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IL GRANATA DELLA PORTA ACCANTO

AAA personalità cercasi

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Il Granata della Porta Accanto/ L'infortunio di Zapata ha acuito uno dei "mali" di questo Toro: la mancanza di leader veri
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

C'è stata una piccola ammissione da parte di Vanoli nella conferenza stampa pre Inter-Torino riguardo la presunta mancanza di leader nella sua squadra.

"Se non ci sono i leader, mi hanno insegnato che è l'organizzazione che deve dare personalità" ha dichiarato il mister in riferimento ad una domanda proprio sulla quantità di personalità all'interno del gruppo squadra. Per fare stagioni di successo, definendo con successo qualunque obiettivo che ci si ponga, occorrono tre ingredienti: qualità dei singoli, organizzazione efficiente e carattere di ferro. Senza la contemporanea presenza di questi tre fattori difficilmente si va molto lontani e al Torino sembra che non ci sia abbondanza per almeno due di questi elementi su tre.

La squadra è un cantiere a cielo aperto in cui di sicuro si è intravista una diversa e più stimolante organizzazione, ma in quanto a qualità e carattere ci sarebbe qualcosa da dire su parecchi elementi. Considerando poi che molto probabilmente si dovrà fare a meno di Zapata per lungo tempo ecco che viene a mancare uno dei pochi punti di riferimento di questa squadra, sia per personalità che per qualità tecnica. Un brutto colpo davvero per questo gruppo che già difettava parecchio su questi due aspetti. Lo stesso Vanoli ha poi detto nel post partita con l'Inter di voler ripartire dalla capacità della squadra di restare in partita in una situazione drammatica di inferiorità numerica contro un avversario forte come i nerazzurri milanesi. La realtà è che la stagione del Torino, se sarà vero che si dovrà rinunciare a Zapata, è purtroppo già ad un bivio: o l'organizzazione citata da Vanoli verrà assimilata in tempi record e sopperirà alle mancanze di carattere e qualità di buona parte della rosa oppure molti dei singoli dovranno tirare fuori attributi che finora sono rimasti ben nascosti.

Tertium non datur, a meno che vogliamo considerare (e io personalmente non lo voglio) l'ipotesi che la squadra si sciolga e non si risollevi più dopo un inizio più che proficuo. Senza Duvan a trascinare la squadra, saprà Sanabria trovare la forza mentale per diventare decisivo al fianco di Adams? Il paraguagio è l'emblema di quella mancanza di personalità che questa rosa presenta: tecnica sopraffina, qualche colpo da top player, ma una fragilità emotiva ed una scarsissima consapevolezza dei propri mezzi quasi da "adolescente". Riprova ne è il fatto che dopo la sua migliore stagione di sempre, con i famosi 13 gol che rappresentano il massimo in carriere, è incappato in una delle sue stagioni più anonime dimostrando il perché la sua parabola professionale non è mai decollata a livelli più alti. Stesso discorso di può fare per Lazaro: ottima tecnica, ma pochissima personalità dimostrata dalla quantità industriale di retropassaggi quando ci si aspetterebbe che saltasse l'uomo o quantomeno ci provasse. La grande giocata proprio a San Siro contro il Milan nella prima giornata con tanto di assist al bacio per Zapata sembrava averci consegnato un Lazaro completamente trasformato dalla cura Vanoli. Invece anche l'austriaco è tornato il giocatore di sempre, quello che fa spesso imbestialire i tifosi, ma che la società, stranamente, spinge come "uomo immagine" mandandolo sovente a farsi intervistare nei post partita o a presenziare agli eventi importanti come il lancio della terza maglia. Anche Milinkovic Savic torna da San Siro sponda nerazzurra ridimensionato dopo alcune prestazioni che sembravano averlo fatto svoltare sul serio.

Decisivo come non mai nelle prime giornate di campionato, il serbo da "carrozza" è tornato "zucca" nella serata di Milano e senza nemmeno aspettare la mezzanotte come una novella Cenerentola. Ma l'elenco è lungo e potremmo stare qua ore a disquisire su quasi tutti gli elementi di questa rosa. Mi soffermerò solo su alcuni aspetti ancora legati alla personalità ed alla qualità dei giocatori. Maripan ha fatto una cavolata sesquipedale con quell'intervento su Thuram, poi costato un rosso che è stato una pietra tombale sulle ambizioni granata di tornare a Torino con qualche punto in saccoccia. Sono però convinto che una volta che entrerà in forma il cileno ci garantirà dietro quella dose di convinzione ed esperienza che manca come l'acqua nel deserto. C'è poi da augurarsi che prima o poi rientri Schuurs sebbene nessuno in questo momento possa dire quanto del vecchio Schuurs, ammirato fino all'infortunio proprio contro l'Inter, torneremo a vedere una volta rientrato a disposizione. A centrocampo se Ilic non dà una svolta radicale alla sua carriera giocando in maniera proporzionale al suo talento, sarà dura che il solo Ricci possa fare il boia e l'impiccato.

L'infortunio ha frenato la crescita di Gineitis che Vanoli sta tentando di rilanciare seppure a piccole dosi. C'è poi il capitolo Vlasic, un altro giocatore potenzialmente fortissimo, ma che non è certo un mostro in quanto a personalità: ottima tecnica, super duttile, grande tenacia e spirito di abnegazione, ma il croato continua ad essere, permettetemi la battuta cattivella, il fratello di Blanca Vlasic (campionessa di salto in alto) piuttosto che il contrario. E a proposito di croati io punto tantissimo su Borna Sosa, un laterale con caratteristiche diverse da Bellanova, ma con potenzialità per nulla inferiori a quelle di Raoul. Anche per Borna Sosa c'è da smaltire la ruggine di Amsterdam, ma è l'unico quinto che può farci fare il salto. Infine lasciatemi esprimere tutta la mia amarezza per le parole di Vagnati che ha dichiarato che Adams è stato preso con la promessa di fargli fare il salto in Premier o in una big di Serie A. La certificazione che la società agisce come un "plusvalenzificio" senza alcuno straccio di progetto sportivo. Anche in dirigenza, purtroppo, AAA personalità cercasi...

 

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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