Anche quest'anno si è chiusa finalmente l'ipertrofica finestra di mercato invernale che invece di essere una veloce sessione di "riparazione" per consentire alle squadre un'aggiustatina delle rose dove necessario, è sempre più sorella della versione estiva risultando troppo lunga in rapporto proprio al suo originario e suddetto scopo. Ci tocca così sorbirci anche nel mese di gennaio tormentoni mercatari dei quali faremmo tutti volentieri a meno. In questo senso per noi granata ormai un classico del genere riguarda la sempre verde telenovela sulla cessione di Bianchi che due volte all'anno ci tiene compagnia fino alle 19 dell'ultimo giorno di mercato. Negli ultimi tempi la vicenda si era arricchita della variante legata al contratto in scadenza con tutte le implicazioni che essa comportava: il rischio della società di perderlo a zero euro e la possibilità per Rolando di firmare dal 1 febbraio per un'altra squadra.
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Bianchi-Toro: hanno perso tutti
Il calciomercato ha chiuso i battenti, Bianchi è rimasto al Toro e il contratto non è stato rinnovato. Un pareggio a reti inviolate, dettato più dalla paura di entrambe le parti in gioco di perdere qualcosa che dalla voglia di una delle due di ottenere realmente qualcosa in più. A mio modesto parere è una sconfitta per tutti e non perchè mi auspicassi un romantico lieto fine (che pur in cuor mio sognavo e sogno tuttora) quanto perchè anche solo con un po' di maggior chiarezza sin dall'inizio sarebbe stato possibile conciliare le posizioni dei contendenti e trovare una soluzione onorevole per arrivare serenamente alla conclusione naturale del contratto di Bianchi, visto che il rinnovo non pare(va) una soluzione percorribile. E' una sconfitta innanzitutto perchè se è legittimo che la società persegua i propri interessi e le proprie strategie, da Cairo in giù nessuno si è mai premurato di dire chiaramente ai tifosi e, per quanto se ne sa, al diretto interessato, che Bianchi non rientrava più nei piani futuri. Un giocatore che è entrato nella storia del club coi suoi gol e che ha dimostrato un sincero attaccamento alla maglia e alla piazza granata meritava certamente un tipo di rispetto che, nei fatti, è completamente mancato: invece di parlare continuamente di incontrarsi per discutere del futuro senza mai però trovare il tempo di convocare il ragazzo (come se non fosse un dipendente obbligato a presentarsi seduta stante se chiamato...), si sarebbe potuto farlo senza pubblicizzarlo per parlargli a quattr'occhi, come si fa tra uomini veri. Poi ognuno avrebbe anche potuto prendere strade diverse accollandosi la propria parte di responsabilità, giacchè quando un rapporto si interrompe c'è sempre un certo concorso di colpe: sarebbe stato più facile da capire se fosse avvenuto così, in maniera semplice e lineare. Al contrario, nella più totale opacità, la società non ha avuto la convinzione di vendere il giocatore perchè fondamentalmente non sicura di poter trovare per il prosieguo del torneo un ricambio all'altezza e per non rischiare una mossa mediaticamente a doppio taglio in un periodo di relativa tranquillità nel rapporto coi tifosi. Dal canto suo Bianchi dopo la multa beccata in estate per aver dichiarato che non se ne sarebbe andato "se non sfrattato da casa sua" ha scelto il silenzio, che è una nobile virtù ma alla lunga è sempre foriera di una certa qual dose di ambiguità. Così è cresciuto il partito dei tifosi che vedevano nel suo silenzio una sorta di "doppio gioco" per tenere il piede in due scarpe: da un lato strappare un rinnovo al Toro, dall'altro capire se altre squadre offrivano di più.
Non considero Bianchi (né suo fratello/procuratore) un santo nè un mero filantropo: gioca a pallone per passione, ma certamente lo fa anche per i lauti guadagni che si accompagnano a questa professione. A 29 anni è alle soglie dell'ultimo contratto sostanzioso della sua carriera e la questione economica sicuramente ha avuto ed ha un suo peso. Resto dell'idea che se la società gli avesse offerto realmente una cifra sugli standard attuali di Ogbonna (quindi sotto il famoso tetto salariale e sotto il suo attuale stipendio), Rolando avrebbe accettato per tutta una serie di ragioni che i più cinici di noi farebbero fatica a capire: temo però che il rinnovo non ci sia stato perchè nessun offerta reale di nessun entità sia mai stata fatta da parte della società... Magari da qui a giugno lo scenario cambierà e tale offerta arriverà, non lo escludo, tutto è possibile.
Ciò non toglie che a preoccuparmi sia proprio quello che potrà succedere da qui a giugno in seno alla tifoseria. Questa continua incertezza non può che essere dannosa alla lunga. E' successo già troppe volte in passato che la memoria corta di certi tifosi innescasse contestazioni o polemiche strumentali nei confronti di certi giocatori: al di là delle diversità di opinione sul valore tecnico di Bianchi, sul suo ruolo all'interno del gioco di Ventura, sull'entità del suo stipendio o sul suo futuro accordo con un'altra squadra, mi auguro che nessuno volti le spalle al Capitano e contribuisca a rovinare il fantastico rapporto che ha avuto, ha ed avrà con il mondo granata. Se la parola fine dovrà essere messa sulla storia Bianchi-Toro, è giusto che questo avvenga sostenendo ed incitando Rolando fino all'ultimo, come è stato in questi quattro anni e mezzo. E' tempo di dimostrare che noi tifosi del Toro siamo davvero diversi e capaci di riconoscenza verso chi ha dato tanto alla nostra maglia. E che i veri vincitori alla fine siamo noi che al contrario di presidenti, allenatori e giocatori, non ce ne andiamo mai via.
Alessandro Costantino
Twitter: alecostantino74
(Foto Dreosti)
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