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columnist
Nota: la data di pubblicazione dell’articolo non dipende dall’autore. Domenica notte 10 Ottobre 2011. E si, magari ho visto una partita diversa e mi è venuta voglia di parlarne.Forse perché al goal di Padoin ho azzerato l’audio, stufo di sentire le solite ripetitive gufate da venduti di Barone e Guerrini ( e non credo che da un’altra parte Polizzi a Rambaudi siano stati da meno ) ed i boati della folla anche di fronte al poco espresso dalla squadra di Bergamo, vista la preannunciata e triste assenza della tifoseria granata ( solo una cinquantina, tra l’altro diversi Ultras “non tesserati” trasferiti nel settore ospiti ….evidentemente ).Così facendo ho potuto vedere la partita senza prezzolate influenze foniche.I miei occhi allora hanno percepito tre errori in difesa, pagati con due goal, di un Toro in palla, aggressivo ma sciupone, con buone ripartenze e gioco nelle sue mani per più di metà partita, soprattutto nel secondo tempo quando l’Ataladra ha tirato in porta due volte, compreso il fortunoso goal dell’ex.Ho notato anche l’impronta di Lerda su questo nuovo Toro. Probabilmente sbaglia nel cambio Obodo – Junco, a posteriori inopportuno, ma comprensibile dal momento che voleva giustamente vincere ( importantissimo) ed in quello di Pratali per un Cofie esordiente, azzardato per una fase così delicata dell’incontro; si poteva tentare ad esempio un D’Ambrosio centrale con il rientro di Felipe a destra.Ma dopo siamo bravi tutti, soprattutto quando non ci sono possibilità di smentite.Inoltre ho visto una giacchetta nera che è sembrata per lungo tempo non sbagliare molto e soprattutto non solo contro di noi, ma ha concluso sulla scia praticamente di tutti i suoi colleghi, facendo come sempre pendere la bilancia delle ingiustizie maggiormente verso il colore granata, anche se questa volta vestito di bianco. Ho visto e a quel punto anche sentito un Colantuono composto a fine partita, che è persino caduto in un lapsus Freudiano, parlando dell’avversaria chiamandola Atalanta; in fondo mi è piaciuto e lo applaudo perché si è capito che l’esperienza Toro ha lasciato il segno.Mi è piaciuto di seguito anche Lerda; non si agita, non si scompone, analizza la situazione, critica signorilmente arbitro e Doni ( uno che di tessere del tifoso ne fa una ogni dieci minuti ), dice ciò che è giusto dire, con la sua faccia e cadenza da “contadino” cuneese.Sa cosa deve fare, dove vuole arrivare, conosce i limiti ed i pregi di società e squadra, ne prende atto e procede testardo, come se sapesse già come andrà a finire. Non ho la sfera magica, purtroppo. So che è dura; di squadre meglio attrezzate della nostra in questo campionato forse ce ne sono più di due. Ma a me interessa vedere un Toro come questo sempre. Se così sarà ……pollice su.Alla terza di campionato eravamo ultimi soli ad un punto. All’ottava siamo ottavi o “settultimi” se volete, ad esatta metà classifica: meglio di quanto avevo previsto.Ora bisogna che si inizi a prendere in considerazione di non lasciare più che solo una cinquantina di noi si rechino in trasferta, perché il Toro ha ancora un volta bisogno del dodicesimo, ovunque vada.A buoni intenditori. Tuttavia questa partita, da me descritta in poche righe, pare dissimile da quanto percepito dalla maggioranza dei commentatori, anche di parte.Di occhiali ne ho due paia e sono ormai al massimo della presbiopia, per cui se ho visto male forse…… è solo una questione d’amore, che si sa è cieco.La sfiga però, anche questo si sa, ci vede benissimo e sono troppi anni che guarda solo noi. Dovrà pur finire?Guido RegisPresidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala
NB:le opinoni espresse dagli autori delle Rubriche rappresentano il pensiero dell'autore, e non rispecchiano necessariamente il punto di vista della Redazione
(Foto: M. Dreosti)
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