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columnist
In questa settimana senza campionato, il calcio italiano ha subito uno scossone potente, che ha lasciato tutti piuttosto demoralizzati, ma non credo molto stupiti. La Nazionale, nella sua totalità di formazione e mister, non ha convinto lungo tutto il percorso delle qualificazioni.
Per me, che non sono particolarmente attaccata ai colori azzurri, abituata a seguire anche altre nazionali di altri continenti, è stata una delusione non così cocente. E'stato però interessante seguire tutto quello che ne è venuto dopo, dai facili attacchi a uno dei responsabili, il nostro ex mister Ventura, allo sfogo del nostro capitano Rolando Bianchi (non riesco a definirlo ex, perché un capitano come lui per me avrà sempre la fascia al braccio) e alla bufera social che se è seguita.
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Ventura è sicuramente imputabile della debacle azzurra, ma mai quanto di essere una persona poco incline a prendersi le proprie responsabilità, a metterci la faccia. Se il fischio finale del pareggio contro la Svezia mi ha intristito, la presenza di fronte ai microfoni di un Buffon in lacrime e non del Ct mi ha fatto imbestialire. Che misera figura, che si è rivelata per lui l'ennesimo passo falso, che ha fatto in parte dimenticare che lui è solo una delle pedine che ci hanno portato fuori dal Mondiale, e ha fatto scatenare l'ira funesta di tutti gli italiani.
Per quanto riguarda lo sfogo di Rolando, è stato già ampiamente detto tutto, ma non posso che provare un'enorme empatia con lui, che non ha mai dimenticato quel Toro che gli è stato strappato via, che è e sarà sempre un capitano granata, che ora è meno idolo e più umano ai miei occhi. Un ragazzo che come me, come voi, come tutti, butta fuori di getto qualcosa che probabilmente stava lì da anni. Non posso non pensare che dopo averlo mandato via malamente, abbiamo tesserato altri giocatori non di certo alla sua altezza.
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Insomma, dietro alle personalità e ai ruoli ci sono le persone, nel bene, come nel caso di Rolando e purtroppo nel male, come nel caso del Ct.
A questo proposito, tanti sono rimasti stupiti e sorpresi dal gesto di Ljiajc che ha deciso di rinunciare al premio qualificazione ai Mondiali, perché per lui è già un onore poterli giocare con la sua Nazionale. Io non ho mai pensato che la sua persona si limitasse ai sorrisi assenti, allo sguardo torvo, agli sbagli di un Adem più giovane e più immaturo, a scivoloni come una macchina costosa consegnata nel posto sbagliato, e sono contenta se tutti noi possiamo vedere un po' più l'uomo su cui io non ho mai avuto dubbi.
Le persone... oltre le personalità.
Buonanotte granata...
Laureanda in Scienze della comunicazione ed imprenditrice, un cuore granata da 34 anni. Da tre stagioni a Toro News, condivido la mia insonnia post-partita e i miei sogni, primo tra tutti quello di un calcio fatto solo di emozioni e di un Toro composto da giocatori-bandiere.
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