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Chiedi chi era Marko Topic
Alzi la mano chi si ricorda di Marko Topić? Laggiù, in fondo ai meandri del periodo più buio della storia granata senza timore di smentita, c’è posto anche per il gigante di Ostra Luka, Bosnia. Il centravanti bosniaco classe 1976 ha giocato in Italia dal 1998 al 2001, raccogliendo cinquantasei presenze in serie B, otto in Coppa Italia, totalizzando dodici reti.
Insomma, chi si ricorda di Marko Topić? Se conoscete qualcuno che vi risponda di sì, beh, state parlando di un appassionato calciofilo da cui dovreste tenervi lontani. Chi ha questo tipo di memoria, alle feste sta in piedi a discettare della posizione in campo di Santiago Ostolaza oppure dei ventuno modi per tirare un calcio d’angolo (cit.). Agli aperitivi li potete riconoscere facilmente perché, in disparte in qualche angolo del locale, staranno ricordando dove erano quel giorno in cui la loro squadra del cuore prendeva tre pappine in casa, dal Monza, nel giro di ventiquattro minuti.
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Anno di grazia 1999. Le scorie di Reggio Emilia e dello spareggio contro il Perugia non le ho ancora smaltite e il campionato successivo lo vivo con l’amarezza di chi non contempla le ingiustizie. E il Toro in B, dopo il campionato precedente e la partita di Reggio Emilia, è la summa delle ingiustizie, roba da Tribunale internazionale per i diritti dell’Uomo. Siamo ad aprile. La rincorsa per accaparrarci uno dei primi quattro posti che valgono la A è partita da un pezzo e noi siamo in prima fila e senza troppi patemi. Incredibile a dirsi anche se la strada è ancora molto lunga. Al termine della ventisettesima di campionato, il Toro è secondo con due punti di vantaggio sul Treviso, quattro sul Lecce e sei sulla Reggina, quinta in classifica. Al primo posto c’è il Verona. Il 3 aprile, allo Stadio delle Alpi, arriva il Monza. Io sono fuori Torino, l’abbonamento in tasca e la sciarpa in auto, pronto a tornare, giusto in tempo per il calcio d’inizio delle ore quindici. E io, puntuale come Ferrante sotto porta, alle ore quindici, sono in Maratona.
Credo di aver stabilito un record sulla bretella tra Gravellona e Santhià, dopodiché, senza dubbio alcuno ho asfaltato la corsia di sorpasso della Torino-Milano. Eccomi qua, giusto in tempo per assistere a questa partita considerata dai più, una formalità. Lo stadio è deserto, arbitra Paparesta e nel Monza di Pierluigi Frosio giocano Oddo (futuro campione del mondo), Aldegani e Dario Smoje (un passato per entrambi al Milan) ma soprattutto lo sconosciuto Marko Topic. Tempo al tempo e ce lo ricorderemo per un pezzo. Il Toro è irriconoscibile, il Monza gioca in contropiede ed è semplicemente micidiale. Minuto sei. Suona un campanello d’allarme che pochi comprendono, di sicuro non lo comprendono i nostri giocatori e proprio Topic sfiora il gol del vantaggio, Bucci salva. Due minuti dopo, però, su imbucata di Corrent, ancora Topic elude Sassarini e scavalca Bucci con un pallonetto bello ed elegante.
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Il Monza è in vantaggio. Una settimana prima era toccato alla Lucchese e il Toro aveva avuto la forza di rimontare; pertanto, restiamo ottimisti. Il Toro ci dà ragione e reagisce in maniera veemente: punizione di Artistico, incrocio dei pali. Ma questo è un giorno di ordinaria follia e ce lo conferma lo stesso Artistico che con una gomitata manda ko il centrocampista brianzolo Cristiano. L’arbitro non vede, Cristiano viene portato fuori dal campo e, novello Lazzaro, resuscita giusto in tempo per colpire di testa su bel cross di D’Aversa che Bucci battezza in maniera errata. Al diciottesimo siamo sotto per due reti a zero. A questo punto, succede di tutto. Cristiano esulta per il gol e lo fa davanti alla panchina sbagliata, provocando la reazione di Mondonico. A farne le spese sarà proprio il nostro mister che verrà espulso.
Sei minuti dopo, Marko Topic si iscrive alla lista dei carneadi capaci di lasciare un segno nella storia del Toro. Minuto ventiquattro. Topic in versione Tomba si incunea tra tre difensori, li supera slalomeggiando, attira Bucci fuori dai pali e lo infila senza alcuna pietà. Giochiamo contro un fenomeno. Toro zero, Monza tre. Realizzo che ho fatto centoventi chilometri a tavoletta per vedere Marko Topic bullarsi di una intera squadra. Per farvi un parallelo Topic sembra Cristiano Ronaldo contro i pulcini del Toro. Il primo tempo è un incubo che non sembra voler finire. Ancora Topic sfiora il quarto gol e la tripletta personale. Il bosniaco è scatenato, Maltagliati sventa il pericolo in extremis.
