In 7 minuti di Toro Verona è successo di tutto. In una partita deludente per risultato e gioco sono bastati 420 secondi per cambiare le sorti del match. Al 60' arriva (finalmente) un rigore per il Toro, assegnato al VAR per fallo evidente di mano, ma Adams calcia male e se lo fa parare da Montipò. Al 64' un erroraccio di Milinkovic-Savic, troppo sicuro di sé come già con la Lazio, regala il gollonzo del vantaggio veronese a Sarr. Dopo tre minuti ci pensa Elmas con un eurogol di sinistro a giro a rimettere a posto le cose. Dopo la fiammata, però, i granata tornano in modalità letargo e il Toro non va oltre uno striminzito pari contro gli scaligeri privi di molti effettivi. La verità è che questo Toro ha faticato davvero troppo contro un Verona molto più motivato. Hanno senz'altro pesato l'errore dal dischetto di un isolato Adams e l'espulsione nel finale di Ricci, ma è l'atteggiamento dei ragazzi di Vanoli ad aver lasciato come minimo perplessi i quasi 26.000 del Grande Torino, e tutti quelli che guardavano la partita da casa.


la scossa granata
A questo Toro serve la mentalità vincente
Probabilmente era una partita da giocare con due punte vere, perché la difesa a tre del Verona fagocitava facilmente Adams, troppo solo làdavanti. Poi servivano più coraggio e la voglia di vincere, che spesso fa da sola la differenza. Non è bastato il 4° gran gol di Elmas: la squadra è sembrata in riserva e in grado di fare punti solo grazie alla qualità di un singolo e all'orgoglio di non perderla, che, per fortuna, scuote i granata nei momenti peggiori. Di sicuro il mister non ha apprezzato approccio e prestazione e ha disposto che la squadra tornasse subito al Fila per preparare la gara col Como. Le due note positive sono che è arrivato il 6° risultato utile consecutivo e che, per una partita che valeva oggettivamente poco, c'è stato il quasi tutto esaurito, grazie alla spinta di Vanoli e alla giusta politica di marketing della società.
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Proprio Vanoli, nel commento post match ha detto: "L'approccio mentale? È un'attitudine da migliorare: dico sempre che diventeremo forti quando faremo switch on e switch off. È una capacità da imparare. Lo può insegnare chi ha esperienza, come Maripán o Biraghi. Nel 1º tempo siamo stati lenti con il pallone. E quando non ti escono le cose, ti innervosisci e subisci in fase difensiva. Sono i dettagli che fanno la differenza, mi sono arrabbiato con Coco perché un difensore non può scivolare. L'ho detto alla squadra, abbiamo buttato 45 minuti. Dobbiamo imparare a fare la gara, siamo stati lenti in tutto dando un vantaggio al Verona ben organizzato. Da qui alla fine dobbiamo crescere". Ecco, dobbiamo crescere, soprattutto come mentalità. Vediamo se a Como riusciamo a fare questo piccolo grande salto mentale.
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Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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