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Sta per arrivare il nono impegno stagionale del Torino che al Dall’Ara se la vedrà contro i rossoblù di mister Pippo Inzaghi. Il Bologna non è una grandissima formazione, ma ci sono alcuni elementi che potrebbero creare qualche grattacapo come Santander, Nagy o Svanberg. Tuttavia il Toro ha l’obbligo morale di sfoderare una prestazione di maturità, portando a casa i tre punti e cercando di evitare i soliti blackout e di soffrire meno rispetto al match contro il Frosinone.
Ma come arriva il Toro a questo impegno? Sembrerebbe in una situazione ottimale perché infortuni e acciacchi a parte, il Toro viene da due vittorie consecutive, con i propri giocatori meno in forma che hanno potuto recuperare e con quelli più in forma che hanno potuto migliorare la propria condizione. Tra questi c’è sicuramente Vittorio Parigini andato in rete con l’under 21.
Parigini è cresciuto, ma non tanto dal punto di vista tecnico, quanto dal punto di vista mentale. Mi ricorda l’evoluzione che ha riguardato l’ex granata Simone Verdi. L’ex Milan e Toro, dopo il periodo opaco con il Toro in cui Ventura lo stroncò forse troppo presto, l’ex Bologna ha vissuto nel biennio tra il 2013 al 2015 un buon periodo dove riuscì ad emergere e a mostrare le proprie qualità. Ripiombò nell’oblio quando una volta riscattato il Toro lo cedette al Milan che lo girò in prestito in Spagna all’SD Eibar, girovagando poi ancora per qualche anno tra Milan e Carpi, prima di tornare protagonista al Bologna ed oggi elemento di grande supporto del Napoli di Ancelotti. Ecco, Parigini sembra godere delle stesse aspettative che si nutrivano al tempo per l’attuale numero 9 partenopeo, tuttavia si spera che quella dell’ex Perugia e Benevento sia una fioritura definitiva.
L’esterno classe ’96 ha ritrovato l’entusiasmo, il sorriso e la gioia di giocare a calcio con la consapevolezza di doversi sacrificare. Questo suo emergere sta oscurando un altro talento granata che è Simone Edera, il quale purtroppo dopo un’ottima stagione passata, continua a trovare poco spazio in questa stagione. Ciò nonostante, l’ipotesi della cessione di Edera, ovviamente in prestito, non mi entusiasma. Sì perché, assodata l’imprescindibilità di Iago Falque al gioco dei granata, mi piacerebbe molto vedere un tridente composto da Edera-Belotti-Parigini. Una settimana fa auspicavo un più realistico Falque-Belotti-Zaza, oggi invece sogno Edera-Belotti-Parigini. So benissimo che sarà molto difficile vederlo in questo campionato, anche perché Mazzarri è ancorato al 3-5-2 e difficilmente potrà proporre un tridente del genere, ma vederlo schierato in campo, significherebbe davvero che “il Fila”, inteso per come tutto lo conosciamo, e cioè come la cantera granata, è tornato.
Che poi Parigini giochi bene in nazionale under 21 e che trovi la rete che sblocca la gara proprio nel giorno del 51° anniversario dalla morte della Farfalla Granata, è un bellissimo segnale che fa ben sperare. Parigini deve continuare così, deve sentirsi tranquillo, stimato, ben voluto e dare il massimo sacrificandosi per la squadra. Questa è la strada giusta diventare importante per i granata.
Nel frattempo Cairo ha finalmente ripreso a parlare di Europa League nonostante le concorrenti al momento sembrino molto più attrezzate di noi. Questo non lo dice soltanto la classifica, ma anche e soprattutto la qualità del gioco espresso dalle concorrenti, rispetto al brutto gioco invece preparato da mister Mazzarri. L’allenatore di San Vincenzo deve dare di più, deve trovare delle svolte tattiche e tirare fuori nuove idee che possano fruttare al Toro. Il 3-4-1-2 potrebbe essere il giusto modulo per far coesistere Falque, Zaza e Belotti.
Ad ogni modo quello che serve ora è fiducia e continuità. Vedrei bene Baselli messo a riposo ché un po’ di panchina potrebbe giovargli, mentre darei qualche chance in più a Lukic. E’ vero che c’è bisogno di fiducia intorno alla squadra, soprattutto in questi momenti che il Toro sta cominciando a raccogliere punti per una classifica molto più dignitosa, ma la svogliatezza di Baselli mostrata solitamente in campo, infastidisce e non poco il tifoso. Senza contare il suo modo di esultare per la rete messa a segno contro il Frosinone.
Dunque questo è il momento della positività. Vanno accantonate le critiche e chi scrive non si è mai risparmiato in tal senso. La speranza è di non dover più rinfacciare alla società errori atavici che da troppi anni la squadra granata si porta dietro. Dunque a Bologna tutti uniti verso i tre punti per inseguire il sogno europeo.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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