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10 Feb 2002: Antonino Asta of Torino in action during the Serie A match between Torino and Piacenza, played at the Delle Alpi Stadium, Turin. DIGITAL IMAGE Mandatory Credit: Grazia Neri/ALLSPORT
Antonino Asta non ha mai segnato in serie A. Era troppo impegnato a correre sulla fascia, crossare, recuperare palloni imprendibili per farci segnare contro il Milan, procurarsi rigori e il tutto è stato celebrato con lo striscione “Maradona più Pelè uguale Asta” che rimane uno dei più geniali partoriti dalla Maratona in tempi relativamente recenti Però Asta, in granata, gol ne ha fatti sette, tutti al piano di sotto, quasi tutti importanti e, soprattutto, quasi tutti che vanno dal bello al molto bello. D’altronde quando era al Monza segnò una rete fenomenale nello spareggio promozione e anche al Napoli ne fece uno bellissimo a Marassi. Dopo aver spesso elogiato il suo spirito di sacrifico, la sua bravura nei passaggi, la sua abilità nell’arare la fascia è giunto il momento di parlare anche delle reti di Asta, con una specie di hit parade che va dal meno spettacolare al più clamoroso. Partiamo!
Il gol meno bello di Asta è uno dei più importanti nell’economia del campionato granata. Il Toro di Camolese è nel pieno della sua striscia di otto vittorie consecutive, il pubblico è entusiasta e i vuoti, le contestazione, la banconota campeggiante in un secondo anello deserto nella partita contro il Siena a inizio novembre sono solo un brutto ricordo. Nell’ultima partita prima di Natale affrontiamo il Pescara che, pur navigando in cattive acque, resta un tabù visto che degli ultimi sei confronti ne abbiamo persi cinque, di cui tre su tre in casa. Un girone dopo festeggeremo la promozione in casa degli abruzzesi, ma non lo sappiamo ancora. Gli ospiti mantengono con un pizzico di buona sorte la porta inviolata per quasi un’ora, poi, su cross di Maspero, De Ascentis gira di testa obbligando Bordoni a una difficile respinta e Antonino, come un rapace d’area, è il primo ad avventarsi sul pallone per scaraventarlo in rete. Quarta vittoria consecutiva, morale a mille, ci si regala un ottimo Natale e Asta si becca un bell’otto in pagella su La Stampa per l’ennesima grande prestazione.
Pomeriggio amarognolo per il Toro che, contro il Cittadella, vede sfumare la possibilità della decima vittoria consecutiva in casa. Contro gli uomini di Glerean andiamo addirittura in svantaggio a causa di una rete di Ghirardello, ma ben presto ci rimettiamo in carreggiata. Maspero, sempre lui, ispira, Asta si coordina e al volo di destro, da centro area, lascia partire una rasoiata che supera Capecchi. Sette in pagella e punticino che non comprometterà affatto il nostro cammino verso la promozione.
Unico gol di Antonino di testa e unico gol a non portare punti. Bello il gesto tecnico, ma togliamoci il dente velocemente perché ricordare le sconfitte mi fa sempre inferocire. Di fatto giochiamo bene solo nel primo quarto d’ora della ripresa, quello in cui arriva proprio il gol del pareggio di Asta che si tuffa per incornare un preciso cross di Scarchilli poi va a esultare sotto i nostri e viene ammonito. Le Rondinelle tornano in vantaggio nel nostro momento migliore e cala il sipario.
Se permettete, adesso si comincia a godere. Dopo aver vinto a Terni una partita epica, abbiamo la prova del nove nello scontro diretto contro il Piacenza. Gli emiliani si fanno preferire nel primo tempo con Bucci che ci mette una pezza più di una volta, ma nella ripresa, attaccando sotto la Maratona, il Toro camolesiano viene fuori in tutta la sua essenza, costringendo la squadra di Novellino nella propria area. Passano i minuti, ma non la testardaggine granata che è sempre lì, pronta ad approfittare di ogni spiraglio lasciato dalla maginot biancorossa. Una partita così importante non poteva che essere determinata da uno degli uomini simbolo di quella squadra. Mancano 6’ al fischio finale quando la difesa ospite respinge l’ennesimo pallone fuori dai sedici metri. Asta c’è. Stoppa di petto. Si coordina. Io ricordo di aver visto la partita dal primo anello e di essere seduto perpendicolarmente a dove si trova Antonino in quel momento. Mi sono iniziato ad alzare, sicuro di averne motivo. Asta lascia partire il destro e la palla gonfia la rete. Mentre parte il delirio, il capitano si toglie la maglia e corre a petto nudo un po’ ovunque sventolandola come una bandiera. E’ il nostro condottiero, è uno di noi in campo. Secondo posto, meno tre dal Chievo, allungo sulla quinta. In parole povere è uno di quei gol che decidono un campionato e l’Asta desnudo che sfoga la sua gioia è una delle immagini che reputo più care della clamorosa rimonta di quell’anno.
