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Buonanotte Toro, con rabbia e con amore

Cristina Raviola
Buonanotte granata/ Il Toro affronta l'Inter domani e ha bisogno del sostegno dei tifosi: arrabbiati sì, ma sempre vicini alla squadra

"Il tifoso del Toro è un tifoso arrabbiato", così inizia la presentazione di Emiliano Mondonico al libro "Il Toro che vorrei" di Beppe Gandolfo e Don Aldo Rabino. Già, il tifoso del Toro è arrabbiato, e ora più che mai. In questa settimana ho avuto il dispiacere di vedere tutto il peggio di questa rabbia, a parer mio non sana, e che poco ha a che vedere con il fuoco di cui parlava il grande Mondo.

Sono parole emozionanti, e consiglio a tutti di leggerle, per capire quanto siamo lontani da quella grinta e quella spinta di chi cerca di riscattare l'ingiustizia di un mondo che non regala niente a te, e tutto agli altri. Oggi la rabbia che leggo è quella dell'insoddisfazione e delle aspettative tradite, della paura che il giocattolo sia andato in frantumi, condita da un briciolo di vanità e qualche capriccio. E'una rabbia che capisco, di cui spesso mi ritrovo schiava, ma in fin dei conti non approvo nemmeno per me stessa.

Uso parole forti e pesanti, solo perchè ne ho lette sui social di più pesanti e disdicevoli, nei confronti di tutti, dalla società, al mister, a Padelli... e sì, anche ai tifosi, da una parte all'altra, dai cosiddetti accontentisti ai furiosi. Questa rabbia è cieca, non aiuta nessuno, non risolleverà il morale di un portiere, nè ne affinerà le doti e sicuramente non sosterrà la squadra aiutandola nelle gare importanti che ci aspettano, a cominciare da quella di domani contro la capolista nerazzurra.

Il Toro ha diversi problemi, come tante altre squadre meglio piazzate. Gli infortuni non aiutano Ventura a schierare sempre la formazione migliore. L'inserimento dei giovani dopo il mercato estivo da dieci e lode porta linfa nuova e allo stesso tempo bisogno di ritrovare gruppo e sinergia. Ci sono difficoltà in diverse zone del campo, non soltanto in porta, ma anche in attacco, ad esempio, dove Belotti può sbloccarsi da un momento all'altro ed iniziare a segnare a raffica, come fece due anni fa un tal Ciro Immobile, poi capocannoniere per quell'anno. Queste non sono scuse, ma difficoltà oggettive che possono risolversi, e mi fa strano trovarmi a pensarlo (proprio io, donna pessimista e cupa), ma ci vorrà la pazienza. Di tutti, a partire da noi. Il Toro ha bisogno di carattere, e sì, di crescere ancora. Probabilmente non ce lo aspettavamo ed i pensieri funesti stanno avendo la meglio.

Ritroviamoci, è ora di farlo. Per domani è previsto il tutto esaurito, e questa è la prova che, per quanto un granata possa essere deluso, sarà sempre quella rabbia che accende il cuore e lo spinge a farla da padrona.

Quella rabbia che, ad ascoltarla davvero, è meno rabbia e più amore.

Buonanotte granata...