Come l’estate cantata dai Righeira, la stagione del Toro volge al termine ed a sorpresa
columnist
Bollicine…
I nostri eroi sfoggiano una prova frizzante contro un incerottato Chievo.
Ha impressionato il dinamismo e la qualità di Lijaic, forse mai lo avevamo visto così volitivo anche nei recuperi difensivi; perché tutto ciò avviene solo al termine della stagione? Perché Lijaic è questo, giocatore di buona tecnica, ma che nelle partite “vere” tende a nascondersi e che non ama certo il sacrificio atletico.
È stata una scommessa alla Cerci però per ora meno vincente.
Alla fine dei giochi il campo dice la verità: valiamo questa posizione di classifica.
Sarà compito della società far tesoro per il futuro delle lacune tecnico-tattiche per cercare di migliorare la squadra nella prossima stagione.
A chi ritiene il nostro campionato deludente ricordo che un tifoso del Toro di circa sessanta anni ha visto vincere un solo scudetto, qualche Coppa Italia e navigare la nostra squadra tendenzialmente a centro classifica (Serie B a parte).
Uno di venticinque anni ha visto a momenti più Serie B che Serie A.
Vince uno soltanto (sensazionale osservazione), competere per vincere richiede una potenza economica che il Toro non ha e quasi mai ha avuto.
Questo non vuol dire che dobbiamo accontentarci, vuol dire dirigere le critiche verso la società nella giusta direzione: dieci anni di gestione e non avere una sede degna di tal nome, un campo di allenamento (arriverà solo grazie ai tifosi), un progetto di uno stadio di proprietà, cedere sempre tutti i migliori calciatori a cifre elevate e rimpiazzarli all’ultimo minuto con giocatori molto modesti, non va bene.
Operare in questa maniera significa guardare al futuro con scarsa propensione al miglioramento ed avendo quale massimo obiettivo quello di rimanere più o meno dove si è, anzi era, sempre stati.
scrivo come un paziente in analisi che, dissimula gioia per i bilanci da scudetto della sua squadra e cerca di prepararsi all’eventuale trauma di una vittoria di quelli là… Glik aiutami!
Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
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