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L’Italia sta vivendo uno dei momenti più complicati della sua storia recente. Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’intero paese, ma le polemiche non si arrestano e a innescarle, come sempre accade nel Bel Paese, è il calcio. Domenica 8 marzo è andato in scena uno scontro frontale tra il Ministero dello Sport, la Federazione italiana gioco calcio, (Figc), la Lega Serie A, l’Associazione italiana calciatori (Aic) e anche le televisioni, su tutte Sky. La pay-tv ha replicato, infatti, duramente al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora per la mancata trasmissione in chiaro delle gare disputate a porte chiuse ieri (in primo luogo Juventus-Inter). Spadafora aveva accusato l’azienda dicendo che “ancora prima che la situazione diventasse così drammatica per il Paese, la Lega di Serie A e Sky si erano già rifiutate di concedere a migliaia di italiani”, mentre Sky ha risposto con le seguenti parole: “Ci spiace constatare che le dichiarazioni del signor Ministro dello Sport non corrispondono alla verità dei fatti. Infatti Sky da molti giorni aveva dato la piena disponibilità sia alla visione di Juventus-Inter sui propri canali in chiaro (TV8 e Cielo) che alle partite di cui Sky detiene i diritti a pagamento. TV8 e Cielo sono disponibili sulla piattaforma digitale terrestre per tutti i cittadini e a tutti gli appassionati e non solo ai propri abbonati. Le norme e leggi attuali non sono superabili e la Lega Calcio di Serie A lo ha più volte dichiarato e chiarito”.
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CONTRARI - Ma veniamo agli altri scontri, anch’essi alquanto pepati. Ciò che è accaduto al “Tardini” per Parma e Spal è stato a dir poco grottesco. A favore della sospensione dei recuperi della ventiseiesima giornata, dopo il nuovo decreto del Governo firmato dal Premier Giuseppe Conte a cavallo tra sabato 7 e domenica 8, due istituzioni: il Ministero e l’Associazione Calciatori. Spadafora, anche in questo caso, ha utilizzato parole forti, accusando senza mezzi termini la Lega Serie A e il suo presidente Paolo Dal Pinodi aver compiuto “un gesto irresponsabile”. Anche Damiano Tommasi, presidente del sodalizio che rappresenta i calciatori, ha sottolineato come “fermare il calcio è l’atto più utile al Paese in questo momento”, tanto che per poco non è stato indetto uno sciopero appena prima del fischio d'inizio di Parma-Spal.
CONSIGLIO FEDERALE - Le tempistiche in tutto questo hanno fatto e faranno discutere, oltretutto perché hanno sviluppato atteggiamenti e litigi da bar inammissibili in uno stato di emergenza come quello che l’intero paese sta fronteggiando. Bisogna aggiungere che in questo quadro anche la Figc sembra disponibile allo stop delle attività della massima serie. Tuttavia, tutto dipenderà dal consiglio federale straordinario di martedì, nel quale la Lega Serie A, al momento l’unico ente diversamente allineato, prenderà una decisione sul da farsi. La confusione regna sovrana, dunque, e tutti hanno contribuito a far vivere una domenica nera al calcio nostrano. L'atteggiamento dei dirigenti del calcio è ancor più censurabile se paragonato a quello dei colleghi del mondo del basket, che in pochi minuti non hanno indugiato a mettere da parte gli interessi personali ed economici sospendendo le partite della Serie A in programma domenica 8 marzo.
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