dopo un campionato da protagonista i bianconeri hanno scalato qualche marcia da un paio di giornate.
La Fiorentina riprende il quarto posto grazie alla vittoria contro un Parma partito bene ma spentosi dopo il vantaggio iniziale, i viola hanno schiacciato i ducali nella loro metà campo e stavolta le occasioni da gol sono state concretizzate dai terminali offensivi; il Milan invece perde al San Paolo contro un Napoli che con le grandi si trasforma (vedi Inter, Juve e Fiorentina), Lavezzi ed Hamsik hanno fatto la differenza insieme a Pampa Sosa alla partita d'addio in Italia mentre i rossoneri sono la brutta copia della squadra che ha dominato per un'ora i cugini nel derby.
Il Toro vince a Livorno e si conferma nella massima serie contro una formazione falcidiata dalle squalifiche uno dei migliori in campo è comunque Sereni, e questo lascia riflettere soprattutto in proiezione mercato, la retrocessione non giustifica il comportamento incivile di alcuni scalmanati toscani che hanno fatto sospendere l'incontro; in bocca al lupo a Spinelli che ha dichiarato di voler ripartire dai giovani e Lucarelli, profeta in patria ma non all'altezza con altre maglie.
Festa al Granillo dove i padroni di casa condannano l'Empoli alla retrocessione raggiungendo la salvezza che fino a due mesi fa sembrava utopia, bravo Lillo Foti nel mercato di riparazione e nell'avvicendamento in panchina che ha portato i risultati sperati; sarà festa anche a Cagliari al ritorno della squadra da Udine dove i ragazzi di Ballardini hanno compiuto un'altra impresa battendo i padroni di casa meno brillanti delle prestazioni precedenti, e chissà se Cellino cambierà idea sui propositi di lasciare la società in altre mani.
Amauri saluta il pubblico che lo ha visto affermarsi campione, i compagni non riescono a mandarlo in gol e la Sampdoria passa grazie anche alla prodezza di Cassano e alla fortuna di Mirante che vede per due volte la palla stamparsi sul palo; dopo l'eliminazione in coppa Italia la Lazio con Pandev e Rocchi si riscatta a Marassi contro un Genoa da qualche turno irriconoscibile.
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