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Grazie Ventura, ma sogno un Toro Cosmi…co!

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata della Porta Accanto / Visto il tormentone attorno alla panchina granata, anche io dico la mia

"15/05/2016 fine dell'avVentura, grazie Mister": così recitava uno striscione apparso in Maratona molti mesi fa e sembrava davvero che certificasse la fine del fantastico ciclo di Giampiero Ventura sulla panchina del Toro. Da quel momento si è creato un vero e proprio tormentone riguardo la panchina del Torino e tra i tanti colleghi anche io voglio dire la mia.

Da allora, gattopardescamente parlando, sono cambiate parecchie cose perché alla fine non cambiasse nulla: ed infatti chi era allo stadio per Toro-Napoli ha visto il "solito" spettacolo. Un Toro molle e timoroso, stoltamente arroccato su di un'unica variante tattica (vorrei sapere quanti palloni abbiamo perso sulle riprese del gioco da fondo campo...), con poca qualità e ancor meno verve agonistica, capace, sì, di una minima reazione nel secondo tempo, ma senza mai effettivamente dare l'impressione essere in grado di mettere l'avversario anche solo parzialmente alle corde. Ciliegina sulla torta, infine, le dichiarazioni trite e ritrite del mister su crescita, progetto, giovani e obbiettivi sempre troppo nebulosamente futuri.

Premettendo che non sono il tipo da chiedere la luna altrimenti tiferei altre squadre, più scorreva il tempo durante la partita di domenica e più sentivo dentro di me crescere il desiderio di vedere qualcosa di diverso. Qualcosa di nuovo, ma al tempo stesso di molto vecchio: un Toro che giochi “da Toro”. Non smetterò di ringraziare a vita Ventura per averci trascinato fuori da Cittadella e catapultato al San Mamès, ma, oggi, la mia essenza granata ha bisogno di qualcos'altro, qualcosa che è sempre stato nel dna della squadra per cui tifo sin da bambino e che però per una visione diversa (seppur valida, non lo nego) del calcio da parte del mister da cinque anni a questa parte mi è negata. Nessuno vuole sminuire i progressi e i risultati che il Torino ha conquistato grazie a Ventura, ma ora è giusto che si volti pagina: che Ventura possa concludere al meglio la sua carriera su di una panchina prestigiosa (la Nazionale?) o amata (il Cagliari?) e che il Toro, forte delle consapevolezze acquisite in questi anni, si consolidi nella parte sinistra della classifica con un gioco ed un atteggiamento più consono a quelli che sono i valori tradizionali legati alla storia granata. Solo questo vorrei.

Di nomi per il dopo Ventura ne sono stati fatti tanti e magari resteranno nomi se a quanto pare Cairo deciderà, come sembra, di continuare col mister genovese, però io vorrei farne uno che circola nelle chiacchiere e nei desiderata di alcuni tifosi, ma che non ha avuto una grande eco a livello di stampa: Serse Cosmi. Cosmi sta facendo un mezzo miracolo a Trapani dove con una squadra costruita per salvarsi si sta guadagnando i playoff per la serie A conquistandosi il terzo posto, quello che metterebbe i siciliani nella posizione di favorita per la promozione. Dopo anni di anonimato seguiti alle fortunate stagioni di Perugia, Serse sembrava ormai stato, forse un po' frettolosamente, dimenticato dal grande calcio e oggi eccolo che si prende una bella rivincita verso chi lo aveva dato per finito. Non vi nascondo di aver pensato a cosa sarebbe successo negli spogliatoi dello stadio Grande Torino tra il primo ed il secondo tempo se sulla nostra panchina ci fosse stato Serse: le sue urla avrebbero coperto la musica di sottofondo dell'intervallo! Oppure più semplicemente non sarebbe servito urlare perché il Toro sarebbe comunque stato sotto nel punteggio (questo Napoli e questo Higuain sono troppo forti per noi) sfoderando però una prestazione di ben altro tenore agonistico e non facendo deprimere i tifosi sugli spalti.

Magari non è Cosmi l’allenatore giusto per il Torino, ok, (ma per piazzarsi tra il decimo e il dodicesimo posto tanto vale farlo con in panchina un Cosmi piuttosto che un Ventura…), ma di sicuro un’altra stagione giocata con la flemma e la monotonia che caratterizzano il gioco di Ventura non so quanto possa essere tollerata dai tifosi. Ventura potrà anche cambiare modulo, ma se poi l’atteggiamento dei giocatori sarà lo stesso di sempre non si noteranno grandi differenze. In fondo non è neanche così vero che voglio un Toro Cosmi…co. Mi accontento di molto meno: di un Toro che sia finalmente di nuovo Toro…