E' brutto invecchiare, tendi sempre a rimpiangere le cose del passato. Prendi la Coppa Italia: nella mia infanzia si giocava a gironi preliminari tra la fine di agosto e l'inizio di settembre visto che il campionato (a 16 squadre) cominciava intorno alla metà di quel mese. Era l'occasione giusta per testare i nuovi acquisti e farsi un'idea della forza della squadra. Tra l'altro erano tempi in cui il Toro spesso andava parecchio avanti nella competizione, tant'è che l'ultimo trofeo sistemato nella bacheca granata è proprio la Coppa Italia del '93 con i suoi famosi tre rigori contro della sfida di ritorno a Roma.
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Coppa Ita”g”lia: una pessima formula
Oggi la Coppa Italia è talmente cambiata che...non si chiama neppure più così! Pare che sia più importante (e soprattutto più redditizio per le solite società...) un trofeo della birra giocato a tempi di 45' minuti l'uno in una cattedrale del deserto ereditata dalle “notti magiche”, che una sfida ufficiale di Coppa Italia o come diavolo si chiama adesso. Così invece di giocarla a fine estate, il grosso della manifestazione è compressa in assurdi orari di giorni infrasettimanali nel gelo dell'inverno e per di più nel disinteresse generale. Ci sarebbe di che intristirsi ma purtroppo l'indignazione è tale da prendere il sopravvento. Sì, perchè la formula dell'attuale telefonino cup è peggiore persino della legge elettorale che nessuno (vuole e) riesce a cambiare.
Ma che spirito sportivo c'è dietro una competizione in cui i più deboli sulla carta giocano ogni turno in gara secca in casa dei più forti? Almeno in Inghilterra c'è il replay a campi invertiti in caso di pareggio. E che senso ha che i più forti entrino in gioco solo dagli ottavi di finale? O che senso ha che ogni turno sia in gara secca mentre solo la semifinale con andata e ritorno? Può una squadra giocare appena 5 partite e vincere un trofeo? Ma neanche ai Mondiali o agli Europei si può arrivare fino in fondo giocando così poche partite! Tagliando indiscriminatamente le partite della Coppa Italia e sacrificandola sull'altare dell'affollamento dei calendari, come ci vogliono far credere, non si è fatto altro che servire su un piatto d'argento alle grandi la possibilità di lottare per qualcosa nel caso in cui campionato e coppe europee si mettano male. E spiace, al di là di tutto, vedere come anche il Toro, che non si arrese ai poteri forti che lo volevano sconfitto in quella famosa finale di Roma, abbia rinunciato a “dare fastidio” uscendo ingloriosamente ormai da due decenni nei primi turni della competizione. Un club che l'ha vinta cinque volte e vanta il granatissimo record di finali perse (8!) dovrebbe onorare al meglio questa competizione e non trattarla come un fastidio o un impegno che distoglie l'attenzione da altri obbiettivi (spesso peraltro comunque mancati....).
Non chiedo di tornare bambino, né la riesumazione della Coppa delle Coppe, ma che bello sarebbe rigiocare una finale, anche a costo di rimpolpare lo sfortunato record? Sarà per il prossimo anno?Alessandro Costantino (Twitter @AleCostantino74)
(foto Dreosti)
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