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CHINA OUT BEIJING, CHINA - JUNE 20: Ultra supporters of the Beijing Guoan FC wave flags as police stand guard during their Chinese Super League match against Tianjin FC on June 20, 2015 in Beijing, China. There are growing legions of ardent supporters and fans of China's football clubs. The government is also trying to foster a football culture in the country by mandating football programs in 20,000 Chinese schools in a recent plan devised by President Xi Jinping. (Photo by Kevin Frayer/Getty Images)
Dopo oltre due mesi e mezzo dal primo decesso ufficiale da Coronavirus (registrato l'11 gennaio scorso), in Cina l'emergenza sanitaria sembra essere ormai sulla via del tramonto. Secondo quanto riportato da Sky Sport, infatti, la Chinese Super League - campionato di prima divisione cinese - sarebbe pronta a tornare in campo tra la fine di maggio e l'inizio di giugno. A distanza di oltre quattro mesi dal primo caso di contagio da COVID-19. Numeri che, verosimilmente, faranno scuola anche per il calcio italiano ed europeo.
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IN ITALIA - Da settimane ormai in Italia ci si domanda quando ripartirà la Serie A. Una domanda a cui, ad oggi, è impossibile rispondere con certezza. Per farsi un'idea più concreta però è possibile fare riferimento, appunto, a quanto è successo in Cina. Con l'aggiunta di un paio di particolari non indifferenti: innanzitutto il fatto che l’Italia ha preso delle misure meno restrittive rispetto alla Cina per contenere la diffusione del virus e in secondo luogo il dato riguardante il numero di contagi. L'Italia, infatti, nella giornata di ieri ha ufficialmente superato la Cina: 86.498 (dato del 27 marzo n.d.r.), contro gli 81.340 cinesi.
"CONFRONTO - Non resta dunque che confrontare i due scenari, sulla carta abbastanza simili tra loro. Il primo decesso italiano da Coronavirus è datato 21 febbraio 2019 e, applicando pedissequamente gli stessi tempi della Cina, la Serie A difficilmente potrebbe ripartire prima di giugno. Il tutto rigorosamente a porte chiuse. Uno scenario che, se dovesse realmente verificarsi, rischierebbe di compromettere non solo il campionato in corso ma anche quello successivo. Una domanda sorge allora spontanea: è davvero necessario terminare la stagione? La stessa domanda, che ormai da giorni, si stanno iniziando a porre anche diversi presidenti di Serie A. Urbano Cairo in questo senso è stato chiaro: inutile e dannoso giocare dopo il 30 giugno, poichè si comprometterebbe la regolarità della stagione successiva. Mentre il presidente FIGC, Gabriele Gravina, ha detto e ridetto che si tenterà ogni soluzione pur di finire il campionato corrente. Vedremo se a prevalere sarà la sua linea.
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