La pioggia torrenziale continua a scendere e io mi avvicino al cuscino, contenta del punto strappato a Verona. Strappato, sì, perchè il Toro come suo solito è entrato in campo mostrando un volto da felino pigro e celando l'aspetto più pericoloso per la fine, e facendoci vivere, per l'ennesima volta, almeno un tempo in tachicardia.
columnist
A Verona i due volti del Torino
Le assenze ci sono, pesano, ma gli elementi che hanno saputo metterci una pezza, hanno avuto la possibilità di dimostrare davvero qualcosa, oggi. Molinaro, ad esempio, che si è reso pericoloso anche nei momenti meno brillati del Toro, quando ancora la nostra squadra stava tastando il terreno del Bentegodi per ambientarsi meglio. La squadra ha retto, in un primo tempo che ha visto qualche occasione avversaria e poco più, e al fischio dell'arbitro che ha segnato l'inizio dell'intervallo, ho sperato fortemente che la frustrazione di Ventura si sfogasse negli spogliatoi, per dare quello squillo di tromba e far iniziare la vera partita.
Ma al Toro sembra serva sempre uno schiaffo in faccia per cambiare volto, e questo è arrivato sul rigore generosamente concesso ad inizio ripresa per il Verona. Nel momento in cui Toni ha segnato, io ho iniziato a sbattere la testa contro il muro. Ma con due cambi, Ventura ha cambiato la direzione della squadra, inserendo Acquah e Maxi Lopez, e svegliando il Toro dal momento letargico. Il primo, in particolare, giocatore deciso, al limite del nervoso, che comincia a piacermi tantissimo, si è fatto notare, correndo e saltando l'uomo, fino a mettere il sigillo su un pareggio che, per come si era messa la gara, è tutta farina da mettere in dispensa.
Di certo, però, la zampata del momentaneo 1-1 è quella che più mi ha riempito di soddisfazione. Perchè Daniele Baselli è una tale gioia per gli occhi, che ogni suo gol sembra ormai la giusta ciliegina su una torta di tre piani. Costruisce, si sacrifica e incanta. E lo ritrovi sotto porta a mettere il piede giusto, come se l'inserimento al Toro fosse stato una semplice formalità. Ventura ha ragione a porre l'accento sull'umiltà in cui la squadra deve lavorare, ed è evidente dall'approccio alle gare non positivo e dallo spreco che continuiamo a fare dei primi tempi, ma certe prestazioni di certi elementi mettono le ali al cuore.
Mi sistemo il cuscino e chiudo gli occhi. Al di là della grinta che ci è voluta per portare a casa il punto, al di là di un arbitraggio che poteva essere decisamente diverso, ho visto anche oggi diverse certezze e un grande pragmatismo. E pensando alla classifica provvisoria, sorrido e mi addormento serena.
Buonanotte granata...
© RIPRODUZIONE RISERVATA