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1991/1992: La maledetta serata di Amsterdam e l’inizio del declino

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Estate 1991, il Toro non si ferma più, Borsano richiama in società Luciano Moggi che diventa il nuovo General Manager, mentre Mondonico è confermato in panchina.Il giovane Dino Baggio...
Beppe Pagliano

Estate 1991, il Toro non si ferma più, Borsano richiama in società Luciano Moggi che diventa il nuovo General Manager, mentre Mondonico è confermato in panchina. Il giovane Dino Baggio viene ceduto alla Juventus, ed approdano in granata il centravanti brasiliano Casagrande dall'Ascoli, il centrocampista  belga Scifo prelevato dai francesi dell'Auxerre ed infine torna alla base il giovane Venturin di ritorno dal prestito al Napoli. L'entusiasmo è alle stelle, gli abbonamenti raggiungono la cifra record di 26.060, sembra davvero di rivivere gli anni della mia infanzia, quando nel '76 si vinse lo scudetto. L'ambizione di Borsano assommata alla spregiudicatezza di Moggi fanno sognare i tifosi, ma ben presto ci accorgeremo di vivere all'interno di una bolla di sapone. Il campionato viene vinto alla grande dal Milan, al secondo posto giunge la Juve mentre al terzo posto si piazza il Toro, autore di un girone di ritorno da favola in cui colleziona ben 24 punti, 3 in meno dello stellare Milan di Capello. Il 19 settembre i granata fanno ritorno in Europa disputando la Coppa UEFA, gli avversari sono i modesti islandesi del KR Reykjavik, in Islanda il Toro vince 2 a 0 mentre al ritorno finisce in goleada grazie ad un tennistico 6 a 1. Il secondo turno ci mette di fronte ai portoghesi del Boavista, eliminati dopo che all'andata al Delle Alpi la partita viene vinta 2 a 0 grazie alle reti di Lentini ed Annoni, al ritorno basta uno 0 a 0 e la pratica viene archiviata. A dicembre nell' ultimo turno prima della pausa invernale il Toro se la vede contro gli ostici greci dell'AEK Atene, in Grecia è una bolgia, ma il Toro non perde la testa e finisce la partita sul 2 a 2 essendo stato a lungo in vantaggio, al ritorno è Casagrande a regalare il gol vittoria dell' 1 a 0 che sancisce la qualificazione. Si arriva così in primavera, l'urna è benevola con i granata e regala la squadra più modesta di quelle rimaste in lizza, vale a dire i danesi del BK 1903. A Copenaghen finisce 2 a 0 per noi grazie alle reti di Casagrande e Policano, il ritorno a questo punto è poco più di una formalità, ma viene comunque vinto per 1 a 0 grazie ad una autorete del danese Nielsen, indimenticabile a fine partita l'omaggio che i giocatori danesi riservano alla Maratona, quando tutti quanti vengono sotto la curva ad applaudire i tifosi granata, al solo ricordo, a più di vent'anni di distanza, mi viene ancora la pelle d'oca! Il Toro a questo punto è in semifinale in compagnia di Ajax, Real Madrid ed il sorprendente Genoa, capace di eliminare gli inglesi del Liverpool. Il 21 marzo 1992 siamo tutti davanti alla tv mentre si svolge il sorteggio delle semifinali di Coppa UEFA, la prima squadra estratta è il mitico Real Madrid, la seconda è il leggendario Toro, saranno quindi gli spagnoli i nostri avversari. 1° Aprile 1992, Madrid, Stadio Santiago Bernabeu, ore 21.00, il Toro indossa la divisa totalmente granata ed entra in campo davanti a 63.000 spettatori, il cuore mi batte forte, un continuo tremore mi assale, cerco di respirare profondamente, ma l'agitazione si è completamente impadronita di me, da parecchi giorni cercavo di immaginare questo momento, ed eccolo che si presenta davanti ai miei occhi, ci stiamo per giocare l'ingresso in finale di UEFA contro la squadra più famosa del pianeta. È un Toro attento quello che affronta il Real, gli spagnoli attaccano ma i nostri li contengono abbastanza agevolmente. Il primo tempo finisce 0 a 0, il Toro non ha praticamente mai superato la metà campo avversaria. Sono sul divano con mio padre, la tensione continua a leggersi sui nostri volti, io sudo come se fossi in campo e continuo a tremare. Inizia la ripresa ed il copione non cambia, Real in avanti e noi ordinati in difesa. 