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Caro presidente, la permanenza di Belotti al Toro è la sua dichiarazione d’intenti

Vincenzo Chiarizia
Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia sulle colonne di Toro News

Come si fa a non rimanere impressionati dalla potenza fisica, dalla dedizione, dalla tenacia, dalla voglia di combattere e dallo spirito Toro che mette in campo Andrea Belotti? E’ vero, ne abbiamo parlato diverse volte, ma è impossibile non rifarlo, soprattutto dopo una prova come quella contro il Palermo, gara in cui per la prima volta ha indossato la fascia da capitano. Nell’era Cairo è la figura carismatica che mancava, il degno successore di Rolando Bianchi e Kamil Glik. Una sola parola: fantastico! Quello che mi stupisce del centravanti del Toro è l’umiltà, un taglio di capelli alla moda, ma non estremo, qualche tatuaggio, ma non gli arazzi dipinti sul corpo e, soprattutto, la voce tremolante durante le interviste che lo rendono molto più umano di tanti altri giocatori.

Lo so, forse mi illudo, ma spero vivamente che esprima la volontà di restare in granata anche l’anno prossimo. Di certo però vorrà delle garanzie sugli obiettivi che dovrà prefiggersi il Torino. Già immagino una squadra come il Chelsea proporgli un ingaggio milionario e al Torino versare i fatidici 100 milioni per il pagamento della clausola rescissoria. Ecco allora che Belotti chiama il presidente e dice “Se mi garantisce l’allestimento di una squadra forte quantomeno per lottare per l’Europa che conta e la Coppa Italia, io resto.” Già, un “se” grande come una casa. E allora cosa farà il presidente Cairo? Chiederà sottovoce a Belotti di accettare l’offerta del Chelsea o gradirà davvero la sua permanenza, promettendogli una squadra che ambisca a vincere qualcosa?

Io la risposta ritengo di conoscerla, ma la tengo per me, perché le sensazioni che si hanno possono essere smentite dai fatti. Però il presidente si è esposto, ha dichiarato di voler tenere il Gallo e di fare investimenti. Allora, presidente, tenga presente questo: dopo aver vissuto la cessione di Maksimovic e quella di Cerci nell’ultimo giorno di mercato, non sarebbe facilmente accettabile anche quella di Belotti a fine sessione estiva. Perché significherebbe smentire in un colpo solo le parole dette agli organi di informazione nell’immediato post partita di Torino-Palermo. Mi aspetto che lei a fine campionato abbia già un accordo col giocatore per fare grande il Toro assieme e da lì programmare.

Per quanto riguarda il match di Palermo, Mihajlovic ha azzeccato i cambi e, per la prima volta, il passaggio al 4-2-4 ha sortito gli effetti sperati. Voglio solo ricordare però che il Palermo di quest’anno è una squadra che, con tutto il rispetto, ha delle lacune pazzesche e perdere in casa contro di loro sarebbe stato devastante per tutto l’ambiente. Ciò non toglie che il Toro abbia giocato alla grande inducendo all’errore Posavec e permettendo a Belotti di mettere a segno la seconda tripletta con la maglia granata addosso. Sono contento della continuità che sta avendo Lukic anche se deve migliorare e dell’esordio che ritengo positivo da titolare di Gustafson. Inoltre, finalmente Baselli è apparso nuovamente motivato e a Ljajic sembra aver fatto bene la panchina, anche se quel gol mangiato pochi minuti dopo l’ingresso in campo (il piattone al volo solo in area) grida ancora vendetta.

Certo è che il mister, che sotto alcuni aspetti tecnici non apprezzo, è un grande motivatore e si sta adattando all’organico a disposizione. Ora però, caro presidente, torno a lei. C’è bisogno anche di mettere Sinisa Mihajlovic nelle condizioni di poter esprimere al meglio la propria idea di calcio, costruendo attorno a Belotti una rosa che abbia i giocatori adatti in tutti i ruoli chiave, che abbia riserve all’altezza, che non si affidi a delle scommesse e che punti dritto nel calcio che conta. Belotti dovrà essere il capitano granata, e sarà sicuramente il metro con cui la giudicheremo per valutare la prossima stagione.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.