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columnist
Alla vigilia dell’ultima giornata di campionato, come tutti i sabati sera arriva la vostra Granatina a raccontarvi qualcosa al gusto di Toro. Con questa pioggia battente mi sono ritrovata a scrutare il paesaggio fuori dalla finestra e a pensare a tutto ciò che ho imparato da questo strano campionato del Toro. Ho imparato che non bisogna sottovalutare nessuno, neanche se stessi. Ho imparato che questo Toro è capace di fare cinque gol in una partita. Ho imparato che si può scrivere la storia di questa meravigliosa maglia. Ho imparato che non bisogna adagiarsi sugli allori, perché non si sa mai cosa può succedere. Ho imparato che non è finita, finché non è finita. Ho imparato che i tifosi ti criticano, ti amano, ti fischiano, urlano il tuo nome, ma alla fine saranno sempre al tuo fianco. Ho imparato che i più piccoli possono dare grandi soddisfazioni e che nelle giovanili del Toro si può solo crescere bene. Ho imparato che il proprio passato va onorato sempre e con il massimo rispetto, perché se siamo quello che siamo lo dobbiamo a ciò che siamo stati in precedenza. Ho imparato che calciatori e allenatori sono esseri umani e, in quanto tali, possono sbagliare: tutti nel proprio lavoro qualche volta hanno sbagliato, l’importante è provare a rimediare. Ho imparato che questa maglia ha un peso non indifferente e non tutti ne sono degni, ma chi la sa portare, non riuscirà più a togliersela di dosso. Ho imparato che le ingiustizie purtroppo ci sono sempre, ma vince chi ha la coscienza pulita. Ho imparato che il Toro ha trovato la sua vera casa nella serie A e ha saputo difenderla con tutto se stesso. Queste e tante altre sono le cose che ho imparato da questo campionato del Toro e ce ne sono ancora tante che ogni cuore granata deve conoscere. Mi auguro solo che non apprenderemo, dall’altra squadra di Torino, la cosa peggiore che potremmo imparare: mandare via la propria bandiera. Roberta PiccoSegui @roberta_picco
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