di Nino Mancini
campionato
Serie A: commento alla 38.a giornata
Vince l'Inter, basta un gol del principe Milito nella ripresa in una partita dominata contro il Siena che ha provato a giocarsela fino alla fine, troppa la differenza tra le due squadre con il risultato che sta stretto ai campioni d'Italia; cinque scudetti consecutivi come solo Toro e Juve, anche se uno a tavolino (con diciotto titoli sorpassa il Milan), un fiume di danaro speso da Moratti per arrivare ai trionfi del padre e il dominio di una rosa troppo superiore a tutte le altre pretendenti, con un allenatore che è riuscito a dare quella consapevolezza che a livello internazionale non avevano con il raggiungimento della finale di Champions di Madrid di sabato prossimo.
Onore alla Roma partita ad handicap con zero punti dopo due partite e l'esonero di Spalletti (che in Russia oggi ha vinto la coppa nazionale con lo Zenit), Ranieri è riuscito a ricompattare lo spogliatoio e a ridare motivazioni a giocatori logori, ha approfittato del calo dei nerazzurri per provare a riaprire un campionato ampiamente archiviato ed è quasi riuscito nell'impresa, sfumata per la tensione nervosa e i secondi 45 minuti contro la Sampdoria che non ha regalato nulla, la vittoria con il Chievo ed il tributo del popolo romanista accorso in massa a Verona sono il giusto premio per Totti e compagni.
Negli anticipi serali decisi per evitare rischi di incidenti tra opposte tifoserie la Lazio batte l'Udinese e si riconcilia con la tifoseria che continua però la contestazione permanente verso Lotito, dei bianconeri fa festa solo Di Natale ancora a segno e pronto insieme a Pepe all'avventura sudafricana; a San Siro la Juve prende altri tre gol dal Milan ed eguaglia la sciagurata stagione 61-62, la squadra senza motivazioni è stata in partita per i primi dieci minuti, i padroni di casa hanno poi preso il sopravvento regalando a Leonardo un addio all'altezza delle tredici stagioni passate in rossonero, la contestazione ingenerosa verso Berlusconi che ha comunque regalato un ventennio di successi deve comunque far riflettere la società pianificando una rifondazione ed un ringiovanimento della rosa anche a patto di trascorrere un'altra stagione di transizione, soprattutto dopo gli addii di Favalli e Dida e i mal di pancia di Ronaldinho.
Festeggia il quarto posto la Sampdoria che non senza fatica batte un Napoli deciso a non fare la comparsa alla festa d'addio di Marotta e Del Neri pronti a trasferirsi a Torino, Garrone riparte da Gasperin in cabina di regia e forse con Di Carlo in panchina anche se la più importante competizione europea ha bisogno della conferma di tutti i giocatori migliori della rosa; ci ha provato il Palermo fino alla fine battendo negli ultimi minuti l'Atalanta che saluta la massima serie con la brutta notizia del disimpegno della famiglia Ruggeri da sempre al timone della società.
Fanno festa il Parma che batte largamente il Livorno con molti ragazzini e il Bari che batte una Fiorentina svuotata da una stagione deludente, Maxi Lopez già pronto per una grande squadra ancora decisivo nella vittoria del Catania sul Genoa oramai in vacanza mentre divisione della posta in palio al Sant'Elia tra Cagliari e Bologna.
Come nelle previsioni il Barcellona si laurea campione di Spagna spianando il Valladolid mentre il Real Madrid non va oltre il pareggio a Maiorca con le faccia desolata di Kaka in tribuna per scelta tecnica, ancora un trionfo per Pep Guardiola che ha bissato il successo dello scorso campionato con molti ragazzini terribili; Ancelotti porta a casa anche la FA Cup e batte Mourinho che al primo anno aveva vinto solo il campionato, il portoghese da sabato sera potrebbe rimanere a Madrid per regalare i successi che mancano a Florentino Perez, in Germania il Bayern dopo lo scudetto si aggiudica anche la coppa nazionale battendo di goleada il Werder Brema.
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