58' minuto: in una rara incursione, Policano scende sulla fascia sinistra, arriva al fondo del campo e fa partire un diagonale da posizione impossibile, il portiere Buyo non trattiene, la palla rimane lì a pochi centimetri dal gol, il primo ad arrivare è Casagrande che tocca la palla facendola rotolare in fondo al sacco, mi ritrovo in ginocchio davanti al televisore gridando come un pazzo, prima di abbracciare mio padre, il quale per una volta tanto, si lascia andare ad una esultanza smodata. Real 0 - Toro1. Da questo momento in poi  inizia il nostro calvario, dopo soli tre minuti Hagi pareggia, dopo altri cinque Hierro porta in vantaggio gli spagnoli. Il Real dopo aver subito la nostra rete ha letteralmente cambiato passo e attacca senza sosta, al 68' un'entrata da codice penale di Hagi su Cravero costringe il nostro capitano ad uscire in barella con un ginocchio lacerato, i nostri cercano di non farsi intimidire, ma al 72' Policano viene cacciato dal campo dall'arbitro austriaco Forstinger. Il Toro soffre come non mai, ma al 90' il risultato e di 2 a 1 per i madrileni, nulla è quindi compromesso in vista del ritorno. Domenica 5 Aprile 1992, prima della sfida contro il Real, c'è da affrontare il derby di ritorno, quello di andata è stato perso per 1 a 0, i granata in quella occasione hanno giocato praticamente tutta la partita in 9 a causa delle espulsioni di Bruno e Policano, ma poco prima del 90' l'allenatore avversario ha sostituito un attaccante per fare posto ad un difensore, in quanto, pur in inferiorità numerica, il Toro continuava a fare paura ai bianconeri. Il 5 Aprile inoltre, sono in programma le elezioni politiche e Borsano è candidato per il Partito Socialista, il Toro domina in lungo ed in largo la Juve e vince per 2 a 0 grazie ad una doppietta di Casagrande, al termine della partita, i tifosi granata, ubriachi di gioia, escono dallo stadio per entrare nei seggi elettorali, Borsano diventa così un Onorevole della Camera dei Deputati. Mercoledì 5 Aprile, ore 20.30, da più di due ore sono all'interno dello stadio, con me ci sono altri 59.860 cuori granata, la partita che può valere la finale sta per iniziare. Settimo minuto, il Toro attacca verso la Curva Primavera, Lentini crossa al centro, Casagrande colpisce di testa e batte il portiere avversario, il boato che scatena quel gol si sente a chilometri di distanza, saprò poi che in realtà è stato il difensore Rocha a superare il proprio portiere nel tentativo di anticipare Casagrande. Il Toro a questo punto è qualificato, ma la partita è tutta da giocare, il Real dispone di giocatori capaci di risolvere la partita in proprio favore in un amen. Minuto 76': Lentini, sempre lui, scende sulla sinistra, proprio davanti a me, arrivato sul fondo crossa a rasoterra, la palla non viene intercettata da nessuno degli attaccanti, ma il piccolo Fusi, dalle retrovie, ha seguito l'azione ed ecco che si avventa sul pallone, il suo tocco è lieve e gonfia la rete con leggerezza. Non so cosa sia successo in quel momento, so che ho iniziato ad urlare come un ossesso ed a saltellare sui seggiolini della Maratona, abbracciando tutti i componenti della mia famiglia e chiunque mi capitasse a tiro. Al termine della partita ci riversiamo in strada, felici come non mai, non abbiamo vinto nulla, ma la gioia di quella sera nessuno di noi la potrà mai dimenticare. 29 Aprile 1992, finale di Coppa UEFA, avversario l'Ajax di Amsterdam che ha eliminato in semifinale il Genoa. Oltre 65.000 persone prendono posto al Delle Alpi pieno come non mai, l'aria che si respira è strana, non c'è la sicurezza che si respirava contro il Real, c'è un misto di diffidenza e paura, la sfiga ancora non si è manifestata, ma tutti noi sappiamo che è lì, da qualche parte, pronta a prepararci qualche trabocchetto. 