Nessuno vuole che il presidente Cairo venda il Toro al primo Ciuccariello che passa, i tifosi vogliono che il presidente, esattamente come il mister o come il nostro capitano, dia il massimo. Infatti se qualche giocatore esce avendo onorato la maglia viene giustamente applaudito come, al contrario, chi non dà nulla in campo viene dunque fischiato. I tifosi non sono fessi e capiscono benissimo quando c’è l’impegno e quando questo non c’è. Se Belotti passeggiasse in mezzo in mezzo al campo, per i tifosi non sarebbe un problema privarsi di un fuoriclasse che però non suda per la maglia. Stessa cosa per il presidente, o dà tutto, e investe i tesoretti guadagnati negli anni tra diritti tv e plusvalenze oppure Cairo può andare a fare il fenomeno – perché che sia un imprenditore fuoriclasse non lo mette in dubbio nessuno – altrove, dove sta ottenendo buoni risultati come a La7 o nel gruppo RCS. Anche da lui si pretende il massimo impegno ed il tifoso pretende che onori la maglia, cosa che purtroppo secondo me non sta avvenendo. Quando al presidente si rimprovera gli investimenti mancati, non può rispondere citando quelli fatti. È come ricordare a chi si lamenta per i morsi della fame che il giorno prima ha mangiato. E cosa importa? Il bisogno va soddisfatto al momento, altrimenti, se si digiuna o se ci si alimenta male, si rischia di ammalarsi. Ecco al Toro di Cairo sta succedendo la stessa cosa. Si investe male e non si soddisfano i bisogni che sorgono perché si pensa a quanto è stato fatto prima. Ed intanto le cose vanno a rotoli. Il dato di fatto è che il Toro, negli ultimi tre anni, sta avendo un’involuzione di risultati e la società non corre ai ripari.
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Cairo, dai il massimo, onora il Toro e vedrai che i tifosi ti seguiranno
Poi ormai il presidente, a mio modo di vedere, risulta essere anche incauto nelle uscite pubbliche. Dopo aver scaricato le colpe su Sinisa Mihajlovic, mi chiedo come faccia a dichiarare che l’Europa era un obiettivo del tecnico serbo e che quando si cambia allenatore anche gli obiettivi cambiano? Il tutto motivando questo ragionamento dicendo che la squadra era fatta per Miha non per Mazzari. Queste parole risultano offensive per il nuovo mister. Ricordiamo che la rosa costruita in estate, dopo la sanguinosa cessione di Zappacosta a fine mercato, a detta del presidente era il Toro più forte degli ultimi 30 anni. Come è possibile che Mazzarri, con il Toro più forte degli ultimi 30 anni, non riesca a qualificarsi in Europa League? E poi da quando è l’allenatore che detta gli obiettivi? E’ come dire che gli obiettivi di fatturato de La7 siano definiti da Mentana, sarebbe assurdo, no? Di norma è la società che pianifica tutto e definisce qual è il target stagionale. L’allenatore dovrebbe avere il compito di guidare la squadra per raggiungerlo. Se non ci riesce o se non si è soddisfatti in corso d’opera occorre cambiare, ma l’obiettivo non può mutare, perché altrimenti vuol dire che si è sbagliato totalmente la pianificazione!
E poi un presidente che rinuncia di fatto all’Europa, non assumendosi alcuna responsabilità e non chiedendo nemmeno scusa ai tifosi, è davvero triste. Tutti possono sbagliare, ma che almeno si riconosca di aver preso una cantonata. Invece come nulla fosse il presidente del Toro, della società dai valori del “mai mollare”, del crederci sempre e comunque, del derby vinto 3 a 2 segnando 3 gol in cinque minuti con Bonesso, Dossena, e Torrisi, a marzo dice che l’obiettivo è cambiato. E’ esattamente il modo di svuotare lo stadio.
Stando dunque così le cose, io chiedo a Cairo che torni a dare il massimo per la società rimboccandosi simbolicamente le maniche come faceva capitan Valentino. Se non ci sarà la voglia da parte dell’attuale patron granata, allora ritengo che sia meglio che metta in vendita la società. Nessun medico ha imposto a Cairo di comprare il Toro, per cui occorre che si assuma gli oneri che il suo ruolo comporta. Altrimenti a parer mio è meglio che metta ufficialmente in vendita la società e vediamo se arriva qualche proposta. Il Toro è di chi lo ama e di questo il presidente lo deve tenere presente.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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