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Prima che sia troppo Tardy / Torna l’appuntamento con la rubrica di Enrico Tardy. La situazione in casa granata in seguito al pareggio interno contro lo Spezia
Enrico Tardy
Enrico Tardy Columnist 

Mai come in questo ultimo anno, forse nella storia di questa società, i tifosi sono esausti ed imbufaliti. Non si salva nessuno (giustamente). Detestano/iamo Presidente, calciatori, allenatore, direttore sportivo. Il percorso che ci ha condotto a tanto livore è lì davanti agli occhi, nei fatti e nello sguardo disinteressato, indifferente, passivo di tutti. La gara con lo Spezia al settimo minuto ha detto molto della carica con cui i nostri calciatori sono scesi in campo: entrata folle e durissima di Vignali su Murru, cosa è capitato subito dopo? Nulla, zero veementi proteste, zero calciatori intorno all'avversario, zero richieste di espulsione all'arbitro. Meno male che il var ha svegliato il direttore di gara altrimenti avremmo proseguito senza un sussulto quasi fossimo in chiesa. L'assenza di pubblico certamente snatura il calcio, ma va anche detto che per il nulla, che ciò che rappresenta il Toro oggi, è anche una salvezza (i nostri eroi rischierebbero di essere ancora chiusi dentro lo stadio, oggi...).

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Non sopportiamo più nessuno, lo sguardo vacuo di Verdi, i bisticci con il pallone di Murru, un presidente di fatto al termine (anche oltre) del suo impalpabile percorso, il ds che non riesce ad acquistare - rectius, scambiare - nessuno (a proposito visto il gol di Torregrossa?!), un gruppo che secondo me non si allena come dovrebbe, la lentezza e la scarsa intensità di gioco non hanno molte altre spiegazioni, insomma ci incazziamo come disperati nel vedere le partite del Toro inveendo contro tutti e tutto. Sinceramente non mi era mai capitato da quando lo seguo e sono ormai quaranta anni abbondanti. Siamo al quarto allenatore il 12 mesi (non dei fenomeni ma escludo esortassero i calciatori al flash mob modello Spezia), al secondo (probabilmente terzo) direttore sportivo in un anno e mezzo, le uniche cose che perdurano nella loro perenne mediocrità sono società e squadra.

L'Inter ha in corso la cessione delle quote ad un fondo, gli americani hanno comprato il Parma, la Fiorentina, ora pare pure il Catania, noi l'unico fondo che vediamo è quello della classifica... Siamo di fatto una società sana, senza debiti, è vero, senza strutture, ma appetibile eppure siamo da quindici anni nelle stesse mani. Già, a Torino non si può fare ombra, si sa. Quella proprietà che in caso di retrocessione incasserà, più o meno, i seguenti profitti: 25 milioni paracadute per retrocessione, cessioni: 30 miloni Belotti, 10 Singo, 10 Bremer, 6 Izzo, 8 Lyanco, 10 Lukic, 3 Linetti, 3 Verdi, 4 Zaza, insomma circa 110 milioni (e mi sono tenuto basso). Forse iniziamo a capire che gli unici che rimarremo con il cerino in mano, in caso di retrocessione, saremo noi tifosi e saremo ancora più avvelenati verso chi già ci ha distrutto il Toro.

Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

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