campionato

Serie A, commento alla 38.a giornata

Serie A, commento alla 38.a giornata - immagine 1
di Nino Mancini Cala il sipario su uno dei tornei più avvincenti e combattuti degli ultimi anni, con il finale più logico anche se gli ultimi novanta minuti hanno regalato emozioni sconsigliate ai cuori deboli; l'Inter vince a Parma...
Nino Mancini

di Nino Mancini

Cala il sipario su uno dei tornei più avvincenti e combattuti degli ultimi anni, con il finale più logico anche se gli ultimi novanta minuti hanno regalato emozioni sconsigliate ai cuori deboli; l'Inter vince a Parma nella ripresa dopo un primo tempo incolore grazie al suo campione ritrovato Ibrahimovic che rientra dopo un mese e realizza i primi gol del girone di ritorno, i gol che valgono il sedicesimo titolo.

Ha vinto la squadra più forte, non quella che ha fatto vedere il miglior calcio, Mancini ha dovuto fare i conti con una serie incredibile di infortuni che ha decimato una rosa che appariva troppo superiore alla concorrenza, ha disputato un girone d'andata a tutta velocità per poi rallentare pericolosamente in quello di ritorno, eliminato troppo presto in Champions ha rischiato di perdere all'ultima curva anche lo scudetto; Mancio è l'allenatore più vincente del club nerazzurro dopo il mago Herrera ma continuamente messo in discussione da critici che non amano il carattere pungente di un ragazzo di talento che ha vinto troppo poco da calciatore e molto da quando si è seduto in panchina, messo sulla graticola anche da uscite infelici di un presidente mecenate che ha rischiato di delegittimarlo nei confronti dei giocatori, l'inchiesta con relative intercettazioni telefoniche nella settimana decisiva ai limiti del buon gusto.

Il Parma retrocede per la prima volta in serie B dopo diciotto anni nella massima serie, Ghirardi ha pasticciato sin dalla prima giornata mettendo in discussione Di Carlo, poi l'acquisto di Lucarelli che non ha reso secondo le aspettative e per finire l'ingaggio per poche giornate di Cuper con licenziamento alla penultima, i ducali hanno molti giovani di sicuro futuro con cui torneranno protagonisti.

La Roma è stata virtualmente campione d'Italia per un tempo, poi le notizie da Parma e l'arrembaggio finale del Catania hanno fatto il resto, Spalletti e i suoi hanno fatto i miracoli mostrando gioco, carattere e chiudendo parte del gap con i nerazzurri, bene hanno fatto i tifosi giallorossi ad accogliere i loro beniamini a Fiumicino; gli etnei raggiungono la salvezza negli ultimi minuti dopo una grande prestazione con due traverse e molte occasioni da rete non concretizzate dai ragazzi di Zenga, che merita la riconferma.

La Fiorentina agguanta la Champions nel finale grazie ad una prodezza di Osvaldo che ha dei colpi che ricordano Batistuta, i viola hanno trovato un Sereni in forma nazionale ed un Toro che pur non avendo più niente da chiedere al torneo se l'è giocata in contropiede, da rivedere il gol annullato a Diana; il risultato premia Prandelli che raggiunge l'obiettivo alla terza stagione in cui aveva conquistato sul campo i punti sufficienti, premia i fratelli Della Valle per la pazienza e la disponibilità economica e Pantaleo Corvino per la meticolosa programmazione e le felici scelte di mercato, speriamo che Cairo impari dai suoi ultimi avversari.

Il Milan congeda Cafù e Serginho che torneranno in Brasile, parte malissimo e va in svantaggio contro una buona Udinese ma nella ripresa straripa grazie al centesimo gol in rossonero di Inzaghi e alle giocate di Kaka che si permette il lusso di sbagliare anche un rigore, Galliani avrà un compito particolarmente complicato nel ringiovanire la rosa ripartendo dalla Uefa e con il primo obiettivo già dichiarato nel campionato prossimo; l'Empoli in vantaggio contro il Livorno ha sognato la salvezza per quasi ottanta minuti, poi il pareggio del Catania ha fatto sprofondare gli uomini di Cagni nella delusione con una caduta di stile fuori luogo del presidente Corsi davanti ai microfoni nel dopo gara.

Le altre gare della giornata avevano solo fini statistici, si è giocato e segnato molto nell'anticipo di Genova dove il pareggio per 3 a 3 ha incoronato Del Piero con una doppietta capocannoniere del torneo dopo il titolo vinto l'anno scorso nella serie cadetta, a Cagliari dove una doppietta del reggino Amoruso ha fatto da contraltare al battesimo di Larrivey, a Siena dove Maccarone diventa il goleador più prolifico dei bianconeri con una doppietta e pareggia i gol palermitani.

Il Genoa perde anche a Bergamo, quarta sconfitta consecutiva mentre la Lazio si congeda dal suo pubblico con una vittoria contro il Napoli ininfluente ai fini della classifica ma con qualche asprezza di troppo tra Tare e Domizzi; martedì arrivano le convocazioni per gli Europei mentre sabato si chiude ufficialmente la stagione con la finale di coppa Italia all'Olimpico di Roma tra le due squadre che hanno reso avvincente il torneo.

tutte le notizie di