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Crossa Ansaldi, assist!

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Sotto le Granate / Il cambio di Zappacosta, Ansaldi, non è mica male...
Maria Grazia Nemour

Sfido chiunque a non traballare se l’ultimo giorno di mercato scopre che Zappacosta non c’è più. Si sprecano oceani di “forse” su chi va e chi viene, ma alla fine le notizie arrivano solo da Torino FC, contratto alla mano: Zappacosta va, Ansaldi viene.

Ansaldi. Metabolizzato il cambio inaspettato, non è mica male, Ansaldi.

Una rarità, un terzino che sa giocare a sinistra come a destra - prego Miha, dica lei come più gli aggrada – in grado di crossare anche dalla tre quarti. Argentino tecnico, nasce a Rosario (come Leo Messi, già) e gioca nel Newell's Old Boys. Successivamente, i suoi piedi precisi giocano in Russia – prima al Rubin Kazan, poi lo Zenit punta su di lui 8 milioni di euro, ma con meno successo – e in Spagna, all’Atletico Madrid, che lo vede poco in campo, a causa di un brutto infortunio con tre mesi di stop. Infine eccolo, è il momento dell’Italia.

E in Italia comincia proprio da dove la sua famiglia – chissà quanti anni fa – era partita, da Genova. Perché è noto che non esiste argentino che non vanti radici italiane.

Si ripete il copione già giocato in Russia: rutilanti prestazioni e sfavillante forma fisica al Genoa (che lo acquista per 4 milioni di euro), dimesso e sfortunatamente infortunato all’Inter (che ne tira fuori 6, di milioni).

E al Toro? Be’, arriva in prestito, conquistando una fettina di fiducia granata con un buon esordio contro l’Udinese. Il derby è ancora troppo vicino – e lo sarà ancora per un bel po’ – per parlarne con il giusto distacco, ma si può dire che Ansaldi c’era, non ha salvato ma neanche affossato una partita che è stata giocata come un naufragio, si salvi chi può.

E poi parole dense di riscatto, di voglia di riprovare, quelle che pronuncia prima dell’incontro col Verona. Ma non bastano neanche quelle, per vincere. Non basta il suo l’assist per Iago e non basta il suo correre fino in fondo al campo con tanti palloni al piede.

In questo inizio di campionato lo ritroviamo comunque nella “Classifica dribbling” di Calcio fanpage.it, una classifica tutta italiana con protagonisti tutti argentini. Svetta lui, l’insopportabile Dybala, che non si accontenta di essere capocannoniere, no, pure dribblatore. A seguire Perotti, Gomez ed eccolo, Ansaldi, con una media di 3 dribbling vincenti su 4 tentativi per ogni partita. Il dribbling fa bello il gioco per chi lo guarda e raddoppia gli uomini in campo, se riesce. Mica male, rientrare in questa classifica.

Ansaldi-terzino fa parte di un Ansaldi-uomo profondamente religioso, orgoglioso di una moglie e di tre figli che non perde occasione di fotografare e mostrare. Amante della musica sudamericana che diffonde intorno a sé con voce e chitarra, nonché provetto cuoco di Asado. Scorrerà Mate negli spogliatoi.

Ronco Scrivia, il paesetto nel genovese da cui mossero i suoi avi, direzione Argentina. Il “leone di Ronco Scrivia” lo chiamano, vista la criniera fulva.

Aspettiamo che il leone lo faccia ruggire, il Toro!

Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.

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