14' minuto, un tiro di Jonk dalla distanza sorprende Marchegiani, stranamente troppo avanti, la parabola è beffarda e supera il nostro portiere. Il Toro attacca, ma non riesce a passare, sono anzi gli olandesi a rendersi ancora pericolosi in contropiede. Al 62' un tiro da fuori di Scifo non viene trattenuto dal portiere avversario e Casagrande è bravo a ribadire in gol. Manca ancora mezz'ora ed il Toro si riversa in attacco, lasciando spazio alle ripartenze avversarie, su una di queste dopo un errore difensivo da parte della nostra difesa, vede Bendetti costretto a commettere un fallo da rigore sull'attaccante avversario Bergkamp. Lo svedese Petterson al 75' supera su rigore Marchegiani, portando così il risultato sul 2 a 1 a favore dell'Ajax. Il Toro non si arrende ad al minuto 84 un caparbio Casagrande riesce a superare il portiere olandese fissando il risultato sul 2 a 2. La mia esultanza è contenuta, incito i giocatori granata, affinché cerchino la rete della vittoria, rete che viene fallita per un niente da Bresciani in pieno recupero. La partita finisce e le speranze sono davvero poche, per alzare la coppa, si dovrà vincere in Olanda. 13 Maggio 1992, il Toro scende in campo ad Amsterdam con la stessa divisa, completamente granata, con cui ha affrontato il Real Madrid al Bernabeu. È un Toro senza paura, arrembante che fin dalle prime battute mette paura agli avversari, nel primo tempo Casagrande colpisce un palo di testa da distanza ravvicinata, Cravero poi viene steso in area senza che l'arbitro Petrovic intervenga, Mondonico a questo punto alza la sedia in quello che è il gesto di sfida di tutto il popolo granata verso un destino perennemente avverso. Inizia il secondo tempo, a casa davanti al televisore comincio veramente a crederci, io e mio padre ci carichiamo a vicenda, ce la possiamo fare, l'Ajax balla terribilmente in balia delle folate granata. A metà ripresa un tiro dalla distanza di Mussi destinato a finire la sua corsa alle spalle del portiere olandese Menzo, viene deviato da un difensore dell' Ajax, il pallone prende uno strano giro e va a colpire la base del palo alla destro del portiere. Dalla mia bocca esce un "Nnnnnnoooooo" di dolore! Al 90' con il Toro tutto in attacco, Mussi di testa prolunga un pallone al limite dell'area di rigore, la sfera rimbalza,  viene controllata da Sordo, il quale si gira verso la porta ed al volo calcia un tiro perfetto, Menzo non può intervenire, non può che essere gol, ma il pallone va a sbattere contro la parte interna della traversa ed incredibilmente ritorna in campo, sfiorando le gambe di almeno un paio di attaccanti granata i quali non hanno il tempo di ribattere in rete, a causa della potenza del tiro. Chiudo gli occhi dalla disperazione, mi ritrovo a terra ed inizio a sbattere la testa sul pavimento, dopo alcuni secondi che appaiono un'eternità, alzo gli occhi e mi ritrovo a quasi 26 anni, col volto rigato dalle lacrime e con un paio di bernoccoli sulla fronte. La sfiga ci ha teso l'ennesimo agguato e questa volta ha fatto davvero male! I giocatori olandesi alzano la Coppa, Menzo bacia i pali della sua porta mentre dagli altoparlanti dello stadio i Queen cantano "We are the Champions", inutile dire che da ora in poi ascoltare questa canzone mi farà rivivere ogni volta lo stesso dolore! Di notte non riesco a prendere sonno, mi rigiro nel letto, ad un certo punto, dopo la  mezzanotte, mi alzo, prendo la macchina e vado in direzione Caselle ad attendere i nostri giocatori, credo di essere solo, ma quando arrivo all'aeroporto mi accorgo che siamo in migliaia ad attendere i giocatori granata ed a tributare loro il giusto ringraziamento per un sogno, mancato davvero di un soffio. Da quel giorno di maggio, il Toro inizia il suo inesorabile declino, chissà però cosa sarebbe successo se le cose quella sera fossero finite in modo diverso...   Beppe Pagliano Twitter   @beppepagliano

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