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La riscossa del Toro parte al trentacinquesimo minuto. Fallo in area di Annoni (no, non Tarzan) su Lentini. L’arbitro Paparesta concede il rigore che Ferrante realizza. Toro uno, Monza tre. Lassù, difficilmente qualcuno si ricorda di noi, ma noi, quando Artistico coglie il secondo legno di giornata, ci ricordiamo di tutti, ma proprio tutti, i santi conosciuti. Anche il Monza perde il suo allenatore, espulso per proteste. Quando arriva il fischio di fine tempo, siamo in panne in mezzo ad una autostrada a tre corsie, ma si intuisce che il soccorso sta per arrivare. All’inizio della ripresa, il Toro è un’altra squadra. Lentini sfiora il gol con un tiro deviato in corner, Ferrante si mangia un gol già fatto da pochi passi, poi tocca ad Artistico, rovesciata, con Lentini che arriva in ritardo per il facile tap-in. La porta di Aldegani sembra stregata e l’estremo brianzolo appare insuperabile. Cristiano, nel frattempo viene espulso, e il Monza dopo una gara a centro ring, adesso è alle corde. Moro atterra Ferrante in area. Siamo al sessantaseiesimo. Rigore che il capocannoniere del campionato trasforma, battendo il record di Santos che nel 1949/50 ne aveva segnati ben dieci. Ferrante gol e la partita è riaperta. Toro due, Monza tre.
Tambureggiante, insistente, martellante. Trovate un aggettivo che vi piaccia ma ricordatevi che non basterebbe per comprendere la spinta del Toro e quella della Maratona. Il pareggio arriva e lo segna Roberto Maltagliati, uno che ha lo stesso feeling con il gol di un vegano con una bistecca: zuccata vincente su corner di Lentini. Un gol con il Toro in 189 presenze, due in tutta la sua carriera di oltre 450 partite tra A, B, C e Coppa Italia. Tre a tre. Come spesso accade al Toro in questi casi, il pubblico entra in uno stato di delirio che potremmo derubricare come allucinazione collettiva. Nella mia personale classifica, questa rimonta si piazza nelle prime cinque di sempre. Appena giù dal podio c’è un Toro-Parma 4-4 con traversa di Ventola sul finire del match. Il terzo posto è per Juve-Toro 3-3 (la buca di Maspero), al secondo c’è Toro-Sassuolo 3-2 (Covid era) e al primo posto l’uno-due di Toro-Genoa 2-1 (Immobile, Cerci). Il derby del 1983, quello del 3-2, come dicono i francesi è hors categorie, qualcosa di supremo, che esula da tutto ed è, quindi, fuori classifica per distacco.
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Quando accadono eventi che rasentano il sovrannaturale, il Toro ci tiene subito a riportare tutti sulla terra. Ok, abbiamo rimontato tre gol al Monza, non propriamente il Real Madrid, ma proprio per questo, voi che state impazzendo in Maratona, penserete davvero di vedere la vostra squadra compiere il sorpasso sul filo di lana, come se niente fosse? Ma no. Molto meglio vedere Aldegani ergersi a Superman su Sommese e Lentini e poi, come ciliegina sulla torta, cogliere una traversa clamorosa sempre con Sommese.
Il pomeriggio di sabato 3 aprile 1999 dice semplicemente che il Toro è vivo. È vero, stavamo attraversando uno dei momenti più bui della nostra storia, eravamo in Serie B da tre anni, avevamo perso lo spareggio contro il Perugia ai rigori, navigavamo a vista e la società gestita dai “genovesi” stava per essere venduta. Forse non avevamo ancora visto niente, ma il Toro era vivo. Era vivo nella reazione di Mondonico e in quella della squadra. Era vivo, un mese dopo questa rimonta, nel piovoso 4 maggio che celebrava il Grande Torino. Era vivo nella fiumana di gente che affollava le vie del centro dopo la vittoria di Benevento che sanciva l’ennesima rinascita del Toro. Che fossimo vivi lo testimoniava il tabellino di quel match appena concluso. Toro-Monza 3-3. E tutti alla fine di quella folle partita, ci chiedemmo per davvero: ma chi è ‘sto Marko Topic?
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Ad un anno campione d’Italia, cresciuto a pane e racconti di Invincibili e Tremendisti. Laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Ho vissuto Bilbao e Licata e così, su due piedi, rivivrei volentieri solo la prima. Se rinascessi vorrei la voleé di McEnroe, il cappotto di Bogart e la fantasia di Ljajic. Ché non si sa mai.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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