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Caro mister Ventura, la cellula granata è…immortale

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di Guido Regis* - Stefano, mio figlio quattordicenne, è, come migliaia di ex piccoli bambini oggi sulla strada della pubertà, un granata per scelta consapevole e fortemente voluta.  A  quattro anni era del Toro, a sei anni...
Guido Regis

di Guido Regis* - Stefano, mio figlio quattordicenne, è, come migliaia di ex piccoli bambini oggi sulla strada della pubertà, un granata per scelta consapevole e fortemente voluta.  A  quattro anni era del Toro, a sei anni del Milan con maglietta di Kakà ( non della ggiuva , di Kakà calciatore) regalata da papà. A sette anni,  dopo Toro – Albinoleffe uno a zero, era consapevolmente e autonomamente tornato alla “sua cellula geneticamente granata”.  Stanza tappezzata ed impregnata di TORO con gigantografia degli UNICI INVINCIBILI  sul letto, e sulla porta la scritta :”GRAZIE A DIO NON SONO JUVENTINO”.  Un abbonamento ALLO STADIO per due anni.  Poi la delusione per una società non all’altezza del suo verace cuore granata e gli impegni per lo sport preferito, il tennis, lo hanno allontanato, ma solo dalla visione delle partite, con fugaci apparizioni davanti al televisore.  Anche quest’anno Stefano ha guardato solo sprazzi di partite esclusivamente davanti allo schermo e non ha mai potuto ne voluto venire allo stadio con me. Giovedì 17 maggio al mattino, mentre lo accompagnavo a scuola, mi ha detto: “ se domenica vai allo stadio vorrei venire anch’ io”.  Una coltellata allo stomaco: sabato avrei fatto la notte, avevo già affidato l’abbonamento nei distinti a chi del CLUB CTO sarebbe potuto andare e sapevo che non c’erano più biglietti.  Gliel’ho spiegato e con la solita incredibile flemma che lo contraddistingue ha annuito.  Ovviamente appena è sceso dall’auto ho iniziato a cercare due biglietti. I Damilano, il tesoriere di ToroMio dell’Unipol, un politico …  niente!.  A quel punto per la prima volta nella mia vita mi sono rivolto al Torino FC ed ho chiamato Silvano Benedetti. Mi ha risposto che erano esauriti. Dopo due minuti mi ha ritelefonato e mi ha detto “ tribuna ovest primo anello”.  Non riuscivo a crederci.  Venerdì pomeriggio Stefano è stato convocato dal CUS per giocare il torneo a squadre la domenica mattina a Favria ed io avevo i primi sintomi di una bronchite con i super fiocchi.Questa è la lettera che ho inviato domenica 20 maggio sera a Silvano Benedetti ed Antonio Comi.Cari Antonio e SilvanoVolevo ringraziarvi per la sensibilità ed attenzione che avete dimostrato nell’esaudire una mia richiesta di “agevolazione” unica, posso dirlo con fierezza, in questi anni.Vorrei che sapeste che non avevo nessuna intenzione di esserci alla partita con il Modena. Da tempo ero consapevole che questa mattina sarei uscito come sempre da una infernale guardia notturna e per me sarebbe stato meglio andare a casa, riposarmi e vedere la partita in televisione.Avevo la presunzione e l’orgoglio di aver già dato il mio piccolissimo contributo alla promozione in A nei mesi passati in vari modi, e di essere stato presente allo stadio nelle partite più importanti, a mio modo di vedere, con il Padova ed il Sassuolo; questo mi bastava.Ciò che mi ha spinto a domandarvi un pass per il Modena è stato quella spettacolare “cellula granata” che risiede nel cuore di mio figlio, che è l’emblema della nuova generazione granata, sottoposta sempre con maggiore insistenza ad attentati. Voi lavorate con i giovani perché credete in questo e ben sapete quanto sia difficile “innamorarli “ del Toro, di questo Toro martoriato, aggredito, vilipeso.Stefano è ormai un ragazzino di quasi quindici anni che sa molto educatamente e senza atteggiamenti da bullo essere un leader tra i suoi compagni. Lo vedo quando è con