Che, nella sua storia, il Toro abbia avuto dei difensori duri e a volte anche cattivi non è mistero. E’ curioso il fatto che alcuni di loro abbiano segnato gol che da un difensore non ti aspetteresti. Non il classico colpo di testa o inserimento su piazzato, sicuramente più usuali per chi riveste il ruolo, ma azzardate conclusioni balistiche, acrobazie, sombreri. Ne raccolgo qui cinque, usando parametri puramente soggettivi (il tenere fuori difensori che ritenevo di un livello tecnico molto alto, come per esempio Cravero, o che hanno sviluppato la loro carriera più sulla fascia che al centro, come Darmian). Se vi viene in mente altro e volete partecipare al giochino, ci sentiamo nei commenti.
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Gol incredibili di difensori ruvidi
5 Paolo Hernan DELLAFIORE (Lecce-Torino 3-3 2008/2009): non proprio il più iconico dei difensori avuti dal Toro, ma entra in classifica per un gol dai più dimenticato, forse perché alcune stagioni sarebbe meglio non ricordarle mai. E’ la prima di ritorno, ma a Lecce il clima è già quello allegro dell’ultima spiaggia o quasi, dopo aver iniziato il 2009 con due sconfitte di fila. Nel primo tempo, il Toro riesce nella non facile impresa di prendere due gol da Munari, ma nella ripresa sembra avere un altro piglio e un pochino di fortuna in più visto che la riapre con un cross di Saumel che si tramuta in conclusione imparabile per Benussi. Al 56’ Rosina si impossessa di un pallone vagante a sinistra e crossa basso. La palla esce dall’area, dove accorre Dellafiore, che, in caduta, colpisce la palla con una specie di sforbiciata che centra l’angolino basso. Davvero un bel gol. Ora possiamo smettere di ricordare quella partita e quella stagione, scusate per averlo fatto.
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4 Pasquale BRUNO (Atalanta-Torino 1-3, 1991/92): chissà come esulterà Bruno quando farà gol con la maglia del Toro? Questa domanda attanagliava molti tifosi, durante la permanenza in granata di Pasquale. Le fantasie più sfrenate ci portavano a immaginare un gol in un derby, ma forse sarebbe stato troppo per l’ordine pubblico. Alla fine ci sarebbe andata bene una partita qualsiasi. Bruno decide di soddisfare questa richiesta in una malinconica domenica di tarda primavera. Malinconica perché, quella di Bergamo, è la prima partita dopo Amsterdam. Il Toro affronta l’Atalanta col piglio della grande squadra, cosa che in quei mesi irripetibili è, e si porta sul 2-0 grazie a Bresciani e a Scifo, poi Caniggia, al 61’, accorcia le distanze. 12’ dopo partiamo in contropiede con Scifo e Bruno si inserisce centralmente alla perfezione, così il belga lo serve. Bruno stoppa male, ma questa diventa la sua fortuna: la palla si alza e gli permette di eludere con un pallonetto volante mancino l’intervento in scivolata di un avversario, poi è la volta di una staffilata col destro che gonfia la rete. Ecco come esulta Bruno dopo un gol degno di un grande centravanti: saltelli gioiosi e la felicità nel volto mentre corre sotto il settore ospiti. Una gioia che, per qualche istante, fa dimenticare il rumore che fanno tre pali e una coppa alzata dalla parte sbagliata.
3 Ezio ROSSI (Torino-Sampdoria 4-1, 1987/88): forse infilare Ezio Rossi nel girone dei difensori ruvidi è una forzatura. Giocatore molto duttile, di rendimento, da Fantacalcio, per certi versi. Uno che sa fare tutto. Va comunque citato perché in carriera ha fatto dei gol pazzeschi, non usualissimi per un giocatore con le sue caratteristiche. Una bordata di sinistro al volo nel sette in semifinale di Coppa Italia contro i gobbi nell’87/88, una mezza rovesciata alla Lazio l’anno dopo in un folle 4-3. Ezio, però, entra in classifica per un gol magnifico siglato alla Sampdoria, nella famosa gara in cui Polster ne fece tre in faccia a Vierchowod. Sull’1-0, Berggreen affonda sulla sinistra e crossa al centro. Ezio Rossi è in piena area, come se Polster, in quel momento, fosse lui. Stop di petto e pallone che resta per aria, ci si aspetterebbe un tiro col sinistro e invece arriva la genialata: la palla viene colpita in volo con l’esterno destro e non può fare altro che entrare sotto l’incrocio con tanti saluti ai blucerchiati. Spettacolo puro.
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2 Giacomo FERRI (Torino-Inter 1-1, 1987/88): Giacomo Ferri ha segnato tre gol in serie A in granata. Fin qui niente di strano, gli si cantava “Picchia per noi, Giacomo Ferri” mica segna per noi. Però è particolare la qualità di quelle tre reti: una meglio dell’altra. Nel 1981/82, al Milan, in un fondamentale scontro salvezza, controlla una respinta della difesa e, da fuori, realizza con un imprendibile destro a spiovere. Nel 1983/84 buca il Catania con un destro al volo dal limite a incrociare. La serie si chiude ne 1987/88, con quello che, forse, è il centro più bello. Ancora una palla vagante al limite dell’area avversaria su cui Giacomo irrompe in acrobazia colpendo la palla al volo con il sinistro. Zenga può solo mandare a stendere i suoi compagni. Una volta si chiamavano “eurogol”.
1 Daniele DELLI CARRI (Fiorentina-Torino 0-0, 2001/2002): no, non è un errore di stampa. Andiamo con ordine. Il Toro di Camolese, a inizio ripresa, sta per battere un angolo al “Franchi”. La palla termina nei pressi della lunetta, dove Delli Carri si coordina e con una spettacolare mezza rovesciata, che ricorda quella di Bressan al Basrcellona, nello stesso stadio e nella stessa porta, impatta la sfera che si insacca impagabilmente alle spalle di Manninger, nonostante due giocatori viola appostati sulla linea. Un gol meraviglioso, uno di quelli da mettere nelle clip delle migliori reti stagionali e da riproporre alla nausea. Ma poi arriva un fischio. Preschern di Mestre ha annullato e non si capisce perché. Un fischio e sfumano i sogni di gloria. Anche a Novantesimo Minuto non riescono a capire cosa sia successo e Delli Carri, perfettamente conscio di cosa si è perso e del fatto che non gli riuscirà mai più un colpo così, continuerà a protestare anche al fischio finale, una protesta non violenta, ma incredula e triste. Daniele, per quello che vale, quel gol inopinatamente annullato nel mio cuore è valido. Sarà poca cosa, ma questa classifica la vinci tu.
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l’eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e…Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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