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Chi è Vittorio Pozzo?

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Nel Segno del Toro / Chi è Vittorio Pozzo? Che significato assume la sua figura nel panorama calcistico granata?
Stefano Budicin

Uomo di statura culturale eccezionale, poliglotta e carismatico cosmopolita, Vittorio Pozzo è una di quelle figure alle quali si continua a guardare con estrema ammirazione. La sua storia, unita alla caparbietà che l’ha sempre contraddistinto, ispira e incanta al pari del suo operato come direttore tecnico del Torino e della Nazionale.

Vittorio Pozzo nasce a Torino il 2 marzo 1886, da una famiglia di origini biellesi. Frequentò il Liceo Cavour e studiò lingue, spinto da una passione per la disciplina e la conoscenza che non lo abbandoneranno mai. La sua etica lavorativa, che già trasparì negli anni della formazione, si rivelerà ancora più esplicita quando Pozzo comincerà a calzare i panni di giocatore professionista, da un lato, e di impiegato Pirelli, dove grazie alla sua bravura diventerà presto dirigente.

È un Pozzo ventenne quello che torna in Italia per terminare gli studi. Un Pozzo reduce dalle esperienze consumate in Francia, Svizzera e Inghilterra, esperto estimatore del gioco del pallone. Le numerose trasferte gli hanno insegnato a sviluppare competenze tecniche mediate dalla sapienza inglese, a militare nei Grasshoppers di Zurigo, e a prendere parte con entusiasmo alla nascita del Torino Football Club.

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Una figura come la sua non può passare inosservata, così Vittorio Pozzo gioca a partire dal 1906 tra le fila del Torino. Cinque anni di attività agonistica, cui fa seguito l'occasione di svolgere il ruolo di direttore tecnico dei granata: un ruolo che Pozzo manterrà per dieci anni.

La passione di Vittorio per il gioco del calcio è tanto soverchiante da persuaderlo ad abbandonare il ruolo da dirigente della Pirelli per diventare il capitano della Nazionale italiana (1912). La squadra, inviata alle Olimpiadi di Stoccolma, verrà eliminata al primo turno.

La prima guerra mondiale non risparmia nessuno, tantomeno i professionisti del pallone. Tutti, dai giocatori agli allenatori, sono costretti ad andare al fronte. L'imperativo: armati per proteggere la patria. Vittorio Pozzo imbraccia le armi e combatte negli Alpini in qualità di tenente. L'esperienza, traumatica e drammatica come da canone, si rivelerà essenziale per consolidare nel piemontese il sentimento patriottico e l'amore per la disciplina e il sacrificio, qualità che ogni fuoriclasse non deve mai mancare di avere.

Terminata la guerra, Pozzo assume di nuovo l'incarico di commissario tecnico della Nazionale (1924), portando l'Italia ai quarti di finale in occasione delle Olimpiadi di Parigi, ma rassegnando le dimissioni subito dopo. A richiamare il piemontese alla carriera da allenatore è il gerarca Leandro Arpinati, vice segretario del Partito Nazionale Fascista. È il 1929 e Pozzo assolve al compito con una professionalità esemplare. Organizza i pasti e la routine quotidiana dei suoi giocatori, in perfetto stile militaresco. L'esperienza al fronte ha insegnato a Pozzo che per ottimizzare il valore di una squadra è necessario che ognuno si attenga al ruolo che gli compete.

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Con Pozzo si assisterà allora alla nascita di un metodo che ha fatto scuola: lo schieramento a WW, pensato come alternativa alla Piramide rovesciata di Cambridge e allo schema WM di matrice inglese. Il “metodo” è il seguente: arretramento dei difensori laterali e delle mezzale, spostamento del difensore centrale a supporto del centrocampo. Il metodo si rivela ben presto vincente.

Il nome di Vittorio Pozzo resterà indissolubilmente legato alla tournée compiuta dal Toro in Sudamerica nell'estate del 1914. Una traversata che ha del leggendario in quanto pochissime squadre europee poterono permettersi viaggi e trasferte così lunghe. I granata giunsero in Uruguay dopo un lungo viaggio in nave lungo le acque dell'enorme Atlantico, il 27 agosto del 1914. La destinazione era Buenos Aires, dove i granata disputarono 3 partite vincendone 1. Un'esperienza vissuta da Pozzo con un senso di soddisfazione e gratitudine immensi. Così come immensa è la gratitudine che noi tifosi torinisti non cessiamo di provare per la sua figura intramontabile ed eroica.

Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.

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