Sono più o meno 100 i giorni passati dall'infortunio di Zapata, e all'orizzonte non si scorge ancora un sostituto che possa contribuire a tirare fuori la squadra dalle sabbie mobili della bassa classifica in cui si è cacciata con una lunga serie di prestazioni deludenti. Non ingannino i timidi segnali mostrati nel derby: due sole vittorie nelle ultime sedici gare sono un viatico più che preoccupante in termini salvezza. Tuttavia, il rischio di sprofondare nelle zone calde non sembra preoccupare più di tanto la società che ha deciso di prendersela comoda. Certo, il mercato di gennaio è difficile, le occasioni sono poche e la merce è cara, ma bisognava pensarci prima, perchè i problemi del Torino FC nascono a monte della finestra invernale.
GRANATA DALL'EUROPA
100 giorni
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A gennaio bisognerebbe arrivarci con l'ossatura della squadra ben definita e con alle spalle un percorso virtuoso, che permetta di limitarsi a fare i ritocchi necessari. Ci arriviamo invece con il fiato corto, senza vere certezze, con una classifica deficitaria e una rosa dai mille interrogativi. Le falle del mercato estivo si ripercuotono pesantemente sulla situazione attuale, e la finestra invernale diventa cruciale per evitare una retrocessione che, purtroppo, è qualcosa di più che una remota eventualità. Il peccato originale è stato commesso in estate (e i problemi attuali ne sono solo la diretta e inevitabile conseguenza), ma non sembra che la società abbia imparato la lezione. La logica incomprensibile che ora zavorra l'acquisto dei due-tre innesti necessari per la salvezza (e in primis un attaccante di riferimento) è la stessa che si è dimostrata deficitaria nel mercato estivo. Anche allora si sapeva con largo anticipo che la difesa e le fasce erano completamente da rifare (dopo la assurda serie di cessioni e mancati rinnovi), ma si è attesa la fine del mercato e ci si è accontentati dei profili meno costosi rimasti in giro.
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Allo stesso modo, il balletto inconcludente alla ricerca di (almeno) una punta sembra adesso destinato a trascinarsi fino alla fine della finestra invernale, quando bisognerà probabilmente accontentarsi del poco rimasto sul banco dei venditori. E' incomprensibile come una società che milita nella massima serie continui a barcamenarsi in questo modo, senza dare l'impressione di avere una strategia e una serie di canali capaci di consentire per una volta un mercato razionale, efficace e rapido. Se da un lato questo è dovuto alla limitate capacità di scouting e alle disponibilità finanziarie sempre più ridotte, dall'altro ad acuire il problema contribuisce il circolo vizioso in cui la società si è annodata da anni. Gli errori di mercato, l'assenza di ambizioni e la mediocrità dei piazzamenti in campionato hanno ridotto, e di tanto, l'appeal del granata. E' sempre più difficile convincere giocatori ad accettare il passaggio ad una squadra che non garantisce visibilità e la cui massima ambizione è un piazzamento a mezza classifica. Si innesca cosi' inevitabilmente il ciclo seguente: pochi soldi, poche idee, poca attrattiva e poca qualità portano a risultati ancor più mediocri, rafforzando i dubbi di chi ha i piedi buoni e alternative più vantaggiose. Per capire quanto poco il Torino FC alletti giocatori di categoria medio-alta basta guardare alla telenovela Gosens, o alla pantomima messa in atto da Vagnati per convincere Adams.
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Non serve neanche nascondersi dietro alla sfortuna per giustificare le deficienze sempre più evidenti in campo: se è vero che l'infortunio di Zapata è un evento casuale, le enormi lacune evidenziate dalla rosa attuale sono frutto di carenze strutturali. La difesa ruota intorno a giocatori volenterosi, ma chiaramente inferiori rispetto ai titolari dello scorso anno e l'assenza di Buongiorno e Rodriguez si fa sentire anche in fase di costruzione. Sulle fasce la partenza di Bellanova ha lasciato un baratro che Pederson non riesce minimamente a colmare, mentre a sinistra invece dell'investimento ''alla Gosens'' ci si è accontentati di Sosa, che fa chiaramente vedere perchè era praticamente fuori rosa all'Ajax. A centrocampo i seri dubbi già emersi su Ilic nella scorsa stagione si sono confermati con chiarezza, mentre la scommessa Gineitis è stata finora persa e la scelta di mantenere un metà campo low-cost con Linetty e Tameze mostra tutti i suoi limiti. Anche in attacco, l'idea di non investire su un sostituto di Zapata, che per età e infortuni non poteva certo garantire un campionato intero, non è stata certo delle migliori.
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Trovarsi adesso con tre punte in rosa, nessuna delle quali abbia almeno una parte delle caratteristiche del colombiano, prova ulteriormente la miopia sul mercato estivo. Le carenze della rosa attuale gettano anche dubbi sulle scelte della società in materia di valorizzazione dei giovani. Ma era veramente necessario sborsare quattrini per Linetty, Tameze, Walu o Karamoh? Perchè non provare invece a valorizzare giovani della Primavera che ora si guadagnano onestamente la pagnotta in serie A? Vengono in mente tanti nomi, da Gyasi a Bonifazi, da Kone all'ormai esploso Lucca, che sicuramente avrebbero meritato una chance in più. Il nostro mercato, invece, resta appeso alla buona volontà di altre squadre che possono o meno darci giocatori, a seconda delle loro esigenze e disponibilità. Sarà difficile pero' trovare una compagine generosa quanto il Torino FC, sempre pronta ad aprire il negozio e a incartare e recapitare al mittente i profili più interessanti. Dall'alto dei loro posti in vetta alla classifica Buongiorno e Bellanova ringraziano sentitamente. I tifosi un po' meno.
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