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C’è voglia di Toro!

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Il Granata della Porta Accanto / Torna la rubrica di Alessandro Costantino: "Nonostante la deriva di questo calcio, cosa, se non il Toro, ci tiene ancora attaccati a questo sport?"
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Finalmente si ricomincia! Quest'insana abitudine di fermare subito il campionato cominciato da pochissime giornate per lasciare spazio alle nazionali, è una cosa che personalmente trovo molto irritante. Sarà che l'Italia (e non parlo solo della "piccola" Italia degli ultimi tempi) non mi scalda e mai mi ha scaldato il cuore quanto lo fa il Toro, ma, non so voi, io non vedo l'ora di vedere nuovamente in campo i nostri in quel di Udine.

Ho voglia di Toro e sento intorno a me che c'è voglia di Toro. C'è voglia di capire le reali potenzialità di questa squadra e c'è voglia di toccare con mano quanto Mazzarri potrà incidere sul rendimento dei suoi giocatori, come gruppo e singolarmente. C'è voglia di sapere se si potrà lottare per un posto in Europa e c'è voglia di valutare a che punto è l'amalgama tra i vecchi ed i nuovi. C'è voglia di scoprire se Belotti tornerà alle medie realizzative di due anni fa e se, come Pulici che in azzurro giocò solamente 19 volte segnando 5 gol, anche lui sarà più decisivo in granata che con la maglia della Nazionale (sebbene abbia già totalizzato 20 presenze, una in più di Pupi). E c'è voglia di avere la conferma che Meitè è l'ottimo giocatore intravisto in queste prime sue apparizioni con la maglia del Toro o anche che è vero che dobbiamo stare tranquilli perchè, come canta la Maratona, "che ce frega di Ronaldo, noi c'abbiamo Izzo Armando". E poi c'è voglia di scoprire se Zaza e Soriano, le punte di diamante del mercato, riusciranno a prendersi la scena a suon di gol e prestazioni eccelse facendo fare un salto di qualità al Toro. E non solo: io ho voglia di capire se Parigini ha finalmente deciso che il suo talento è pronto per esplodere con la maglia che lo ha visto crescere e se la sua voglia di restare a tutti i costi corrisponderà alla svolta che la sua carriera aspetta ormai da troppo tempo. E chi non ha voglia di vedere quanto ci stupirà ancora capitan Moretti (eh sì, con tutto il rispetto per il Gallo, la fascia ad honorem per me sta sul braccio dell'inossidabile Emiliano, un nome tra l'altro che, non a caso, evoca un totem della storia recente del Torino...) con le sue 37 primavere? O chi non ha voglia di vedere Sirigu volare da un palo all'altro salvando la nostra porta come avevo sperato facesse Joe Hart due anni fa?

C'è voglia di Toro perchè dopo i mesi di calcio mercato finalmente lo si può di nuovo vedere in campo nelle partite che contano: c'è voglia di stadio, di vivere la Maratona, di urlare i nomi dei giocatori durante l'annuncio delle formazioni, di esultare per i gol segnati abbracciando il vicino che magari è un perfetto sconosciuto, ma in quel momento è più intimo di un fratello! C'è voglia di Toro perchè, sinceramente, è l'unica cosa che permette di avere ancora voglia di calcio: tra procuratori potenti, sponsor invadenti, arbitri impenitenti, presidenti incompetenti, giocatori esigenti, orari indecenti e televisioni onnipresenti, cosa, se non il Toro, ci tiene ancora attaccati a questo sport? E allora chissenefrega se il marketing impone terze maglie sempre più fuori dal solco della nostra storia, chi se ne frega se la UEFA impone la Nations League, chi se ne frega se i giornali parlano solo di un giocatore e di una squadra: domenica c'è il Toro e la voglia di seguirlo, per fortuna, è quella di sempre.

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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