“Questo Toro vincerebbe anche in A” è il titolo di Tuttosport. In effetti la prestazione casalinga contro il Genoa è entusiasmante e regala uno dei pochi sorrisi a Mondonico nella sua seconda venuta granata. Reti, tante occasioni, una spinta continua, uno stadio caldo sono gli ingredienti del bel pomeriggio che però ci mette un po’ a sbloccarsi. Asta è tra i migliori in campo, padrone della fascia e insidioso in zona gol. Prima viene stoppato in uscita da Soviero, poi è il palo a dirgli di no, infine, allo scadere del primo tempo, arriva finalmente il tempo della prima gioia in granata: su cross di Artistico la difesa rossoblù respinge e Antonino corre famelico verso il pallone, si coordina perfettamente, sa che, se colpita male, quella palla può finire fuori dallo stadio per come saltella. Invece l’impatto è perfetto, la sfera viene tenuta bassa, gira leggermente e si insacca nell’angolino opposto. La rete che si gonfia, lo stadio che esplode, la corsa per il campo. Il primo sigillo granata sembra quasi commuoverlo mentre agita i pugni in aria, poi si inginocchia raggiunto da Fattori e da Scarchilli che lo abbracciano. Quell’immagine sarà sulla copertina della videocassetta “Siamo tornAti” (purtroppo per poco) che uscirà a fine stagione. Nella ripresa la prima rete di Artistico in granata e l’ennesimo sigillo di Ferrante completeranno il bottino e usciremo dallo stadio camminando a tre metri da terra, vedendo finalmente possibile la fine del triennio nel purgatorio cadetto.
Una volta si chiamavano eurogol: spettacolari tiri da fuori area che non lasciavano scampo al portiere. Asta si iscrive al registro di chi ha segnato una rete simile in un caldo pomeriggio primaverile a Siena. Antonino recupera palla a centrocampo, prende velocità nella sua percussione centrale e, a circa ventotto metri dalla porta senese, calcia. Anni dopo dirà di avere avuto un po’ di fortuna, ma la realtà è che dal suo destro parte un bolide clamoroso e carico di effetto che lascia Gianello di sasso mentre la palla finisce sotto l’incrocio sbloccando il risultato messo poi al sicuro da Artistico. Una rete che farebbe saltare per aria un morto, figuriamoci la Maratona itinerante che entra in uno stato di delirio. Il fatto che non si riesca a trovare il filmato di questa marcatura in rete è indegno di un paese civile. Qualcuno provveda al più presto.
Alcuni gol ti fanno esultare più degli altri, non c’è niente da fare. E’ come se ti prendessero gli organi e te li facessero sputare fuori con un urlo, come se fossero attratti magneticamente dalla rete che si gonfia. La rete di Asta all’Atalanta è in questo ristretto club di segnature devastanti, che ti fanno provare una vibrazione interiore fisica quando ci ripensi o li rivedi. La partita è di quelle importanti, la rivalità è accesa. Stiamo vincendo 1-0 grazie a una zampata di Ferrante nel primo tempo e, a una ventina di minuti dalla fine, Beppe Scienza scodella un pallone in area. E’ un cross di quelli invitanti, che spiove, che scende bene, fatti apposta per colpire al volo. Tra il controllo e il tiro immediato Asta non ha dubbi: sceglie il secondo. La palla, colpita benissimo, prende la parabola più bella possibile e finisce la sua corsa sotto la congiunzione dei pali. Ricordo di avere urlato per due minuti, Caccia accorcia la distanze sotto di noi dopo circa centoventi secondi e sto ancora sclerando, quasi non me ne accorgo. Me ne accorgerò eccome nei minuti finali di sofferenza di una gara spigolosissima, ma per fortuna portiamo a casa la pelle e vittoria. Una prodezza del genere non poteva andare sprecata e, se guardiamo alle prime posizioni di questa hit parade, ogni gran gol di Asta ha avuto la giusta ricompensa: tre punti pesanti. Sempre grazie di tutto, Tonino.
Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l’eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e…Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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