Finalmente una vittoria! A Cagliari il Torino ha ottenuto un eccellente risultato, strappando tre punti ad una rivale per non retrocedere nella serie cadetta. È stata una partita all’insegna di una “doppia” prestazione atletica. Due facce che hanno dimostrato una netta differenza tra il primo tempo ed il secondo.Ovviamente il mio commento alla gara prende spunto da ciò che si è visto a Cagliari, ma non espongo mai una valutazione soggettiva, anzi le stime che voglio fornire sulla prestazione di gara hanno un risvolto scientifico.
toro
Buoni presupposti
Detto questo, prendiamo in esame i dati della Lega Serie A, ed andiamo ad analizzare cosa e come la prestazione fisica abbia influito o no sul risultato finale. Il tempo effettivo di gioco, ovvero i minuti giocati senza pausa, sono stati quasi 36 minuti, su 94’59” totali. I granata nel primo tempo non hanno aumentato il ritmo di gioco attraverso accelerazioni improvvise, corse in profondità verso la posta avversaria, e così via, anzi hanno cercato di mantenere fisicamente i ritmi del Cagliari.
Poche, pochissime le azioni di rilevanza fisica, sottolineo circa 70 minuti di lieve calo del momentaneo rendimento, perché la squadra di Di Francesco ha avuto la supremazia nei duelli fisici uscendone sempre vincitrice Fortunatamente non hanno fatto gol. Una particolare attenzione va data alla tipologia di corsa legata alla prestazione. Si è notato, che quando il Cagliari perdeva palla nella trequarti offensiva, la nostra squadra ripartiva con tre oppure quattro giocatori, di conseguenza i sardi immediatamente “ripiegavano” a difendere con 6/7 giocatori ad una velocità di corsa davvero notevole, questa caratteristica ha determinato una maggiore quantità di corsa effettuata rispetto al Toro (105,47 km per il Cagliari e 101.25 km per il Torino). Ed ecco il secondo volto mostrato dal Toro: nel secondo tempo il Cagliari non è riuscito a mantenere i ritmi elevati del primo tempo, calando alla distanza. Questo avvenimento, unito al fatto che il Toro non ha preso gol, quindi non partiva da situazione di svantaggio, ha permesso a Belotti &Co. di “alzarsi" un po’, avvicinandosi così alla porta difesa da Cragno con più facilità.
Il gol di Bremer è frutto della concretizzazione di questo aumento di vivacità e performance di corsa del Toro dovuto anche al calo avversario. Già da qualche minuto la nostra squadra stava prendendo campo mantenendosi più alta, portando così maggiori pericoli. Da segnalare il positivo impatto sulla partita di Bonazzoli. Il ragazzo è entrato molto bene in campo, mostrando una buonissima forma fisica, fortissime accelerazioni ed intensità di corsa, cosa che ad esempio manca a Lukic da diverso tempo. La maggior parte dei calciatori che vogliamo vedere in campo deve avere il livello di prestazione di Bonazzoli, perché nel calcio di oggi servono (lo evidenzio come una regola aurea) forza, potenza e alta intensità di corsa per essere vincenti. L’espressione di massima forza è sempre legata al concetto di potenza. Iniziamo ad avere una visione d’insieme!
© RIPRODUZIONE RISERVATA