columnist

Bianchi, il Fila, Bayern e Borussia

Guido Regis
Sta per concludersi quest’avventura granata in serie A. Tre giornate e sapremo l’esito. Ho la “presunzione” di conoscere già il responso, scritto l’estate scorsa a fine mercato; basta andare a leggere. Ma...

Sta per concludersi quest’avventura granata in serie A. Tre giornate e sapremo l’esito. Ho la “presunzione” di conoscere già il responso, scritto l’estate scorsa a fine mercato; basta andare a leggere. Ma parlerò di questo a tempo opportuno e bocce ferme. Il presente, più che l’ennesima sconfitta immeritata con il Milan, stranamente senza influenze arbitrali, è la sessantaquattresima commemorazione degli invincibili e la forte probabilità che finalmente si metta in moto la ricostruzione del FILA. Dopo tante stupide storie, com’era giusto, tutti i veri granata si sono ritrovati a Superga ed il nostro Capitano ha letto commosso ancora una volta con il suo stile da “ alpino bergamasco convertito ” i nomi dei caduti.  Non ci interessa se Rolando anche quest’anno non è sembrato troppe volte adatto al gioco di Ventura, non ci interessano le continue voci che lo danno certo partente, non ce ne frega se non è Cavani, forse nemmeno Maxi Lopez  o Denis ( io sono convinto che questi ultimi due li valga eccome ma posso sbagliarmi), non ci interessa se ha trent’anni. Bianchi è il nostro capitano, ha promesso che ci riportava in A è l’ha fatto, i suoi goal forse contribuiranno a farci restare, ma soprattutto ha ormai dentro di se il Toro con la sua storia meravigliosa e tragica. Bianchi deve rimanere a qualsiasi condizione, anche partendo dalla panchina per tutto il prossimo anno.  Chi è granata nel sangue non ha bisogno di spiegazioni sul perché. Punto. Il Fila probabilmente si farà, ma sta accadendo purtroppo quanto prevedibile e previsto ; sarà concepito per un “piccolo” potere forte, non per il popolo granata. Ciò detto provo, sperando di essere seguito, a spostare l’attenzione su un evento significativo più di ogni altro in questo mondo pallonaro e non solo. Tra alcuni giorni si giocherà a Wembley la finale di Champions tra Bayern e Borussia. Un assaggio di ciò che vedremo ci è stato dato nella partita di campionato in settimana, conclusasi uno ad uno. Chi l’ha vista si sarà reso conto di quale altro pianeta rappresentino. Una ha triturato il Barcellona, l’altra quasi ci mancava poco che facesse lo stesso con il Real. Ebbene; qual è il vero motivo di questo spaventoso successo del calcio tedesco? Nonostante sia ben noto, ovviamente soprattutto in Germania, ma anche in Europa, in particolar modo nel parlamento ed alla FIFA, non c’è giornale o trasmissione sportiva italiana, ma dirò di più, persino sito internet, che proferisca un riferimento in merito. Si sciorinano sempre le stesse fesserie parlando di stadi di proprietà, di programmazione, di amministrazioni oculate, di sviluppo del settore giovanile, del grande numero di abbonati, di merchandising organizzato, di sponsor….. Tutti elementi che rappresentano solo l’effetto, non la causa. Bayern e Borussia, come tutte le squadre tedesche, sono di PROPRIETA’ DEI LORO TIFOSI. Questo è l’unico vero ed insindacabile motivo dominante e scatenante il successo. Più quota societaria è in mano ai tifosi ( 81% nel Bayern e 63% nel Borussia) e più il team è forte, ricco, ben amministrato, con bilanci trasparenti e in spaventoso attivo, con settore giovanile potentissimo, con eventi culturali e formativi a carattere sportivo e non di alto livello, con affiliate squadre di baket, volley, palla nuoto, e persino campionati di scacchi…….. Ebbene, questo è il modello che ToroMio professa da ormai quattro anni; lo volete intendere almeno voi che avete la fortuna di leggere questo mio ennesimo scritto sull’argomento ? Anche Barcellona e Real Madrid sono società partecipate dai tifosi, ma con un modello che vede una più o meno forte presenza di investitori non necessariamente coinvolti ed interessati a tutti gli aspetti virtuosi elencati per le due tedesche.  Non è un caso allora che anche loro siano quasi sul tetto d’Europa, ma al penultimo piano. Perché quanto sto scrivendo non è oggetto di articoli di approfondimento seri sui giornali e dibattiti fiume sui media ? Ignoranza? Omertoso sistema mafioso? Entrambe? La risposta potete darvela da soli, pensando a chi gestisce direttamente o indirettamente questi giornali e le televisioni principali. Il discorso sullo sconcertante silenzio anche sui siti ( alcuni rari accenni su calcio press, linkiesta e pochi altri ) è molto più complesso ed investe purtroppo più la sfera dell’ignoranza e della malafede, il che non è certo meno inquietante, purtroppo. Persino su Wikipedia si leggono corbellerie ed omissioni fondamentali, sull’argomento. Ma vi svelo ora un ulteriore “segreto”. Sapete chi è stato storicamente il primo piccolo esempio di società partecipata dai tifosi ? Il Grande Torino con Ferruccio Novo ed il Circolo Soci! Sapete quando questo modello è stato riproposto in Italia?   Da Orfeo Pianelli sempre con il Circolo Soci rifondato da Bonetto.  Vi viene in mente cos’era il Toro di quegli anni……? Forse che a qualcuno si accende la lampadina sui motivi aggiuntivi che inducono l’informazione di questa città ad essere ancora più omertosa? Prego tutti i lettori di provare anche solo per un istante a mettersi nei panni di chi, con tanta passione, cerca da anni di far arrivare questo messaggio di verità, trovando incredibili ostacoli. Magari comprenderete perché la passione si può trasformare in rabbia, frustrazione e magari qualche volta essere scambiata per arrogante presunzione. Noi comunque non molliamo anche perché la sera si va a dormire sfiniti ma sereni di aver fatto il proprio dovere, soprattutto con la convinzione di essere magari solo “quattro piciu”, ma certamente di non appartenere alla categoria dei sette milioni di lobotomizzati, che pagano lautamente per quell’attimo di piacere autoerotico, e per le clamorose trombate, non sempre etero, dei loro idoli e padroni. Alla prossima.            Guido Regis