IL GRANATA DELLA PORTA ACCANTO

Cercasi passione disperatamente

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata della Porta Accanto/Un vero presidente appassionato, vedendo questa situazione, al primo di gennaio darebbe carta bianca al proprio ds...

In qualità di tifoso maggiorenne (e pure di molto!), senziente e appassionato mi sento francamente preso in giro dalle continue dichiarazioni del presidente Cairo agli organi di stampa. Comprendo appieno che nessuno possa, e tantomeno debba, costringerlo a vendere il Torino FC perché, in punta di diritto, egli ne è il proprietario e pertanto ne può disporre a piacimento entro i termini di legge, però nessuno mi toglie dalla testa che, considerato che ogni società di calcio esiste, non giuridicamente, ma in quanto club sportivo, solo ed esclusivamente in funzione della comunità che si genera con i propri tifosi i quali ne sono l'unica ragion d'essere oltre che la principale fonte di reddito (compresi i diritti TV perché se i tifosi non guardassero le partite non genererebbero tutti quegli introiti che i broadcaster girano in parte alla Lega calcio che poi provvede a distribuirli), ogni presidente è eticamente e moralmente obbligato a portare rispetto ai supporter della propria squadra. Io sinceramente in dichiarazioni tipo "resto al timone del Toro perché per me è una passione" ci vedo una profonda mancanza di empatia verso coloro che la passione (e il proprio denaro) ce la mettono davvero sin da quando erano bambini.

La passione un presidente non la dimostra solo snocciolando le cifre (presunte) di quanti soldi ha investito nella società, cosa peraltro che non c'entra molto con la pura passione visto che è condotta diligente del buon imprenditore "investire" denaro in un'impresa. La passione si dimostra entrando in sintonia con la propria gente, non per mera convenienza, ma perché davvero se ne condivide genuinamente la stessa passione! Il presidente di un club dovrebbe essere caldo come un tifoso quando deve impostare una visione di dove vuole portare il club e freddo come un manager quando è il momento di fare i passi giusti che portino alla realizzazione di quella visione. Nessun tifoso tifa perché la propria squadra arrivi decima! Quello, semmai, è un algido calcolo manageriale che individua in quella posizione benefici superiori ai costi (monte ingaggi contenuto, mantenimento della categoria senza affanno, nessun investimento supplementare, nessuna pressione mediatica), ma cosa ci azzecca con il concetto di passione? Ma se un presidente in vent'anni di gestione non ha mai portato una bandiera in società, sarà forse perché di passione ne ha messa poca, poca? Quale appassionato del Torino non avrebbe dato qualunque cosa pur di avere una figura come Pulici nei quadri societari? Invece per il nostro presidente Pupi è una figura ingombrante, alla quale "si fa fatica a trovare un ruolo" (ipse dixit). Uno strano concetto di passione... E quale presidente, che dice di essere amato da percentuali bulgare di tifoseria, preferisce lasciare lo stadio dopo Torino-Bologna da un passo carraio laterale per non venire a contatto con quei tifosi che, a suo dire, in realtà lo amano tantissimo? Già, perché poi c'è il campo che fa registrare l'ennesima sconfitta di questo campionato, che ci mostra una squadra alla quale non si può dire nulla in termini di applicazione e impegno, ma che evidenzia in ogni gara lacune pazzesche nei singoli che a rotazione commettono errori fatali e mancanze colossali di personalità perché non ci sono neppure le reazioni rabbiose, magari inconcludenti, ma perlomeno focose, quando c'è da raddrizzare un punteggio. Non c'è un centrocampista che si prenda la briga di provare un tiro da fuori (oggi nel Bologna Pobega, che non è un fenomeno, ma rispetto ai nostri sembrava Toni Kroos, avrà concluso almeno tre volte con un gol e una traversa), ma purtroppo non c'è nemmeno un attaccante che si prenda la briga di provare una conclusione: sembra che far girare la palla sia l'obbiettivo del calcio moderno quando alla fine le partite si vincono con i gol, cioè con i tiri in porta...

Un presidente appassionato, vedendo questa situazione al primo di gennaio darebbe carta bianca al proprio ds e gli ordinerebbe di comprare un paio di giocatori buoni (una punta ed un difensore) subito all'apertura del mercato, anche perché un presidente appassionato non vorrebbe perdere i derby, anzi desidererebbe ardentemente vincerli, per cui non si sognerebbe mai di presentarsi all' 11 di gennaio, data di Toro-Juve, senza gli adeguati rinforzi. Io e il restante milione di tifosi granata cerchiamo disperatamente la passione del presidente Cairo e quale occasione migliore di questa (il calciomercato invernale) per smentirci e farci scoprire, dopo vent'anni, che ci siamo sempre sbagliati? In caso contrario, un paio di prestiti chiusi al 31 gennaio, non farebbero che certificare, insindacabilmente, che l'idea che tutti noi abbiamo di "presidente appassionato" non calza per nulla su Urbano Cairo. Pertanto come regalo di Natale chiederei al nostro presidente: vuole tenersi il Torino? Bene, anzi male, ma almeno ci risparmi le dichiarazioni che urtano la nostra intelligenza.

Buon Natale a tutti i veri appassionati granata!

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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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