Non c’è nulla di più ingannevole del mercato estivo per fare le carte alla stagione di una squadra: campagne acquisti sontuose è capitato che producessero stagioni anonime o, addirittura, disastrose, così come, al contrario, sessioni poco esaltanti di compravendita dessero il via ad annate memorabili. Quale sarà l'esito del campionato del Torino è francamente presto anche solo per ipotizzarlo, ma ciò che invece si può già dire con certezza è che gli acquisti che dovevano fare la differenza, al momento, non sono stati all'altezza delle aspettative. Ogni riferimento a Zaza e Soriano non è affatto casuale, ma bensì totalmente voluto: è innegabile, infatti, che siano loro al momento a mancare all'appello per il salto di qualità che, anche quest'anno, la squadra sta fallendo. Capisco chi dice che a calcio si giochi in undici (anzi in quattordici, secondo quanto recita uno dei più recenti mantra mazzarriani) ma, in un calcio sempre più totale dove anche le virgole possono far pendere l'ago della bilancia in bene o in male, è lampante che il mancato significativo apporto di due dei calciatori più importanti è un handicap non così semplice da scrollarsi di dosso.
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Aspettando Zaza e Soriano
La cosa grave è che sulla carta sia Zaza che Soriano sono due pesanti investimenti della società sebbene il loro acquisto reale sia posticipato alla prossima estate: quasi 30 milioni (su Soriano però c'è solo il diritto di riscatto e non l'obbligo) che solo un pazzo investirebbe su queste due pedine dal rendimento attualmente deludente. Il risultato è che il Torino ha gli stessi punti di un anno fa e, pur con tutte le attenuanti di quest'anno (Var, infortuni, calendario, ecc.) si è di fatto un po’ fermi al palo. Non sono così dissennato da gettare la croce sui due (ex) Azzurri, ma continuo a pensare che se il loro inserimento fosse avvenuto in tempi e modi differenti oggi la classifica della squadra sarebbe diversa. Resta un mistero il perché due calciatori professionisti, pur in ritardo di condizione per una preparazione estiva approssimativa nei loro precedenti club, non siano ancora ad oggi tirati a lucido a quasi tre mesi dal loro arrivo.
Soriano avrebbe dovuto essere il sostituto di Ljajic ma, per il momento, una partita sì è un'altra anche fa rimpiangere non poco la classe del fantasista serbo: stiamo parlando di due giocatori fondamentalmente diversi, ma Soriano nei piani di Mazzarri, oltre alle scorribande offensive, avrebbe dovuto garantire più sostanza e densità al centrocampo granata in fase di non possesso rispetto a Ljajic.
Su Zaza invece ci siamo tutti illusi che potesse essere una spalla per Belotti o che almeno fosse integrabile in un tandem d'attacco col Gallo. Il primo a ricredersi su questa possibilità è stato Mancini, il CT dell'Italia, che oltre a non convocare più né Belotti né Zaza per la poca brillantezza delle loro prestazioni, quando li ha avuti entrambi ha sancito nei suoi esperimenti tattici che insieme non possono giocare. La più grande delusione però, a mio avviso, data dall'attaccante ex Sassuolo e Juve è proprio un atteggiamento poco aggressivo nelle sue apparizioni in maglia granata. Forse solo contro il Frosinone si è visto l'attaccante rognoso e caparbio che nelle sue stagioni in neroverde aveva attirato l'attenzione di club importanti. Al Torino non ha ancora fatto vedere le sue doti di rapace d'area di rigore, né la sua capacità di tenere sempre impegnate le difese avversarie per la gran mole di lavoro sia in fase di ripiegamento che in fase di appoggio alla manovra offensiva.
Cosa fare quindi? Aspettare che Zaza e Soriano diano finalmente il loro importante contributo è l'unica opzione ragionevole che abbiamo come tifosi. Il problema è che la classifica non aspetta nessuno e chi si attarda rischia di non riuscire poi a recuperare. L'altro aspetto consolante invece è che nel momento in cui torneranno ai loro standard abituali Mazzarri potrebbe ritrovarsi un Toro pronto a cambiare marcia, magari proprio in primavera quando peseranno di più i punti per le posizioni di classifica che contano. Un po’ di ottimismo è d'obbligo: per gli eventuali processi e le lamentele ci sarà tempo…
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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