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GRANATA DALL'EUROPA

Ci vuole un fisico bestiale

Michele Cercone Columnist 
Nuovo appuntamento con "Granata dall'Europa", la rubrica su ToroNews di Michele Cercone: "Altro giro, altra corsa e altre dichiarazioni surreali, stavolta di Cairo"

La vita da tifosi del Toro è davvero dura, e serve un'enorme capacità di resistenza per vivere costantemente sulle montagne russe granata che fanno la spola tra esaltazione e depressione. Neanche il tempo per gioire di un fugace primo posto in classifica ritrovato dopo decenni, che Vagnati ci gela ricordandoci quanto poco la società sappia della nostra storia e dei nostri valori, e quanto poco gliene importi. Altro giro, altra corsa e altre dichiarazioni surreali, stavolta di Cairo, che ci tiene a farci sapere quanto sia sbagliato, controproducente e insensato investire nel calcio italiano le cui squadre non sono tutelate e assistite finanziariamente e i cui costi sono ormai insostenibili se confrontati ai ricavi. Il ragionamento é giusto, per carità, e non fa una piega, se non fosse che essere proprietario di una squadra di calcio di serie A non è un obbligo che qualcuno gli ha imposto e che non si capisce chi glielo faccia fare al presidente di rimanere ben abbarbicato a questo pozzo senza fondo. Spenta dunque la speranza che il dissesto dei bilanci e le prospettive di severe perdite future portino l'attuale proprietario a farsi da parte, è arrivata, a colmare la misura, la doccia fredda di Zapata, che lascia una voragine incolmabile dal punto di vista del gioco e del carattere.

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Usando il titolo di una famosa canzone, ci vuole davvero un fisico bestiale per digerire tutti questi eventi e continuare comunque ad aspettare con ansia che arrivi il prossimo week end per rivedere il Toro in campo. Noi torelli siamo pero' bestiole pervicaci e poco inclini alle logiche conclusioni. Se dovessimo davvero tirare le somme di quanto abbiamo visto nelle scorse due settimane probabilmente a quest'ora saremmo tutti in fila a restituire l'abbonamento e darci a passioni sportive meno masochiste. Invece in noi l'insensatezza prende il sopravvento, sotto forma di flebili aliti di speranza con cui proviamo a far restare in aria l'aquilone granata. Inanzi tutto vien voglia di non lasciare solo quel povero cristiano di Vanoli, l'unico che finora ha provato a fare e a dire qualcosa da Toro. Sembra brutto anche mollare già da adesso la banda del buco in difesa, che non ha altre colpe se non quella di essere stata assemblata male e tardi senza un guizzo o una scoperta sul mercato. Anche il resto dei volenterosi pedatori che in larga parte compone la squadra si merita almeno il rispetto per un inizio di campionato a testa alta, che ha inorgoglito i tifosi e acceso un barlume di autostima.

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E' evidente pero' che senza il capitano l'asticella delle aspettative è destinata ad abbassarsi. Che questa compagine con Zapata fosse in grado di raggiungere un piazzamento europeo era già difficile. Senza di lui siamo destinati, molto probabilmente, a ritornare in quel limbo di metà classifica che sembra ormai essere l'aspirazione massima della società. Da qui a dicembre ci aspetta un periodo complicato, in cui Vanoli dovrà provare a costruire nuovi equilibri e a inventarsi una nuova maniera di giocare. Il mister non sembra uno che si spaventa di fronte alle sfide diffficili, e lo ha già dimostrato prendendosi la responsabilità di un Venzia con un piede in C. Speriamo che anche questa volta sappia trovare le soluzioni adatte per fare fronte all'emergenza. Il vero problema è che a poi la palla passerà alla società, che sarà chiamata ad agire sul mercato. Alla luce di quanto visto in estate, i tifosi hanno poco da stare tranquilli, dato che le promesse di rafforzamento si sono trasformate in certezze di smantellamento. Per chiudere in rima, ci vorrà dunque molto allenamento per stare dritti contro il vento.

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