gli amici, soprattutto juventini, che lo rispettano, lo seguono, al punto persino d’indossare la maglia granata pur di giocare a calcio con lui per il nostro Toro Club. Nessuno di loro lo irride per la sua passione granata, anzi. Ma lui, come tanti bambini, come noi , come voi, è il Toro, sa essere un ragazzo, un uomo da Toro ed è lasciato solo, con la sua unica forza interiore, a tenere alta la bandiera. Questa società non l’ha rappresentato mai, da quando è nato.Per questo motivo negli ultimi tre anni non ha più voluto venire allo stadio, guarda con fatica le partite in TV, spesso assentandosi per la sofferenza che vive in modo assolutamente privato.Ebbene sentirgli  esprimere, i qualche giorno fa, il desiderio di venire allo stadio mi ha costretto a rivedere ogni mio programma e a chiedervi questo piccolo favore. E’ poi accaduto, come vi ho detto, che sia stato convocato dal CUS per questo torneo di Tennis a Favria e lui non abbia potuto ne voluto, giustamente, rifiutarsi.Non immaginate quali difficoltà ho dovuto affrontare per riuscire a farlo giocare come primo incontro alle 9 del mattino, costringendolo ad una levataccia alle 6,30. Per di più io stesso ho dovuto andare a prenderlo, benché fossi fuso dalla notte di guardia, perché ovviamente non potevo pretendere che il pulmino della squadra tornasse apposta per lui.Sono arrivato a Favria alle 9,45 e lui stava vincendo 5 – 2 il primo set contro un 35 enne ben messo e piuttosto combattivo, che lo ha portato purtroppo fino al 6-6. Sta di fatto che il primo set l’ha perso al “tie break” alle 10,30Alle 11,15 aveva vinto il secondo set 6 – 2 , alle 11,45 stava vincendo 3 -1 il set decisivo e si è messo a piovere. Mi sembra che sia più o meno li che vi ho telefonato per chiedervi se sarebbero stati conservati i biglietti o meno e vi devo dire che la vostra attenzione nel sincerarvi  di tutto mi ha davvero dato gioia e forza, nonostante non mi reggessi più in piedi. Sarà un segno del destino ma l’avversario, un po’ perché stremato, ed un po’ perché granata, quando ha capito che noi saremmo dovuti venire a vedere la partita ha dato la mano a Stefano e gli ha detto “ per me l’incontro è finito, hai vinto”.Stefano aveva i crampi dalla stanchezza ed anche dalla fame ma si è fatto una doccia velocissima e senza fermarci nemmeno per un toast siamo corsi allo stadio. Abbiamo trovato incredibilmente un parcheggio in via Filadelfia a 100 metri  dall’Olimpico e sotto la pioggia ci siamo buttati agli accrediti. Pina ci attendeva gentilissima. Siamo entrati qualche minuto dopo il goal di Odu.Grazie Antonio , grazie Silvano.  Sappiate che le urla di gioia, come non vedevo da tempo, da parte di Stefano dopo il goal di Giuseppe sono un regalo anche per voi. Stefano rappresenta tutti i bimbi ed i ragazzi del Toro che non aspettano altro di vedere in serie A una società ed una squadra all’altezza della loro incredibile grande forza e fede.Antonio, Silvano, mi raccomando lavorate perché questo avvenga, io, noi vi daremo una mano, ma voi ascoltatemi, ascoltateci. Non smettete mai di lavorare anche e soprattutto seguendo il vostro istinto granata. Ancora grazie di cuore.Ci vediamo con Silvano domani al Nitti e dopo domani sera con tutti e due ed un pezzettino del Pool Sanitario pro Piccoli Amici.                    GuidoGrazie anche a lei, mister Ventura, per aver contribuito a rendere nuovamente luminosa e calda la fiammella di una cellula fluorescente granata che non è mai morta. Ora anche Lei si sforzi di ascoltare e seguire ancora un po’ di più coloro che sono qui da sempre e qui per sempre resteranno; forse riuscirà in un’impresa più ambiziosa di quella di durare più un anno e tre mesi alla corte di Cairo.*Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala

 

(foto N.Campo)

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