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CULTO

Intertoto 2002, la piccola Europa

Francesco Bugnone
Francesco Bugnone Columnist 
Culto riprende la sua corsa dopo il numero 200 raccontando l'avventura in Intertoto del Toro 2002. Nella prima puntata si parla della sfida contro il Bregenz fra un mercato che non decolla, scandali a luci rosse e viaggi picareschi

Il 15 marzo 1994 un colpo di testa di Tony Adams al 69’ supera Giovanni Galli e permette all’Arsenal di superare il Toro e di accedere alle semifinali della Coppa delle Coppe che vincerà battendo in finale il Parma detentore del trofeo. L’amara notte di Highbury, che leggenda vuole essere anche l’occasione dell’ultima apparizione pubblica di Osama Bin Laden presunto tifoso dei Gunners, apre un digiuno europeo del Torino che dura otto anni e tre mesi circa perché il sette luglio 2023 i granata ritrovano il gusto di una sfida ufficiale oltre confine. Come mai in piena estate?

L’Intertoto, già presente in anni passati senza essere sotto la tutela dell’Uefa, è stato un torneo che dal 1995 al 2008 ha dato la possibilità alle squadre piazzatesi immediatamente dopo la zona Europa di entrare in coppa dalla porta di servizio vincendo la competizione che garantiva prima due e poi tre posti utili. Se le squadre italiane inizialmente hanno snobbato questo piccolo tour de force estivo, anche per motivi di preparazione, la situazione cambia nel 1998 quando la formula diventa esclusivamente a eliminazione diretta. Le prime partecipanti saranno Sampdoria e Bologna coi rossoblù di Mazzone che dopo aver vinto lo scontro diretto contro i doriani in sconfiggeranno in finale il Rush Chorzow dando il via alla cavalcata europea che si fermerà solo in semifinale nella discussa doppia sfida contro l’Olympique Marsiglia.

Negli anni sono state molte le squadre che, con alterne fortune, hanno disputato l’Intertoto ed è toccato persino alla Juventus dopo aver perso il doppio spareggio Uefa contro l’Udinese nel 1999 (rete decisiva di un certo Paolo Poggi). I bianconeri, dopo qualche affanno iniziale, vinsero in scioltezza, ma non si può negare che aver iniziato così presto la stagione abbia contribuito al rovinoso finale che li vide perdere uno scudetto già vinto sotto la pioggia di Perugia buttando nove punti di vantaggio sulla Lazio seconda. Nel 2002 tocca a noi. Il Toro di Camolese è stato addirittura in corsa per la qualificazione diretta all’Uefa nel girone di ritorno, ma la frenata finale oltre a essere, citando per l’ennesima volta Marco Cassardo, un avviso ai naviganti ci porta lontani dalle zone nobili della graduatoria. La sconfitta all’ultima giornata contro la Roma ci fa scivolare all’undicesimo posto, ma le rinunce di Atalanta e Parma permettono ai granata di tenere compagnia a Bologna e Perugia ai nastri di partenza.

Il calciomercato del Toro si può sintetizzare in un’espressione molto semplice: “non c’è un euro” come capisce ben presto Camolese quando chiede il romanista Assuncao per il centrocampo e si vede dire di no. La cosa più assurda è che in una simile situazione ci si permette sia di non rinnovare Capitan Antonino Asta che di lasciare giocatori che potrebbero rivelarsi utilissimi alla causa come Pinga e Tiribocchi in prestito al Siena che contribuiranno a portare in A. Al momento l’unico volto nuovo è un cavallo di ritorno come Vincenzo Sommese, mentre si tratta Conticchio (che arriverà) e si fa partire la telenovela di mercato con l’argentino Bastida che, come quasi tutte le soap opera estive che ci vedono protagonisti, finirà con un nulla di fatto. Come se non bastasse Torino viene colpita dallo scandalo Viva Lain, il centro massaggi che, secondo le indagini della magistratura, nasconderebbe qualcosa di più torbido. Inizia a diffondersi la voce della presenza di vip in alcune sedute particolari e tutta la voglia di pruriginoso ardente sotto la cenere degli apparentemente bugianen sabaudi viene a galla. Invito a leggere i toni degli articoli del tempo per capire come il “meglio prima” relativamente all’etica del mestiere di giornalista venga eccessivamente generalizzato: veniamo resi partecipi dell’imperdibile particolare che, fra le esercenti, ci fosse anche una certa “Marzia detta l’Iguana” mentre alcuni presunti clienti sono definiti “i quattro del bordello”.

Vengono accostati anche nomi di calciatori di entrambe le società torinesi e uno dei momenti più grotteschi della situazione avviene quando il Tg3 Piemonte non fa nessun nome per motivi di privacy, ma poi, durante un servizio, manda una riconoscibile rete di qualche mese prima di una delle persone coinvolte col calciatore in questione pixellato. Viva la privacy. Il caso si ridimensionerà parecchio, uscirà l’immancabile libro a riguardo, ma ai tempi non era proprio quello che serviva per iniziare la preparazione al meglio. La frase più tagliente è quella di Mister Camolese che si chiede come mai, visto l’andirivieni di tantissime persone nel succitato centro, si parli solo di calciatori e non di altre categorie come giornalisti o politici. Il sorteggio è benevolo coi granata che accedono direttamente al secondo turno. I primi avversari sono gli austriaci del Bregenz che possono preoccupare solo per via della differenza di preparazione. Si gioca di domenica pomeriggio alle 17 e, nonostante la diretta televisiva e la data inusuale, la risposta del popolo granata è buona. Lo è anche quella dei giocatori in campo che sbloccano la situazione nel primo tempo con un gran gol di Ferrante che, servito da Scarchilli su punizione, infila tra palo e portiere. I padroni di casa sfiorando a più riprese il raddoppio con Lucarelli, lo stesso Ferrante e Franco. L’undici di Camolese fa tesoro delle sue certezze tattiche e porta a casa un 1-0 prezioso, ma che sta un po’ stretto.

Per la gara di ritorno Camolese può contare su Comotto, bloccato da un problema burocratico relativo al riscatto dal Vicenza all’andata. Dopo 5’ minuti arriva la doccia fredda con un colpo di testa del temuto gigante Klasz a superare Bucci con la difesa colta impreparata. La prima frazione è brutta e fa fioccare i cattivi pensieri nelle teste del migliaio di granata giunti in Austria a supportare la squadra, ma al secondo minuto della ripresa Lucarelli segna il gol qualificazione con una bellissima incornata su centro di Castellini. Esplodono i tifosi al seguito, esplode chi ascolta la partita su Radio Energy non essendoci diretta televisiva. Tutti contenti, il vecchio cuore granata Asta telefona a Lucarelli per congratularsi per il passaggio del turno e si torna a casa in aereo affittato dai giocatori mentre nel pullman della squadra ci sono solo dirigenti e staff. “Non volevamo sprecare mezza giornata di questa mini-vacanza di due giorni che ci viene concessa. Ci siamo organizzati per conto nostro ma la società sapeva tutto” puntualizza proprio Lucarelli. “Il nostro aero-taxi per un disguido non era disponibile. Tutto qui” chiosa il presidente Romero. Le parole di Ferrante al rientro a Caselle sono più nervose (“Arrabbiati? Abbastanza. Mi auguro che non accada più (…) Villareal? Se ci tocca andare in pullman meglio partire già domani da Cogne”) e toccano anche una campagna rafforzamenti che non decolla. Ora però bisogna pensare all’avversario citato da Marco-gol e che incombe: il Villareal.

(1-continua)

Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (0 meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.

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